Via Emilia est: il progetto che non c’è

incroci

Via Emilia est: il progetto che non c’è

Negli ultimi anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili in via Emilia est, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti.

La Fiab, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione della trafficatissima strada modenese avrebbe richiesto marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. La dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso;

2) sarebbe stato prioritario riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui, riorganizzando gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) in una città inquinata come Modena occorrerebbe perseguire la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile. A tale scopo, il traffico proveniente da est andrebbe accolto in un parcheggio scambiatore, da cui poi in bici e bus proseguire verso il centro.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Ciclabile Via Emilia Est: manca un progetto unitario

ciclabile via emilia modena – un comodo accesso

CICLABILE VIA EMILIA EST: MANCA UN PROGETTO UNITARIO

La realizzazione della ciclabile in via Emilia est, da tempo auspicata dalla Fiab, risponde ad un’esigenza largamente diffusa di protezione dei ciclisti dai rischi di incidenti in una delle strade più trafficate e pericolose della città. Nel tratto fra Largo Garibaldi e la tangenziale, la densità dei residenti, degli esercizi commerciali e di servizi di pubblico interesse rende questa strada uno dei percorsi preferiti dai ciclisti.

Occorre evidenziare che lungo via Emilia est esistono da tempo numerosi tratti ciclabili, per l’esattezza 9, realizzati in fasi successive su lati alterni e dotati di caratteristiche diverse tra loro per larghezza, pavimentazione, segnaletica.

Negli ultimi quattro anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, ancora una volta diversi fra loro, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti. Le proteste non si sono fatte attendere, sia dal mondo dei commercianti, ipersensibili ai parcheggi ‘sacrificati’ per la sicurezza dei ciclisti, che degli automobilisti ‘disturbati’ dai cantieri.

E i ciclisti? La Fiab, pur non condividendo le obiezioni di chi continua a fare resistenza passiva alle ciclabili, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione e la messa in sicurezza della principale strada modenese avrebbe imposto la realizzazione di marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. L’ampia dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso. Questo avrebbe permesso di riorganizzare la sosta e di riqualificare le aree antistanti gli esercizi commerciali, oggi assediate dalle auto che ne lambiscono gli ingressi;

2) una visione organica della mobilità ciclistica avrebbe dovuto consigliare l’Amministrazione comunale di riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui. Sarebbe stata anche l’occasione per riorganizzare gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) l’inquinamento dell’aria ed il rumore, che il Comune irresponsabilmente trascura, imporrebbero la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Queste argomentate indicazioni sono state ripetutamente sottoposte all’Amministrazione comunale, con atteggiamento non ideologico, esclusivamente volto alla soluzione dei problemi. In quanto al Tavolo della mobilità, il metodico rifiuto dell’Assessore alla Mobilità di ogni richiesta avanzata dall’associazione ne ha determinato la decisione di uscirne, sottraendosi ad un gioco delle parti in cui il Comune presentava scelte progettuali immodificabili e le associazioni dovevano limitarsi alla loro ratifica.

Questo gioco si è ripetuto anche nel caso delle ultime due ciclabili di via Emilia est, confermando la mancanza di un disegno politico chiaro e moderno sulla mobilità urbana da parte dell’Amministrazione, con la conseguenza di operare scelte parziali e contraddittorie che, fra l’altro, scontentano tutti.

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena
19 aprile 2017

Auguri per un anno pieno di … biciclette

modena, dubbi sul piano ciclabile

modena, dubbi sul piano ciclabile

L’anno che si chiude lascia in eredità un mondo più inquinato e ‘caldo’. In realtà, i proclami retorici delle autorità non freneranno l’ avvelenamento delle città che produce la ‘morte nera’ del XXI secolo.

Nel 2016 sono giunti a conclusione alcuni interventi significativi, ma assai contestati: la ciclabile di via Giardini, quella dello ‘spezzatino’, il tratto ciclabile di via Emilia est fino alla tangenziale, il Piano della mobilità ciclistica, definito dai suoi sostenitori un ‘piano pragmatico’, un modo per nascondere la sua incapacità di modificare il modello autocentrico dominante.

D’altronde, le incoerenze fra dichiarazioni ‘ecologistiche’ e comportamenti pro-automobili segnano l’operato del Comune ormai da troppi anni. Così, mentre il Sindaco di Modena dichiara che l’obiettivo del Piano della mobilità ciclistica è ridurre l’uso delle automobili a favore delle due ruote, si festeggiano le nuove autostrade in arrivo (2.9 miliardi di euro). In città ci si contenta di molto meno: circa 60 posti bici davanti alla Biblioteca Delfini (e altre decine nel centro storico) spariscono, lasciando il posto alle automobili. Le risorse pubbliche destinate al gestore privato del Novi Park aumentano senza più controllo. Non sono stati installati nuovi portabici, né costruiti depositi protetti per bici né implementati i 2 bike sharing, le zone a 30 e le aree pedonali (fatto salva Piazza Roma, strappata alle auto a furor di popolo). La ferrovia Modena-Sassuolo è sempre più a rischio, per l’assenza di una reale volontà di rilancio degli enti pubblici.

Non appare strano, quindi, se per il secondo anno consecutivo i ciclisti registrati dalla Fiab nelle 17 principali intersezioni della città sono calati vistosamente.

Speriamo che il 2017 aiuti ciclisti, pedoni e passeggeri del trasporto pubblico a pulire l’aria sporca della città. Tanti auguri a tutti, e in particolare a chi non si arrende di fronte alle difficoltà.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

2ruote 31 dic 2016

2ruote 31 dic 2016

Emilia Est: pronto il nuovo tratto di ciclabile

ciclabile via emilia est

ciclabile via emilia est

Una buona notizia per i modenesi: sta per essere attivato il tratto di ciclabile in Via Emilia Est fra Via Araldi e Via Martiri delle foibe, fino alla tangenziale. Lungo circa 500 metri, posto sul lato sud della strada, si presenta con pista larga mediamente 2 metri e mezzo. Una volta tanto, gli attraversamenti alle intersezioni sono ciclo-pedonali. Il costo globale dell’intervento ammonta a 662.500 euro.

Nel frattempo, l’Amministrazione comunale ha avviato i lavori per un ‘trattino’ di ciclabile sempre sulla Via Emilia Est, stavolta sul lato nord, fra Via San Giovanni Bosco e Viale Ciro Menotti, antipasto della più impegnativa ciclabile tra Via San Giovanni Bosco e Via del Pozzo, con l’obiettivo di completare il collegamento ciclabile lungo l’intero tratto urbano della Via Emilia Est.

Da tempo richiesti dalla Fiab, questi interventi rispondono ad una pressante esigenza di sicurezza dei ciclisti, e dunque sono ovviamente apprezzabili. Tuttavia, continua a colpire la frammentarietà dell’intera operazione: i nuovi tratti ciclabili si aggiungono su una strada che in appena 2 km presenta una dozzina di tratti ciclabili ognuno dei quali diverso per caratteristiche tecniche.

Resta valida la considerazione nettamente critica che la Fiab ha da tempo espresso sui progetti comunali riguardanti Via Emilia Est: la soluzione più moderna sarebbe stata la realizzazione di ciclabili monodirezionali su entrambi i lati della strada, di più ridotte dimensioni (1.5 metri), rendendo più agevole la composizione delle esigenze degli automobilisti (sosta) e dei ciclisti (sicurezza).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

articolo 27 nov 2016

articolo 27 nov 2016

Via Emilia est: se il ciclista invoca “fate presto”

rossella-bici-a-ostacoliMercoledì 10 dicembre un quotidiano cittadino ha pubblicato la lettera di un lettore (ff) titolata “Ciclabili, fate presto”. Il lettore faceva riferimento alla carenza di ciclabili in una strada pericolosa e trafficatissima (Emilia est), particolarmente nel tratto fra Viale Menotti e Via Campi.

Possiamo tranquillizzare il signor f.f.: facendo propria la posizione di un pugno di commercianti ecologisti, dotati di una visione civica disinteressata e d’avanguardia, il Comune realizzerà un tratto di ciclabile in Via Emilia est. Certo, sarà su un solo lato (nord), lasciando sguarnito l’altro lato (sud), non ricongiungerà i 9 tratti di ciclabile esistenti, tutti diversi l’uno dall’altro, costruiti senza un disegno unitario in una strada peraltro amplissima … Pazienza, il mondo non è perfetto.

D’altronde, il signor f.f. riconoscerà agevolmente che, nel progettare l’intervento, l’Amministrazione ha tenuto in debito conto le sue esigenze di salute e sicurezza: egli infatti potrà esibirsi in uno slalom quotidiano fra un tratto e l’altro di ciclabile, ora a destra ora a sinistra della strada, oplà!, schivando agevolmente i pochi autoveicoli circolanti, rinvigorendo i muscoli e respirando l’aria purissima della zona.

Non pago di tanto risultato, il Comune si è strenuamente battuto per due iniziative decisive finalizzate alla mobilità sostenibile e alla sicurezza dei ciclisti come il signor f.f.,: la realizzazione della Bretella Sassuolo-Campogalliano e la Cispadana. Troppa grazia, e tutta d’un colpo!

Animo, signor f.f., sia ottimista: detto da ciclista a ciclista, pedalare a Modena sarà sempre più facile, sicuro e divertente, e naturalmente ecologico!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il progetto di via Emilia

rossella-modena-dubbioIl Comune, dopo aver approvato un pessimo progetto di pista ciclabile in via Giardini, ha presentato al “Tavolo di consultazione per la mobilità urbana” un progetto simile per via Emilia est.

Molte sono le similitudini tra i due progetti: manca il ridisegno della strada urbana, la pista ciclabile è prevista su di un solo lato a doppio senso di marcia e passa da una parte all’altra della strada, costringendo i ciclisti ad inutili attraversamenti. I marciapiedi rimangono della minima larghezza.

Entrambi i progetti non rispettano il Piano regolatore che classifica i tratti più centrali di queste strade come “strade urbane di quartiere” e prevede piste ciclabili su entrambi i lati. Il Piano indica una riqualificazione delle due strade per ridurre il traffico e le velocità e per dare spazio alla socialità e al passeggio, favorendo lo shopping negli esercizi commerciali e artigianali presenti. Forse questo vantaggio le organizzazioni di categoria, che hanno approvato questi progetti, ancora non lo percepiscono.

L’intervento sulla via Giardini è stato finanziato coi fondi regionali per il “Miglioramento della qualità dell’aria” e quello della via Emilia con i finanziamenti per la “Mobilità sostenibile e il preferenziamento dei mezzi pubblici” dell’Accordo 2007-2010. Siamo nel 2014, nei progetti questi due obiettivi sono marginali e mancano i risultati attesi sulla riduzione del traffico, delle velocità, dell’inquinamento e sul miglioramento del trasporto pubblico.

Se non si rispettano le indicazioni del proprio Consiglio Comunale, figurarsi se ci si preoccupa di motivare e supportare concretamente le proprie scelte.
Altri soldi spesi tardi e male e noi patiamo per gli incidenti e lo smog.

Giorgio Castelli
FIAB Modena

Strade urbane ridotte a parcheggio: il caso di via Emilia est e via Giardini

città assediata

città assediata

In attesa che la nuova amministrazione di Modena si insedi e precisi le linee programmatiche della sua azione nel settore della mobilità, le organizzazioni dei commercianti riunite in Rete Impresa Italia Modena lanciano un ultimatum al Comune sulla ciclabile prevista sul lato nord di via Emilia est: nel chiedere il blocco del progetto, sostengono l’esigenza non solo di conservare i posti auto, ma di incrementarli.

L’appello di Rete Impresa associa la guerra alla ciclabile scatenata dai commercianti di via Emilia est a quella di via Giardini. Come spesso accade a chi teme il futuro perché non sa adeguarsi alle esigenze emergenti, l’associazione dei commercianti si è chiusa nella difesa a oltranza della mobilità esistente e degli interessi corporativi, del tutto insensibile ai problemi più acuti della città.

Ma, come attestano le analisi sulla qualità dell’aria, l’ambiente versa in una situazione grave a causa delle emissioni del traffico, molto superiori ai limiti europei: nella sola via Giardini lo scorso anno si sono verificati ben 85 superamenti dei limiti di PM10, per non citare i dati altrettanto allarmanti di PM 2,5, di anidride carbonica e altri gas nocivi per la salute dei cittadini.

Un’amministrazione sensibile al bene comune dovrebbe quindi perseguire l’obiettivo strategico di ridurre emissioni e incidentalità, piaghe direttamente proporzionali all’uso stratosferico degli autoveicoli (oltre il 76% degli spostamenti avviene con l’automobile).

In queste due importanti strade, peraltro, ve ne sarebbero anche le condizioni strutturali. Infatti, pur essendo strade urbane di quartiere, via Emilia est e via Giardini dispongono di carreggiate amplissime che potrebbero agevolmente ospitare non solo gli autoveicoli, ma anche ciclisti e pedoni. E invece  lo spettacolo che presentano è surreale: notevole traffico di attraversamento, sosta autoveicolare asfissiante, spazi per ciclisti e pedoni residuali, inquinamento e incidentalità alle stelle.

In realtà, il Comune si è finora benevolmente adeguato alla linea dettata dai commercianti più riottosi al cambiamento, sia astenendosi per anni da qualsiasi intervento sulle strade più trafficate che progettando interventi scriteriati come la ciclabile di via Giardini, 1,2 km di tracciato a “spezzatino” previsto per non disturbare un pugno di esercenti nella zona del Gallo.

Che fare, dunque?

Le soluzioni possibili si ispirano alle esperienze condotte dalle città meno autocentriche: restringere la carreggiata, spostare verso il centro i parcheggi, tariffare la sosta e creare spazio per ciclabili e pedonali sui due lati.

Solo questo approccio potrà riqualificare le infrastrutture e creare condizioni per la migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati, riducendo inquinamento e incidenti.

Giuseppe Marano

Via Emilia est: una strada ridotta a parcheggio?

bozza del progetto di via emilia est

bozza del progetto di via emilia est

Mentre i temi della mobilità sono spariti dal dibattito elettorale, le organizzazioni dei commercianti riunite in Rete Impresa Italia Modena lanciano un ultimatum al Comune sul progetto di ciclabile sul lato nord di via Emilia est: nel chiedere perentoriamente il blocco del progetto, sostengono l’esigenza non solo di conservare i posti auto attuali, ma addirittura di incrementarli recuperando altri spazi pubblici. L’appello di Rete Impresa associa la guerra alla ciclabile scatenata dai commercianti di Emilia est a quella di via Giardini.

Come spesso accade a chi teme il futuro perché non sa adeguarsi alle situazioni emergenti, l’associazione dei commercianti si è chiusa nella difesa a oltranza della mobilità esistente e degli interessi corporativi che la rendono insensibile ai problema della città.

Come attestano le analisi sulla qualità dell’aria a Modena, l’ambiente urbano versa in una situazione grave a causa delle emissioni velenose del traffico, molto superiori ai limiti europei. Il Comune quindi dovrebbe perseguire l’obiettivo strategico di ridurre emissioni e incidentalità, due piaghe direttamente proporzionali all’uso stratosferico degli autoveicoli a Modena (oltre il 76% degli spostamenti è in auto).

Pur essendo una strada urbana inserita in quartieri densamente popolati, via Emilia est ha le caratteristiche fisiche di un’autostrada, presenta una sosta autoveicolare asfissiante e spazi per ciclisti e pedoni del tutto residuali. In questa condizione, nessun miglioramento sarà possibile per la qualità urbana dei residenti.

Le soluzioni sono indicate dalle esperienze delle città meno autocentriche di Modena: restringere la carreggiata a due corsie normali, spostare verso il centro i parcheggi, tariffare la sosta e creare spazio per percorsi ciclabili e pedonali su entrambi i lati della strada. Solo questo approccio è in grado di riqualificare le infrastrutture e creare le condizioni per la migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Le nuove ciclabili: ecco come scontentare tutti

Via Emilia Est

Via Emilia Est

I progetti di ciclabili in Via Giardini ed Emilia est presentati dall’Amministrazione comunale, pur rispondendo ad attese di lungo periodo dei ciclisti, appaiono inadeguati e improvvisati, estranei ad una visione unitaria di tutti i fattori della mobilità. Col risultato di scontentare tutti.

Con una inattesa accelerazione, il Comune ha presentato, proprio a fine legislatura, il progetto della pista ciclabile della via Giardini e ben due progetti di piste ciclabili che dovrebbero essere realizzate sulla via Emilia Est, scontentando tutti. In un caso, il progetto ha mandato i ciclisti sul marciapiede, ricevendo la bocciatura delle Circoscrizioni; nell’altro, ha ridotto drasticamente la sosta davanti ai negozi, raccogliendo le proteste univoche del Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova e dei commercianti.

Le strade interessate dai due progetti sono due ex statali che, fin dagli anni Sessanta, sono state inglobate nel centro urbano, subendo continue modifiche per assorbire il crescente flusso veicolare, a scapito delle funzioni tipiche dei margini laterali della strada, quale il transito delle biciclette e dei pedoni e la sosta, nelle strade statali affidate alle banchine laterali.

Tutti e tre i progetti non hanno previsto la riorganizzazione della carreggiata stradale, di larghezza superiore ai dieci metri, dimenticando che l’eccessiva larghezza delle corsie stradali diminuisce la capacità della strada a smaltire i flussi di veicoli, per effetto degli spostamenti laterali e della sosta in doppia fila, possibile proprio per la eccessiva larghezza delle corsie. Non hanno inoltre previsto il riordino degli incroci e delle fasi semaforiche che pure riducono le capacità di una strada urbana e, assieme alle fasce laterali, danno una caratterizzazione urbana allo spazio pubblico.

E pensare che l’articolo numero 1 del Codice della Strada indica i seguenti obiettivi prioritari: “la riduzione dei costi economici, sociali ed ambientali derivanti dal traffico veicolare; il miglioramento del livello della qualità della vita dei cittadini, anche attraverso una razionale utilizzazione del territorio; il miglioramento della fluidità della circolazione”.

Ma queste scelte richiedono un cambio di visione culturale, che, stando a quanto sta succedendo, sembra ancora molto lontano dal trovare una concreta realizzazione.

Giorgio Castelli
(presidente Fiab di Modena)

Le ciclabili della discordia: via Giardini e via Emilia est

bici acquisti

bici acquisti

Il Comune di Modena presenta nel giro di pochi mesi due progetti di ciclabili in due strade importanti della città: via Giardini e via Emilia Est, suscitando numerose polemiche sia fra coloro che sostengono l’uso della bicicletta che fra i rappresentanti delle categorie dei commercianti e degli artigiani. Cosa c’è dietro?

Mentre il Coordinamento Associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno della modifica del progetto comunale di ciclabile in via Giardini, chiedendone la continuità fino a Piazzale Risorgimento e la distinzione fra percorso destinato ai ciclisti e ai pedoni, si accendono le polemiche sull’ altro progetto di ciclabile, quello in via Emilia est.

Il Comune ha presentato la soluzione che prevede una pista ciclabile sul lato nord (a sinistra uscendo dalla città) e la riqualificazione del percorso pedonale sul lato opposto (sud). La Rete Imprese Italia Modena, che raccoglie le sigle degli artigiani e dei commercianti, ha evidenziato che l’operazione comporta il restringimento della carreggiata e la riduzione di 60-80 posti auto nel tratto compreso fra gli incroci con viale Menotti e via Bonacini. Il progetto non terrebbe conto della consolidata presenza di esercizi commerciali in zona, che ne verrebbero notevolmente penalizzati.

Questa reazione difensiva, identica a quella verso la ciclabile di via Giardini, rispecchia fedelmente l’impostazione degli operatori commerciali sul tema del traffico: più automobili passano davanti al mio negozio, più ne traggo benefici. E se l’inquinamento dell’aria sale, non ci possiamo fare nulla: non è un nostro problema.

La cultura autocentrica, in base alla quale l’unico mezzo usabile per gli spostamenti urbani è l’automobile, ha completamente travolto ogni spazio di discorso pubblico: senza l’auto ci sentiamo orfani inconsolabili, deprivati del diritto inalienabile alla mobilità e votati al fallimento economico.

Una simile impostazione non tiene conto dell’opportunità che gli operatori avrebbero dalla ciclabile, rendendo più facile e piacevole l’accesso dei potenziali clienti ai loro negozi, liberati dai vincoli asfissianti dell’auto. Ovunque sono stati realizzati ciclabili e pedonali, i negozi hanno invece registrato incrementi di fatturato. Naturalmente, occorre cambiare e adeguarsi a questo nuovo pubblico: forse è questa la vera paura che si cela dietro la critica alle ciclabili …