Auto o condizionatore?

La soglia di Pm10 a Modena nel 2022 è già stata superata per 44 volte (un giorno su due) ed abbiamo già sforato il numero di giornate permesse in un anno. Nel 2021 la media annuale dei PM10 è stata oltre il doppio del limite massimo stabilito da OMS, mentre biossido di azoto e PM2,5 oltre il triplo. Secondo il World Air Quality Report nell’ultimo mese nella nostra città la qualità dell’aria è la settima peggiore al mondo, addirittura dietro a megalopoli come Dacca.

Le polveri sono un inquinamento che non si vede ma che crea gravi problemi alla salute soprattutto dei più piccoli, degli anziani e di chi già soffre di patologie cardio-respiratorie, spesso i nostri familiari più deboli a cui dedichiamo le cure maggiori. Non è una situazione nuova ma nessuno interviene in modo deciso; anzi, appena i valori giornalieri tornano nei limiti, vengono subito annullate le misure restrittive sul traffico.

Non è facile risolvere un problema decennale in pochi mesi, ma è ora almeno di iniziare a fare quello che è nelle nostre possibilità. Tra queste c’è sicuramente una revisione delle politiche sulla mobilità, visto che secondo i dati del PUMS l’ 83% dei tragitti in auto inizia e finisce nel comune di Modena e il 45% di questi è più corto di 2,5Km: basterebbero questi due numeri per capire che nell’immediato è necessario incidere per ridurre drasticamente il traffico automobilistico inutile.

Ed invece di blocchi del traffico giornalieri, si dovrebbero imporre misure permanenti come l’estensione del limite del 30kmh a tutte le zone residenziali: oltre a minor rumore ed inquinamento, favorirebbe anche la scelta dell’utilizzo della bici nei percorsi casa-scuola o casa-lavoro perché diminuendo la velocità del traffico aumenterebbe la sicurezza per ciclisti e pedoni, che è il primo motivo per cui le persone non camminano o non pedalano.

Oppure istituire il divieto di transito/parcheggio auto davanti alle scuole, dove i nostri ragazzi rimangono per tutto l’arco della giornata. Con un piccolo cambio di abitudini, accompagnarli a piedi od in bici potrebbe diventare una sana consuetudine anche per gli adulti.

Ognuno di noi, davanti al probabile razionamento delle fonti energetiche fossili deve iniziare a domandarsi quali comportamenti virtuosi tenere: cambiare la modalità di qualche spostamento quotidiano, oltre a non essere un grande sacrificio reale, ha anche il grande vantaggio che è sempre e comunque una scelta di pace. Anche per le nostre città.

Record da togliere il fiato

Dopo il primato regionale di cittadini a piedi o in bici uccisi in collisioni, ne arriva un altro altrettanto nefasto: quanto a mortalità prematura per inquinamento da polveri sottili (PM10, PM5 e PM2,5) e diossido di azoto, ci sono ben tre comuni modenesi tra i primi 60 posti su 859 città europee nella classifica del Barcelona Institute for Global Health, con Carpi 33esima, Modena 50esima e Sassuolo 60esima.

ARPAE ha rilevato che la maggiore responsabilità dell’inquinamento da polveri sottili è in capo al traffico, che impatta per il 34%. Passare alle auto elettriche? Non basta. Osserva infatti Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano: “il tubo di scappamento degli autoveicoli incide per il 50% nella produzione delle polveri sottili da traffico, ma l’usura soprattutto di freni, asfalto e pneumatici influisce per il restante 50% […] con microscopici frammenti di metalli, minerali e gomma che poi si disperdono nell’aria e vengono inalati”.

Nelle strade urbane, affiancate da palazzine, rischia poi di crearsi un effetto canyon, con microvortici d’aria che fanno ristagnare gli inquinanti a livello del marciapiede, specie sul lato sottovento (con picchi anche 4 volte superiori rispetto all’altro lato). Si capisce allora perché i maggiormente esposti sono bambini e anziani: i primi hanno il naso più vicino al suolo, dove si concentrano gli inquinanti, e sono ancora in via di sviluppo; i secondi sono indeboliti dall’età.

Polveri sottili e diossido di azoto hanno effetti diretti devastanti sulla salute: ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva, tracheiti, bronchiti e tumori polmonari, asma e infezioni delle basse vie respiratorie. Secondo l’OMS ci sono poi effetti indiretti su diabete di tipo 2, obesità, infiammazione sistemica, Alzheimer e demenza.

ISDE Medici per l’Ambiente ha giustamente lanciato l’allarme, chiedendo interventi a tutti i livelli. Per cominciare, si potrebbe abbassare a 30 km/h il limite di velocità su tutte le strade urbane, come raccomanda il Parlamento Europeo. Meno sgasate, meno accelerate e frenate, tempi di percorrenza sostanzialmente invariati, strade più sicure che potrebbero convincere qualcuno ad andare a scuola, al lavoro, alla spesa in bici o a piedi anziché in auto, il che alleggerirebbe il traffico e l’inquinamento.

Ovunque sia stata attuata, la politica della Città 30 ha innescato un circolo virtuoso che ha portato più salute a tutti i cittadini, in primis ai bambini. Cosa aspettiamo?

FIAB Carpi: misure immediate per un futuro da respirare

Regione Emilia Romagna e Comune di Carpi presentano i futuri piani di azione legati al miglioramento della qualità dell’aria. Ma occorre agire subito.

E’ di un milione di euro, destinato ai Comuni dell’intero territorio regionale, l’impegno della  Regione Emilia Romagna per il progetto “Bike to work, al lavoro in bicicletta”, nato per premiare con una somma in denaro le persone che decideranno di percorrere pedalando con la propria bici il percorso casa lavoro e ritorno.

Lo ha detto Irene Priolo, assessore della Regione Emilia Romagna nell’ambito della rubrica “Filo diretto con la Giunta” di Giovedì 16 aprile 2020. Nonostante la grande urgenza del tema della distribuzione delle mascherine, di competenza della stessa Priolo, l’assessore ha dedicato parte del proprio intervento alla importanza di nuove abitudini che portino ciascuno a limitare l’uso delle auto, vista l’evidenza della diminuzione di gas No2 e di Pm10 nell’aria in questi giorni di blocco degli spostamenti, spiegando anche che gli episodici picchi di Pm10 sono avvenuti in occasione di giornate caratterizzate da fenomeni metereologici di trasporto di polveri desertiche.

Nella stessa giornata il Sindaco di Carpi Alberto Bellelli e l’Assessore all’Urbanistica Riccardo Righi hanno organizzato una Conferenza stampa online riguardo i progetti futuri legati all’obiettivo di miglioramento della qualità dell’aria. Il Sindaco Bellelli ha quindi scelto di sospendere per qualche minuto l’impegno nella difficile lotta alla pandemia da covid-19, per presentare insieme all’assessore Righi quella parte del Bilancio di previsione del Comune di Carpi dedicata agli interventi di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Un censimento del verde pubblico, il de-sealing o desigillazione ad esempio su viale Carducci, dove rimuovendo una fetta di asfalto sarà creata una lunga aiuola lineare di un chilometro, il Parco della Cappuccina, l’obiettivo confermato di piantare 30 mila alberi e arbusti nel prossimo triennio,  un  progetto di rinaturalizzione degli argini dei canali per favorire la biodiversità, con un brevissimo passaggio all’inserimento di “percorsi ciclabili”.

L’assessore Righi ha enunciato l’intenzione di estendere anche ai giorni festivi il servizio a chiamata Prontobus, di potenziare il sistema di noleggio gratuito delle biciclette bike sharing, di incentivare l’acquisto di mezzi elettrici e di promuovere il Bike to work – al lavoro in bici, con un  premio per chi usa la propria bici per recarsi al lavoro.

C’è stato anche un rapido riferimento al Paes – Piano di azione per l’energia sostenibile (aumento della produzione energetica da fonti rinnovabili per la riduzione delle emissioni di CO2) alla redazione e all’avvio del Paesc – Piano d’azione energia e clima con l’individuazione delle azioni da adottare.

Fiab Modena sezione di Carpi, nella soddisfazione di notare lo sforzo di sollevare per un attimo il capo dalla attuale emergenza, segnala la necessità di immaginare il nostro rientro in città dopo tante settimane di distanziamento sociale ed isolamento, e di adottare soluzioni immediate.

Come sarà il primo giorno di scuola sulle strade di Carpi? Potremo pensare di salire su un autobus affolato, con nuove regole di distanziamento sociale? Esiste il pericolo che moltissimi cittadini del territorio di Carpi e dell’Unione delle Terre d’Argine decidano di usare il proprio mezzo privato a motore, con conseguenze disastrose sia a livello di congestione del traffico che di implicazioni gravi per la salute dei cittadini per l’inquinamento dell’aria e acustico.

Questo periodo di emergenza ha dimostrato la grande disponibilità delle persone a mettere in pratica le istruzioni degli amministratori quando in gioco c’è la salute di tutti, quindi Fiab ritiene fondamentale che le Amministrazioni comunali adottino immediatamente una incisiva campagna comunicativa per spingere i cittadini a lasciare a casa auto e scooter e a preferire la bici per gli spostamenti urbani, anche perchè dopo un periodo di lunga e forzata sedentarietà c’è bisogno di una ripartenza fisica: la bicicletta rappresenta uno strumento fondamentale di mobilità e di soluzioni accessibili per contribuire alla salute personale e collettiva.

Lo stesso 16 aprile 2020 FIAB nazionale ed una quarantina di associazioni e gruppi spontanei attivi nella mobilità nuova e nell’ambientalismo, ha inviato una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Capo della Task Force per cosiddetta “fase 2”, Vittorio Colao e a ministri, ai presidenti di Regione e al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per chiedere una mobilità nuova dopo il Coronavirus.

“Serve una rete ciclabile d’emergenza o le auto ci sommergeranno”, si scrive. “Accanto all’emergenza sanitaria che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini di vita nell’ultimo mese e mezzo, con la graduale riapertura della fase 2 si profila un’altra emergenza, quella stradale. Man mano che le strade torneranno a essere popolate con l’allentamento delle misure di sicurezza, il trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa della sfiducia della popolazione nella sua sicurezza, sia per l’effettiva impossibilità di mantenere un distanziamento sociale adeguato. In assenza di interventi adeguati il rischio è quello di una seconda ondata massiva di motorizzazione, e di un’ancor più iniqua redistribuzione degli spazi in favore dell’automobile, come sottolineano i dati preliminari provenienti dalla Cina”.

Il Coordinamento ha inviato i suoi suggerimenti e delle richieste emergenziali “per una mobilità nuova, dolce e sostenibile, a partire da una rete ciclabile d’emergenza”:

  • Realizzazione di infrastrutture pedonali e ciclabili “soft”, a basso costo e rapida attuazione, come le bike lane o le strade scolastiche;
  • Incentivi economici e finanziamenti per la mobilità alternativa all’uso dell’auto privata;
  • Mantenimento di ZTL, sosta regolamentata e corsie preferenziali per evitare un incremento indiscriminato del traffico motorizzato privato;
  • Promozione dello smart working e contenimento dei picchi di congestione stradale;
  • Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva come modo di trasporto urbano resiliente;
  • Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico preposto;
  • Realizzazione di campagne informative nazionali per l’incentivazione di mobilità attiva e stili di vita sani.

Fiab Modena sezione di Carpi si augura che l’Unione delle Terre d’Argine si attivi per prima nel territorio modenese, regionale e nazionale nella attivazione di una Rete Ciclabile di Emergenza a basso costo e di rapida attuazione, che servirà anche ad accogliere al meglio i futuri interventi a favore della mobilità ciclabile descritti da Bellelli e Righi.

 

L’aria ai tempi del Coronavirus

La situazione drammatica che stiamo vivendo a causa del Covid-19 e le giuste restrizioni per il contenimento del contagio, ci portano a soffermarci, come associazione ambientale, sull’argomento: inquinamento dell’aria. Ci stiamo chiedendo: il drastico cambiamento delle nostre abitudini quotidiane, in particolare la riduzione degli spostamenti motorizzati, ha determinato la riduzione degli inquinanti nell’aria che respiriamo?

Paradossalmente, mai come in questo momento di emergenza, gli scienziati hanno la possibilità di analizzare il problema in modo complesso comparando i dati scientifici prima e dopo le restrizioni legate agli spostamenti, ma anche alla chiusura parziale delle attività industriali e all’utilizzo o meno dei riscaldamenti. Ancora non si hanno certezze poiché è necessario monitorare i dati nel medio-lungo termine, soprattutto perché il fattore meteorologico è anch’esso determinante.

Il 13 marzo, l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha divulgato dei dati, nei quali è evidente come in Italia – dal primo gennaio 2020 all’ 11 marzo 2020- nell’area padana, sia avvenuta una riduzione dell’inquinamento, in particolare nelle emissioni di biossido di Azoto (NO2), uno dei principali prodotti del traffico cittadino e delle attività industriali. D’altra parte Arpae Emilia Romagna specifica che le concentrazioni di NO2 variano fortemente in presenza di perturbazioni atmosferiche, e proprio in Emilia Romagna si sono verificate precipitazioni e vento molto forte.

Quindi la concomitanza delle restrizioni del traffico per Covid-19 e il forte vento per adesso non possono portare all’equazione “blocco traffico = meno inquinamento”. Fermo restando che una diminuzione complessiva di NO2 è certa, attendiamo il monitoraggio delle prossime settimane: sarebbe un peccato non sfruttare questa “occasione” per definire scientificamente, senza più smentite di parte, quali sono le criticità da affrontare una volta finita l’emergenza.

Greta Thunberg o Trasfair?

Due eventi si sono tenuti a Modena la scorsa settimana.

Venerdì 27 settembre la città ha partecipato allo sciopero globale contro il cambiamento climatico, che ha visto milioni di persone in tutto il mondo chiedere con urgenza alla politica soluzioni per fermare le conseguenze del cambiamento climatico, dovuto principalmente alle attività di eccessivo consumo delle risorse naturali a cui il sistema economico capitalista ci obbliga (diciamolo una buona volta chi è il responsabile!)

Sabato 28 settembre invece, si è tenuto un workshop su Trasfair, un progetto del Comune di Modena e Unimore per monitorare l’inquinamento atmosferico in relazione ai flussi di traffico e le condizioni meteo. Tecnici e politici stanno studiando tutto, 400 centraline che contano i passaggi auto, tutto sotto controllo: dati presenti, ma conclusioni assenti.

Eppure è proprio a loro, a chi ha il potere di decidere che Greta Thunberg chiede con determinazione di adottare misure drastiche per contrastare l’inquinamento entro i prossimi 9 anni, come ridurre il più possibile il traffico automobilistico (e non perder tempo solo a monitorarlo!)

A questa responsabilità il nostro sindaco e i suoi assessori sono chiamati a rispondere oggi: 9 anni di tempo abbiamo per invertire la rotta, esattamente il tempo di attuazione del Piano per la mobilità sostenibile, che Fiab Modena, presuntuosamente assieme a Greta chiede sia modificato con l’inserimento di azioni che con coraggio contrastino l’uso dell’auto a favore di altri sistemi di mobilità non inquinanti (trasporto pubblico, bici, a piedi)

Sveglia! Riprendiamoci la nostra aria

La salute dovrebbe essere un bene prezioso e l’aria è il primo dei beni comuni. Perché questa elementare verità è così spesso contraddetta dalle politiche di chi governa le città? Matilde, 10 anni, davanti ad un vecchio film si stupisce: “Fumavano in casa? Si poteva?” Eccome! Anzi, si istigava a fumare con l’emulazione: persino Babbo Natale poteva esibire la sigaretta! A lungo l’opinione pubblica non è stata debitamente informata sui veri danni del fumo, anche passivo.

Nella città che sogno, la figlia di Matilde sgranerà gli occhi: “Ma come, nel 2018 si poteva inquinare l’aria con tutte quelle macchine?” Il paragone ci sta tutto. Cito la relazione del dottor Panizza (per gli inquietanti dati www.isde.it). È provata la relazione tra inquinamento ed aumento di patologie quali cancro, malattie respiratorie, cardiovascolari, neurologiche. La pubblica opinione è sufficientemente sensibilizzata a ciò? O la persona comune tende a pensare: se i decisori politici non agiscono in modo netto, il problema non sarà così grave…non sarà il mio SUV a cambiare le cose.

Nella democrazia indiretta io, cittadina, eleggo qualcuno che si occupi dell’interesse comune ed abbia l’autorità di imporlo sugli interessi particolari senza tema di scontentare questo o quel soggetto. Beh, non sta funzionando così.

L’aria non è il primo dei beni comuni? Chi ci amministra non lo sa che è irrespirabile e patogena? I bambini residenti presso strade di gran traffico hanno più probabilità di ammalarsi di leucemia linfatica. Non basta questo dato per azzerare ogni strategia elettorale e fare della drastica riduzione del traffico una priorità assoluta?

Modena, ridente “terra di motori”, lucrosa attrazione turistica, è una camera a gas infestata da PM2,5, PM10, CO2 ed altri invisibili killer: cominciamo a dirlo forte. Ma a cosa servono rimedi locali? La Padania è tutta inquinata. Obiezione falsa: è dimostrato che il miglioramento dell’aria anche in un solo quartiere ha effetti benefici immediati, e un aumento dell’aspettativa di vita a lungo termine. Altra buona notizia: chi è passato dalla mobilità meccanica a quella attiva, piedi o bicicletta, ha avuto un rilevante guadagno in termini di salute. Quindi, facciamoci sentire e diamoci da fare: perché la città siamo noi.

Chiara Marchiò
www.modenainbici.it

 

 

Campionatore passivo, cittadino attivo.

È di pochi giorni la notizia che l’Italia è a rischio di procedura di infrazione in materia di qualità dell’aria; sarebbe “colpevole”, insieme ad altri paesi europei, di mantenere troppo alti i livelli di concentrazione di due inquinanti atmosferici: il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico. Il Ministro dell’Ambiente sarà convocato, entro fine mese, dal Commissario dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, il quale si attende di conoscere “come e in che tempi si vuole raggiungere il rispetto” delle principali direttive europee in materia di qualità dell’aria.

Sono già pronti a rispondere all’Europa, sopperendo all’inoperatività del governo italiano, i “cittadini sentinella” di Bologna, protagonisti e finanziatori di “Aria Pesa”, un’iniziativa di monitoraggio che definirà una mappatura puntuale della qualità dell’aria in città.

Saranno più di 200 i cittadini attivi nella rilevazione, verranno forniti di un “kit misuratore” di NO2 con relative istruzioni per l’uso. Il kit consta di una staffa, di tre fascette per il fissaggio e del campionatore, quest’ultimo è un tubetto di pochi centimetri che va installato nel luogo più aperto possibile a una distanza dal suolo non inferiore ai tre metri. Si può mettere su un balcone, accanto a un palo o fuori dalla finestra, in questo modo verrà misurata la qualità dell’aria nelle strade più frequentate, come quelle casa-lavoro, casa-scuola. Il monitoraggio avrà la durata di un mese, dal 25 gennaio al 25 febbraio, i dati raccolti saranno sottoposti ad uno studio scientifico, supportato dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna e confrontato con i dati regionali dell’Arpa, ad oggi presente in città di Bologna, con 3 centraline.

Aria Pesa” non è solo un esperimento civico su basi scientifiche, è una presa di coscienza collettiva, che va a contrastare le scelte dell’amministrazione pubblica che determinano gravi conseguenze sulla salute e la qualità di vita in città. Se da una parte la politica si affievolisce, dall’altra il risveglio dei cittadini può essere lo stimolo per motivare politiche più coraggiose di limitazione di veicoli inquinanti e promozione della mobilità sostenibile, portando un cambiamento profondo dei nostri stili di vita.

I cittadini si stanno attivando … e la politica?

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

città inquinata

Quattro Regioni in ‘guerra’ contro lo smog?

In vista del G7 sull’Ambiente (Bologna 11-12 giugno), il Ministero dell’Ambiente e e le Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, fra le più inquinate d’Europa, hanno firmato un «Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’ aria nel bacino padano».

Lo scopo dell’iniziativa è il contrasto all’inquinamento atmosferico attraverso misure mirate alla mobilità, alle energie rinnovabili e all’agricoltura sostenibile.

In particolare, si punta a rendere omogenei i divieti di circolazione in caso di superamento della concentrazione delle polveri sottili. Sono poi previsti eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti, misure su mobilità alternativa, energie rinnovabili e agricoltura eco-compatibile. In tutto, verranno investiti 32 milioni di euro.

Qual è il significato di questo «Nuovo accordo di programma» fra Stato e Regioni? Certamente è positivo per il coordinamento istituzionale in funzione anti-smog e per l’impegno di significative risorse finanziarie per gli interventi concreti.

Ma che effetto avrà sulla situazione ambientale? L’inquinamento atmosferico è allarmante: nel 2016 sono stati registrati 33 sforamenti dei limiti del PM10 a Bologna, 43 a Piacenza, 42 a Reggio Emilia, 49 a Modena e 50 a Rimini. Il 2017 si annuncia più pesante: in soli 5 mesi Bologna ha già toccato quota 24, Reggio 45, Modena 40 e Parma 35.

Purtroppo, la maggior parte delle risorse sosterrà la sostituzione dei veicoli più inquinanti (con altri veicoli comunque inquinanti). La filosofia generale dell’«Accordo di programma» non appare dunque nuova: punta a mitigare le emissioni inquinanti (prodotte da circa il 20% dei veicoli circolanti) piuttosto che a modificare il modello di mobilità autocentrico a favore dei mezzi ecologici. Per questo vizio d’origine, i risultati non potranno che essere al disotto delle necessità di tutela della salute dei cittadini.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Manovra antismog: finalmente si fa sul serio

inquinamento

Il persistente alto livello di polveri sottili nell’aria ha acceso i riflettori sui rischi per la salute. In effetti, la situazione è molto grave: non si tratta solo delle polveri sottili (PM10), quanto di quelle ultrasottili (PM2,5) che – insieme a numerosi altri veleni – hanno creato un aerosol stagnante sulla Pianura Padana estremamente pericoloso e climalterante. Le sorgenti del fenomeno sono note: traffico, riscaldamento, attività industriali e agricole.

L’immissione incontrollata delle scorie nella terra, nel mare e nell’atmosfera ha raggiunto un livello impressionante e oggi assedia gli stessi fattori chiavi della vita: l’aria, l’acqua, il cibo. È ora di svegliarsi dal torpore che induce a pensare che questa faccenda si risolverà da sola.

I cittadini devono rendersi conto che devono cambiare stile di vita e di mobilità, ad esempio accogliendo i pressanti inviti a usare i mezzi di trasporto ecologici. Anche le istituzioni hanno un ruolo chiave nel dare segnali convincenti e precisi per contrastare l’inquinamento e ricostituire un ambiente sano.

Su quest’ultimo versante, intravediamo segnali rassicuranti. Di fronte all’emergenza, il Comune è corso ai ripari con misure radicali antismog: la domenica ‘ecologica’, l’abbassamento della temperatura nelle case e negli uffici, la conversione di Gigetto in linea-bus e, soprattutto, il blocco della bruciatura delle sterpaglie, evento assai frequente in una zona altamente agricola come quella modenese. Fa anche piacere scoprire – fra le pieghe del bilancio comunale – che una voce è stata prevista per il compenso di uno sciamano cherokee, esperto nella danza della pioggia, assoldato appositamente per provocare utili tempeste scacciaveleni. Possiamo dirlo: finalmente si fa sul serio!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Smog: il piacere vale il rischio?

smog

Modena è immersa in una cappa di velenoso aerosol che a lungo andare, e silenziosamente, ammazza la vita. Tuttavia, non solo le amministrazioni, ma anche molti cittadini si cullano nell’illusione che tutto proceda normalmente e che la faccenda non ci riguardi. È un problema degli altri, l’iniziativa tocca ad altre istituzioni, è una questione irrisolvibile, lo smog è un prezzo dello sviluppo…

E così, di amenità in amenità, la nostra vita annaspa nell’aria ammorbata senza che se ne intravveda una via d’uscita. Dobbiamo dunque rassegnarci e affidarci alla legge dei grandi numeri, come fanno certi fumatori incalliti, secondo cui ‘il piacere vale il rischio’? E se così non fosse?

Poiché la classe dirigente attuale non è all’altezza dei problemi da risolvere, occorre che ogni cittadino rifletta sul contributo che può dare per migliorare la situazione, per sé e per chi ci seguirà in questo mondo bello, ma fragile e unico.

Guardiamo ai fatti: gran parte degli spostamenti in auto sono individuali e a corto raggio (2-3 km); la quattro ruote è costosa da mantenere, pericolosa e inquinante. Cosa ci impone dunque di usarla nei viaggi lunghi come nei brevi?

Al contrario, la bici si rivela un mezzo agile, confortevole per la nostra realtà, economica, pulita e salutare, competitiva negli spostamenti brevi. E divertente. I più ‘comodosi’ possono ricor29rere alla bici elettrica, i più esigenti a ogni sorta di cargo-bike per le merci. È anche creativa: a Copenhagen due giovani italiani riscuotono successo con la loro pizzeria ambulante su due ruote.

L’auto è un (pericoloso) residuo del passato. Se provassimo a cambiare?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it