FIAB Modena premia la mobilità attiva 2023

È tempo di bilanci ed anche FIAB Modena e Carpi come da tradizione prova a tirare le somme dell’anno quasi terminato. L’occasione è stata la festa degli auguri natalizi, che quest’anno si è svolta presso la Polisportiva 4 Ville a Modena.

Mentre come FIAB siamo impegnati in una battaglia parlamentare per il nuovo codice della strada, che persegue ancora una visione auto-centrica e ormai insostenibile, rileviamo invece che in tutta Italia ci sono persone ed istituzioni che cercano di sostenere la mobilità pedonale e ciclabile.

Per questo abbiamo deciso di premiare piccole e grandi iniziative in provincia di Modena, a partire al grande lavoro dello studente diciottenne Nicola Malavasi che nell’arco di qualche mese ha percorso e recensito tutte le ciclabili di Modena, catalogandone larghezza, fondo, illuminazione.

Una mappa utilissima a tutti, ma che sarà fondamentale specialmente per la Casa della Carità della Parrocchia Gesù Redentore quando dovrà mettere in strada le bici speciali che si è impegnata ad acquistare con il progetto “3 ruote per l’amicizia”, tramite il quale persone con disabilità potranno avere momenti di riconquista di autonomie e benessere. La bici infatti è inclusiva: ce n’è una adatta (quasi) per tutti, bambini, anziani, diversamente abili!

Ad affiancare poi nella mobilità su due ruote un gruppo di studenti delle scuole medie di Montale è stata Julia Anosowicz, altra premiata da Fiab per il 2023: questa mamma intraprendente ha deciso di “regalare” a suo figlio ed ai suoi amici un percorso di formazione per saper stare in bici rispettando le regole ed essere dei “ciclisti consapevoli”. Un supporto che FIAB ha dato volentieri con i suoi volontari, che si sono impegnati anche a collaborare con l’Unione dei Castelli per il primo corso attivato appunto dall’Unione per insegnare ad andare in bici destinato a donne straniere.

E proprio il Comune di Vignola è stato premiato per aver messo in campo una visione coraggiosa e all’avanguardia della mobilità nel territorio comunale, con la realizzazione di strade scolastiche, l’avvio della progettazione della città 30 e di rotatorie all’olandese, puntando a una città più a misura d’uomo e inclusiva.

FIAB augura a tutti le cittadine e cittadini di Modena e provincia buone feste ed un felice anno nuovo, magari all’insegna della mobilità attiva. In fondo, per godersi pranzi e cenoni senza sensi di colpa per le calorie in eccesso, bastano qualche passeggiata veloce e qualche pedalata in più!

Calendario attività 2024

Abbiamo definito il calendario delle attività per 2024: gli aggiornamenti in tempo reale sulle attività confermate e quelle cancellate saranno sempre pubblicate sulla pagina www.modenainbici.it/calendario

Per partecipare alle escursioni è necessario contattare i referenti, essere in buone condizioni fisiche ed avere una bicicletta efficiente, leggere e approvare il regolamento gite.

CICLOVACANZE: le gite di più giorni sono riservate ai soli soci Fiab che contribuiranno all’organizzazione, alle spese di viaggio e di assicurazione.

Alle CICLOESCURSIONI DI UNA GIORNATA: possono partecipare soci e non soci Fiab, sempre contribuendo alle spese organizzative e di assicurazione (2 € per i soci, 5 € per i non-soci).

E20 CICLICI: Itinerari intorno a Carpi di circa 20 Km, si pedala insieme dalle 18:20 alle 20 a non più dei 20 Km/h. (assicurazione 2 € per i soci, 3 € per i non-soci)

20&30: Giri ad anello ad una velocità di non più di 20 km/h e di circa 30 km. Partenze da Mirandola e dai comuni dell’area nord (assicurazione 2 € per i soci, 3 € per i non-soci)

USCITA SERALE ENOGASTRONOMICA: Appuntamenti settimanali estivi in notturna, con la bici per sgranchirci le gambe al fresco. Partenza da Modena (assicurazione 2 € per i soci, 3 € per i non-soci)

MTB: Escursioni in MTB, anche in collaborazione coi soci del CAI di Castelfranco (assicurazione 2 € per i soci, 5 € per i non-soci).

FIAB IN CICLOFFICINA: Serate di incontro in collaborazione con la Ciclofficina Popolare Rimessa in Movimento di Modena, presso la loro sede in Viale Monte Kosica.

CORSO DI MECCANICA E DI CICLOTURISMO: Fiab organizza corsi per imparare a fare le riparazioni bici più comuni e preparare un ciclo viaggio.

PROMOZIONE AL BIKE TO WORK: Fiab collabora con le amministrazioni che, con programmi di rimborso chilometrico ai lavoratori che raggiungono il posto di lavoro in biciletta, premiano una scelta di civiltà a vantaggio di tutta la comunità, volta a ridurre traffi co e inquinamento. Consigli e consulenze per le aziende e per i lavoratori che vogliono aderire.

BICICLETTANDO: Progetti di educazione alla mobilità sostenibile, soprattutto nelle scuole elementari e medie. Laboratori di ciclomeccanica per studenti.

DONNE IN BICI: Corso per donne che vogliono imparare ad andare in bici. Il corso si terrà a Modena nel mese di marzo/aprile.

RIUNIONE CONSIGLIO DIRETTIVO: Il primo martedì del mese, ore 21 presso Casa delle Culture, Via Wiligelmo, 80 a Modena (o in video conferenza). Il terzo martedì del mese, ore 21 sede di Via Baldassarre Peruzzi, 22 a Carpi (o in video conferenza). Tutti i soci sono invitati a partecipare.

Come socio FIAB hai diritto a partecipare a tutte le ciclo-escursioni che le associazioni affiliate organizzano in tutta Italia e a tutte le vacanze in bicicletta all’estero BICIVIAGGI FIAB. Consulta il sito www.andiamoinbici.it

Scarica la copia PDF del Calendario 2024

Mobilità: la libertà di scegliere dove sta?

Quando si parla di mobilità, ossia di come le persone si spostano, in genere si parla di scelte, perché nella stragrande maggioranza dei casi è l’individuo che può decidere tra diverse opzioni, anche se ci sono spesso delle limitazioni a questa libertà. Se devo arrivare molto lontano e non ci sono mezzi pubblici disponibili (o ragionevolmente comodi), sarò portato a spostarmi in auto: in questo caso per farmi scegliere un’opzione diversa occorrerebbe una revisione del trasporto pubblico, che però richiede molti fondi e tempi lunghi. Se invece la mia destinazione è entro i 7 km, la bici sarebbe il mezzo più efficiente e veloce, e tra l’altro mi farebbe risparmiare sul carburante, ma a Modena si tira fuori l’auto anche per tragitti molto più brevi, intorno ai 2 km.

Saremo anche un po’ pigri, ma in molti casi è la paura di non arrivare vivi o interi a destinazione che ci blocca, e purtroppo è realistica: Modena è maglia nera in regione per numero di cittadini in bici uccisi negli ultimi anni. È un cane che si morde la coda: più auto ci sono in circolazione, più è pericoloso pedalare, meno si pedala, più auto circoleranno.

Ci sono però categorie di persone che non hanno la stessa libertà di scelta: bambini e ragazzi sotto i 18 anni e anziani che non hanno più la patente. Per loro l’auto non è una possibilità, a meno che qualcuno non li scarrozzi in giro: o prendono i mezzi pubblici (se e dove ci sono), oppure camminano o vanno in bici, anche se è pericoloso. E infatti la settimana scorsa un modenese di 89 anni in bici (a quanto pare ancora in piena forma) è stato ucciso da un concittadino che con tutta probabilità andava troppo veloce, tanto che nell’impatto è stato sbalzato a molti metri di distanza e il parabrezza dell’auto si è frantumato.

Una città vivibile deve esserlo per tutti. Le infrastrutture della città dovrebbero essere pianificate o modificate in modo che nessuno possa guidare troppo forte, con tutti gli espedienti possibili per far rallentare gli automobilisti, in modo che si possano tutelare tutti i cittadini, la loro autonomia e la loro sopravvivenza. Partendo da coloro che si muovono soprattutto in bici, a piedi o con ausili: bambini, studenti, anziani, persone in sedia a rotelle, o su scooter e carrozzine elettriche per disabili.

La città a 30 km/h punta a questo: a nessuno viene impedito di usare l’auto, si guida piano così a tutti viene garantito di poter usare altri mezzi senza essere uccisi. O vengono protetti i diritti di tutti, oppure è una sconfitta per la convivenza civile.

Lettera a un concittadino al volante

Caro concittadino che in questo momento sei al volante, se sul tuo percorso incontri qualcuno in sella alla sua bicicletta come me non ti infastidire. Lo so che quando pedalo al bordo della strada ti costringo a stare attento e a deviare un po’ dalla tua traiettoria, ma andando in bici sto rendendo la vita un po’ più semplice anche a te. Quando pedalo, sono una macchina in meno nella lunga fila di quelle che ti precedono: ho alleggerito il traffico perché anche tu possa arrivare prima (e con meno stress) alla tua destinazione. Sono anche un “avversario” in meno nella competizione spietata per un parcheggio: io uso gli stalli appositi perché la mia bici occupa poco spazio, ma pensa che nel posto che occupa la tua auto di bici ipoteticamente ce ne starebbero da 6 a 12. Usando i muscoli per spostarmi, non emetto sostanze inquinanti e faccio la mia piccola parte per rendere l’aria meno irrespirabile per me, per te, per i tuoi figli, nipoti, compagni, cugini, nonni, e combatto la mia microscopica battaglia contro la crisi climatica.

Quello che posso fare io, pedalatore di città, è una goccia nel mare: ma pensa se fossimo in tanti, tantissimi a scegliere la bici. Ci sarebbero centinaia di auto in meno a ingorgare le strade, e posti auto vuoti, ci sarebbe meno particolato sottile e meno puzza di smog: non sarebbe più bella, così, la città in cui vivi anche tu?

Quindi vedi, non sono un nemico, e se le amministrazioni comunali decidono di fare qualcosa per rendere la vita un po’ più semplice a me, in realtà stanno aiutando anche te: nelle questioni di mobilità non ci sono schieramenti (“ciclisti contro automobilisti”), ma solo tante persone che si spostano.

Ti chiedo solo qualche attenzione in più, perché nel flusso del traffico, in mezzo a veicoli molto più grandi, più corazzati, più veloci di me, mi sento vulnerabile e fragile. Basta che qualcuno mi urti, o un brusco spostamento d’aria e rischio di finire travolto! Quindi per favore, quando mi sorpassi fallo tenendoti a distanza da me, e non a 20 cm dal mio manubrio; porta pazienza se non mi tengo sempre alla destra estrema della carreggiata ma lì ci sono tombini e spesso l’asfalto è irregolare e rischio di cadere. Non mi insultare se non uso la ciclopedonale: non è obbligatorio, e non è giusto per i pedoni che io tolga loro spazio e tranquillità. E poi sono piene di transenne e interruzioni e rischio addirittura di farmi male. Sii gentile con me: favorire chi sceglie di camminare o pedalare diventa un modo per aiutare anche chi come te va in auto.

Città 30, gente contenta

A cavallo del lancio ufficiale di Bologna Città 30, il Comune di Bologna insieme a Fondazione Innovazione Urbana aveva diffuso un questionario (piuttosto articolato – servivano una ventina di minuti per rispondere a tutte le domande) chiedendo ai cittadini il loro punto di vista su quella che è in effetti una rivoluzione urbana. Prima di Bologna anche Londra e Parigi avevano diffuso questionari simili, ottenendo rispettivamente circa 2.000 e 5.700 risposte: a Bologna le risposte sono state addirittura 20.000, e ben 10.000 persone hanno completato il questionario in modo approfondito.

La maggior parte dei partecipanti ha dichiarato di spostarsi in auto, ma un significativo 80% sarebbe disposto a veder modificato l’assetto stradale per ridurre il traffico e gli incidenti; le stessa percentuale si è detta disponibile a considerare alternative all’auto come camminare, usare la bicicletta o i mezzi pubblici se le strade fossero più sicure e le infrastrutture più estese.

L’alto grado di conoscenza del Piano Città 30 tra i partecipanti riflette l’efficacia e la capillarità della campagna informativa precedente: tra gli obiettivi più apprezzati la riduzione degli incidenti stradali, l’autonomia per bambini, anziani e persone con disabilità, e la creazione di uno spazio urbano più vivibile. La maggioranza ritiene necessario modificare fisicamente le strade con rallentatori di velocità, e con un ampliamento dei percorsi ciclabili e degli spazi pedonali e un miglioramento dell’illuminazione.

Tper ha confermato che in questa fase iniziale di Bologna 30 gli autobus perdono appena 3-4 minuti da capolinea a capolinea, su tragitti mediamente superiori a un’ora, ritardi che tenderanno a ridursi man mano che le infrastrutture della città 30 saranno implementate e si verificherà quella diminuzione del traffico veicolare che si è vista in tutte le città europee (senza eccezione) che sono passate a 30 km/h.

Altri dati incoraggianti sono quelli sui flussi ciclistici. Mentre a Modena, a fronte di migliorie infrastrutturali minime, le bici sono in diminuzione, a Bologna solo nell’ultimo anno si registra un aumento dell’8%: nelle 10 postazioni “storiche”, l’aumento dei ciclisti dal 2012 sfiora l’80%: i passaggi di bici sono passati da 1.598 a 2.870. A spingere questo boom, la Tangenziale delle Biciclette sui Viali, e più di recente i nuovi percorsi ciclabili realizzati lungo le radiali della città, che cominciano a dispiegare in modo strutturale i loro effetti.

Chi vuol intendere, intenda.

 

Cosa migliora davvero la sicurezza stradale?

In occasione della Giornata mondiale in memoria delle vittime sulla strada del 19 novembre, FIAB ha inoltrato una lettera aperta ai gruppi parlamentari e alla Commissione Trasporti della Camera.

Come FIAB ci occupiamo da oltre trent’anni della sicurezza delle persone: promuoviamo una mobilità rispettosa di tutte e tutti, forniamo analisi e strumenti perché l’Italia si allinei agli standard europei da cui ancora è molto distante.

Siamo quindi molto preoccupati per le misure contenute nel Ddl “Sicurezza stradale” dal quale emerge un approccio coercitivo e sanzionatorio contrario alla visione scientifica del tema, che di fatto ignora gli strumenti necessari per salvare la vita delle persone. I provvedimenti indicati contengono errori grossolani e distorsioni pericolose: si afferma di salvaguardare chi va in bici, ma si persegue ancora una visione autocentrica e ormai insostenibile.

“In Italia, solo nel 2022, sono 3.159 le morti dovute a collisioni stradali e 223.475 i feriti. Non ci stanchiamo di ripetere che le principali cause di morte sono l’alta velocità, la guida distratta, il mancato rispetto degli attraversamenti pedonali e il mancato rispetto della distanza di sicurezza (ISTAT). Sono questi i fattori su cui bisogna intervenire. Le proposte del Ddl disincentivano l’uso della bicicletta, non promuovono l’intermodalità e soprattutto non contrastano l’uso eccessivo dell’auto privata nei centri urbani (in Europa svettiamo con 67 auto ogni 100 abitanti). Si limitano poi le ZTL, gli autovelox e non si fa riferimento all’introduzione delle città 30.

Siamo sempre più lontani dalla direzione indicata dalla comunità scientifica: i dati parlano chiaro. Oltre al numero di vittime di violenza stradale, abbiamo un serio problema di sedentarietà e di obesità, che colpiscono le generazioni più giovani. L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare, con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%. Parliamo anche dei livelli inaccettabili di inquinamento delle nostre città e delle morti premature.

Per questo rispediamo al mittente l’accusa di sostenere posizioni ideologiche quando promuoviamo la mobilità attiva e sostenibile. Le infrastrutture ciclabili dovrebbero essere realizzate come si realizza una politica sanitaria. Come FIAB chiediamo che il Governo investa in Salute per evitare di spendere in Sanità.

In sella alla transizione ecologica

Per il 2024, FIAB ha scelto di puntare sulla centralità della bicicletta per la transizione ecologica e energetica. Mentre il dibattito pubblico è focalizzato sul complesso passaggio alla mobilità elettrica, il Paese non riesce ancora a comprendere l’enorme potenziale del pedale per i brevi spostamenti quotidiani, che anche noi di FIAB Modena cerchiamo di raccontare settimanalmente su queste pagine. Con un cambiamento di abitudini da parte dei cittadini e con il sostegno di istituzioni che incentivino questo cambiamento con infrastrutture adeguate e una comunicazione efficace, la transizione può essere avviata in tempi rapidi e con costi minimi.

Noi volontarie e volontari di FIAB Modena pedaliamo, valutiamo, proponiamo, ascoltiamo, facciamo eventi, collaboriamo in rete con tante altre associazioni attraverso ARIA, Associazioni in Rete per l’Inclusione e l’Ambiente. Organizziamo escursioni in bici per tutti i livelli e le abilità praticamente ogni finesettimana, oltre alle ciclovacanze estive per adulti e per famiglie in cui si può sperimentare la bellezza di fare turismo pedalando.

Promuoviamo ogni anno il Bike to Work e il Bike to School e collaboriamo con aziende e scuole, affiancando chi ha a cuore il benessere del personale dipendente e degli studenti, e di conseguenza il benessere di tutti. Da anni offriamo supporto alle donne straniere che vogliono imparare ad andare in bicicletta offrendo loro la libertà di rendersi indipendenti negli spostamenti, e cerchiamo di essere vicino a chi pedala ogni giorno per le strade della città e della provincia ascoltandone le difficoltà e proponendo strategie che ne migliorino l’esperienza.

Interloquiamo con le amministrazioni di ogni livello e facciamo pressione perché rendano le strade più sicure per chi cammina e pedala, per trasformare le nostre città in luoghi meno inquinati e a misura di persona e migliorare la qualità della vita: è nell’interesse di tutte e di tutti.

Crediamo che le strade siano uno spazio pubblico che tutti hanno il diritto di vivere in sicurezza, dall’anziano col deambulatore al bambino sulla bici a rotelle: ecco perché abbiamo scelto di portare avanti la campagna Città30Subito, con una proposta di legge nazionale, e una petizione pubblica Modena30, che è possibile firmare contattandoci. Se anche voi pensate che i nostri paesi e città meritino di essere più vivibili per i loro cittadini, considerate l’idea di iscrivervi a FIAB per il 2024: più siamo, più la nostra voce conta.

Il gorilla nella partita di basket e il pedone invisibile

Nel 1999 due ricercatori di Harvard, Christopher Chabris e Daniel Simons, misero in piedi un esperimento per testare la cosiddetta attenzione selettiva. Ai partecipanti a questo studio veniva chiesto di guardare un video in cui sei ragazzi, tre con la maglia nera e tre con la maglia bianca, si passano una palla. Veniva chiesto agli spettatori di contare in silenzio il numero di passaggi effettuati dalle persone in maglietta bianca. A circa metà del video, un gorilla cammina ed entra nell’azione, si rivolge alla telecamera, si batte il petto, poi esce, rimanendo nove secondi sullo schermo. Alla fine del video veniva chiesto ai partecipanti allo studio chi avesse visto il gorilla, e più della metà di essi non l’aveva notato: quando il video veniva proiettato nuovamente, la sorpresa dei partecipanti (che questa volta sapevano che c’era un gorilla e quindi vi prestavano attenzione e lo vedevano) era notevole.

Come è possibile che una cosa così evidente passi completamente inosservata? La psicologia di questo breve video spiega che in realtà la nostra attenzione è altamente selettiva, cioè vediamo solo quello che cerchiamo di vedere e quello che ci aspettiamo di vedere, mentre quello su cui non siamo focalizzati scompare dalla nostra percezione e ci risulta invisibile.

Per chi si trova al volante, questo ha delle implicazioni importanti: quando siamo focalizzati sulle altre auto che ci stanno intorno, tutto il resto su cui non siamo concentrati scompare, letteralmente “non lo vediamo”. Ci si spiega così in parte lo sgomento con cui tanti automobilisti, dopo una collisione con una persona in bici o a piedi, esclamano: “Non l’avevo visto!”.

Per questo, è ormai assodato che la sicurezza di chi cammina o pedala è nei numeri, perché più sono i pedoni e i ciclisti in circolazione, più chi guida si aspetterà di incontrarli, e quindi più alta sarà la concentrazione anche su questi oggetti del suo campo visivo, e più diventeranno “visibili”.

L’altro modo per rendere il gorilla facilmente visibile dal principio è rallentare il video. Quando i nostri sistemi visivi si sono evoluti, e con essi le nostre capacità di attenzione, non ci muovevamo a 70 chilometri all’ora, e nemmeno a 50, quindi i cervelli in via di sviluppo non avevano bisogno di essere in grado di notare molte cose inaspettate che si avvicinavano ad alta velocità. Abbassare il limite orario a 30 km in tutte le città aiuterebbe dunque chi guida a percepire meglio anche chi non fa parte del flusso di auto, e ad evitare collisioni.

Città30, la città che si cura degli altri.

Venerdì 8 dicembre il limite di velocità sulla maggior parte delle strade di Amsterdam diventerà a 30 km/h e le autorità stanno adeguando la segnaletica con 4.400 segnali.

Nel comunicato l’amministrazione afferma che “naturalmente ci vuole un po’ di tempo per abituarsi, soprattutto per chi guida ogni giorno. Ma nella nostra città ci piace tener conto l’uno dell’altro. Guidando un po’ più lentamente contribuisci a garantire che tutti possano muoversi in sicurezza e senza preoccupazioni nella nostra città. Ad una velocità di 30 km/h ci aspettiamo dal 20 al 30% in meno di incidenti gravi, perché la probabilità che un pedone sopravviva a un incidente è del 95%. Inoltre, il rumore del traffico sarà dimezzato e la città diventa più tranquilla e stare in fuori strada sarà più piacevole”.

Non ci sarebbe poi bisogno di tante altre spiegazioni di perché una “città 30” è una giusta prospettiva da perseguire. Un luogo in cui ogni cittadino ha cura dell’altro, si prende la responsabilità della sicurezza di chi incrocia, e perdendo solo un po’ di tempo di viaggio garantisce che le persone possano stare in sicurezza in strada, o che sia possibile gustarsi un aperitivo senza il rumore assordante a coprire la voce.

Voi penserete che per le città del nord sia facile questo passaggio, in fondo hanno una lunga tradizione di strade tranquille come nei woonerf, i quartieri in cui i pedoni hanno sempre la precedenza, le auto devono procedere a passo d’uomo e i bambini possono giocare per strada.

Eppure questa tradizione non è poi così lunga, e ce lo ricorda Jan Gehl, uno dei più influenti architetti danesi, uno dei massimi ispiratori di queste trasformazioni: “a fine anni ‘60 in tutta Europa le vecchie città venivano modernizzate con grattacieli, strade larghe, immensi parcheggi e la vita cittadina scacciata dalle strade e dalle piazze. Per reagire a questo modo di procedere sono venuto in Italia, a Lucca, Siena, Ascoli, per studiare un approccio umano nei confronti della città. È naturale che sia così dal momento che nessun altro paese al mondo potrebbe offrire una tale ricchezza di spazi urbani e una cultura più profonda dell’uso delle strade e delle piazze”.

Insomma, in 60 anni ci siamo scambiati le consuetudini. Al nord Europa hanno imparato a vivere alla mediterranea e noi invece abbiamo perseverato nel trasformare secolari luoghi di vita in corsie di transito veloce per auto. Allora in fondo, a ben vedere, la “città 30” è solo un primo passo per riprendere le nostre tradizioni e tornare a prenderci cura degli altri.

Ancora in calo la rilevazione dei cittadini in bicicletta

Martedì 19 settembre scorso i volontari di FIAB Modena hanno effettuato la semestrale rilevazione dei ciclisti nei 15 varchi stabiliti dal Comune di Modena nel 2005. Dalle 7,30 alle 8,45 sono transitati 3570 ciclisti, con un aumento del 25% rispetto a quelli contati nell’aprile scorso ed un calo del 10% rispetto a quelli del settembre 2022.

Come sempre i ciclisti sono risultati più numerosi in autunno rispetto alla primavera, incentivati anche dal clima particolarmente favorevole di questo settembre. Permane tuttavia una tendenza in calo, con dati simili a quelli registrati nel 2020 e nel 2021, che erano fortemente influenzati della pandemia e dalla conseguente diffusione dello studio e dal lavoro svolti a casa.

Le strade più frequentate rimangono quelle di accesso al centro città: via Emilia Est ed Ovest, via Tagliazucchi, viale Medaglie d’Oro, via Sigonio e corso Canalchiaro, le più frequentate anche dai pedoni, risultati complessivamente in crescita di circa il 6% rispetto ad aprile 2022 e del 26% rispetto al settembre 2022.

Forse questa è la risposta dei cittadini che trovano sempre più pericoloso spostarsi in bicicletta, sia per il rischio di essere investiti, che per la probabilità di non trovare all’uscita il proprio mezzo parcheggiato.

Il Comune di Modena, nonostante la promessa di “migliorare le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, (…) favorendo il passaggio dall’uso generalizzato dell’auto privata alla mobilità dolce, ciclabile e pedonale” contenuta nel proprio Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, non ha migliorato la sicurezza stradale e non ha aumentato i portabiciclette, che spesso sono deteriorati e sempre pieni. Ne sono testimonianza le numerose biciclette legate ai pali ed alla segnaletica stradale.

I cittadini aspettano ancora le zone quiete protette attorno alle scuole, da tempo promesse e non realizzate, e molti genitori sono restii a mandare a scuola i propri figli a piedi o in bicicletta, preoccupati per la loro incolumità.

Speriamo che ancora una volta la politica, in previsione delle prossime elezioni amministrative, non si sprechi nel promettere obiettivi ed azioni per la mobilità sostenibile, salvo poi favorire, con miopia, la mobilità e la sosta generalizzata a spese di pedoni e ciclisti, come è avvenuto purtroppo negli ultimi anni.