Lettera a un concittadino al volante

Caro concittadino che in questo momento sei al volante, se sul tuo percorso incontri qualcuno in sella alla sua bicicletta come me non ti infastidire. Lo so che quando pedalo al bordo della strada ti costringo a stare attento e a deviare un po’ dalla tua traiettoria, ma andando in bici sto rendendo la vita un po’ più semplice anche a te. Quando pedalo, sono una macchina in meno nella lunga fila di quelle che ti precedono: ho alleggerito il traffico perché anche tu possa arrivare prima (e con meno stress) alla tua destinazione. Sono anche un “avversario” in meno nella competizione spietata per un parcheggio: io uso gli stalli appositi perché la mia bici occupa poco spazio, ma pensa che nel posto che occupa la tua auto di bici ipoteticamente ce ne starebbero da 6 a 12. Usando i muscoli per spostarmi, non emetto sostanze inquinanti e faccio la mia piccola parte per rendere l’aria meno irrespirabile per me, per te, per i tuoi figli, nipoti, compagni, cugini, nonni, e combatto la mia microscopica battaglia contro la crisi climatica.

Quello che posso fare io, pedalatore di città, è una goccia nel mare: ma pensa se fossimo in tanti, tantissimi a scegliere la bici. Ci sarebbero centinaia di auto in meno a ingorgare le strade, e posti auto vuoti, ci sarebbe meno particolato sottile e meno puzza di smog: non sarebbe più bella, così, la città in cui vivi anche tu?

Quindi vedi, non sono un nemico, e se le amministrazioni comunali decidono di fare qualcosa per rendere la vita un po’ più semplice a me, in realtà stanno aiutando anche te: nelle questioni di mobilità non ci sono schieramenti (“ciclisti contro automobilisti”), ma solo tante persone che si spostano.

Ti chiedo solo qualche attenzione in più, perché nel flusso del traffico, in mezzo a veicoli molto più grandi, più corazzati, più veloci di me, mi sento vulnerabile e fragile. Basta che qualcuno mi urti, o un brusco spostamento d’aria e rischio di finire travolto! Quindi per favore, quando mi sorpassi fallo tenendoti a distanza da me, e non a 20 cm dal mio manubrio; porta pazienza se non mi tengo sempre alla destra estrema della carreggiata ma lì ci sono tombini e spesso l’asfalto è irregolare e rischio di cadere. Non mi insultare se non uso la ciclopedonale: non è obbligatorio, e non è giusto per i pedoni che io tolga loro spazio e tranquillità. E poi sono piene di transenne e interruzioni e rischio addirittura di farmi male. Sii gentile con me: favorire chi sceglie di camminare o pedalare diventa un modo per aiutare anche chi come te va in auto.

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