La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città, di Ilaria Sesana, Ponte alle Grazie – Altreconomia Edizioni, 2012

La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città,  di Ilaria Sesana

La manutenzione della bicicletta e del ciclista di città, di Ilaria Sesana

L’agile manuale scritto dalla giornalista Ilaria Sesana (che vive e pedala avanti e indietro per Milano) si concentra su due aspetti fondamentali per chiunque abbia fatto della bici il suo mezzo di trasporto quotidiano: la manutenzione della bicicletta, ovvero come capire e risolvere piccoli problemi pratici per mantenere efficiente il proprio mezzo, e la manutenzione del ciclista, ovvero come difendere se stessi dalle mille insidie del traffico, dello smog, del meteo.

Scrive l’autrice nella premessa: “…prima di tutto, la bicicletta è libertà. Libertà di muovermi per la città senza restare imbottigliata nel traffico. O impazzire alla ricerca di un parcheggio. Libertà di andare al lavoro in poco più di venti minuti, ritagliandomi pure il tempo per il caffè e la pausa in edicola […]

Gli ostacoli, certo, non mancano: traffico delirante, smog, piste ciclabili a spezzatino, buche nell’asfalto […] La bici in città è un azzardo, ma ho scelto di puntare su questa ruota. Perché dopo otto ore trascorse davanti a un pc, la possibilità di sciogliere i muscoli con una bella pedalata è il modo migliore per concludere la giornata. Perché mi permette di rilassarmi e di mantenermi in forma. Perché in questo modo posso dare il mio piccolo contributo a rendere la mia città un posto un po’ più vivibile.

Poi c’è un’ultima, piccola soddisfazione: recuperare il piacere di fare le cose con le mie mani. Individuare un problema, capirne le cause, sporcarmi le mani e (talvolta con un piccolo aiuto esterno) riuscire a trovare una soluzione. E poter dire agli scettici: L’ho fatto io, che ci vuole?”

Andare a scuola in bicicletta : sì o no? Idee e opinioni di bambini a confronto

la mobilità dei bambini

la mobilità dei bambini

Nell’ottobre 2012 la classe ha aderito ad una delle proposte dello “Scuola-Città”, precisamente al percorso “Biciclettando”, finalizzato a conoscere la bicicletta come mezzo alternativo di mobilità per spostarsi nel quartiere, andare a scuola, trovarsi con gli amici …
Dopo l’uscita in bicicletta nelle vicinanze della scuola, ragioniamo insieme sui pro e i contro della bicicletta.

Perché no
Andare a scuola in bicicletta non va bene perché con l’aria fredda ci si può ammalare. Mentre pedali ti arriva il freddo in faccia e ti fa chiudere gli occhi. D’inverno piove, ci sono le pozzanghere e c’è freddo. In bici ci si bagna e ci si sporca. C’è pure il ghiaccio e le gomme termiche costano tanto. Con la neve puoi trovare il percorso bloccato ed è peggio del traffico in automobile. Se cadi ti si infila la neve nelle scarpe, nella maglia e nei pantaloni. BRRR! Quando poi torni a casa con i vestiti bagnati la mamma e il papà ti mettono in punizione. In autunno si fatica a pedalare tra i mucchi di foglie cadute. In primavera c’è bel tempo, ma un acquazzone improvviso ti fa ammalare. In estate poi c’è troppo sole! Mischiato al calore del corpo che si ottiene pedalando, si suda davvero troppo.
Quindi è meglio usare la macchina.
Si possono comprare le auto a metano, elettriche o a GPL per risparmiare e per non inquinare!

Perché sì
Andare a scuola in bicicletta è divertente, conveniente e importante. Mentre pedali sulle piste ciclabili puoi guardarti intorno e osservare la natura. In auto invece ti annoi perché puoi guardare solo fuori dal finestrino, in bici è come se l’aria ti trasportasse. Puoi andare a scuola da solo, non c’è bisogno dei genitori per guidare una bicicletta.
Puoi andare piano, veloce, insomma puoi andare come ti pare. Puoi pedalare con gli amici e divertirti di più anche facendo gare di velocità. In macchina non puoi correre, potresti fare incidenti e creare grossi problemi. Andando a scuola in bici poi sei più sveglio e pronto per la lezione.
Con la bicicletta fai prima ed è sempre pronta. La macchina si deve accendere, fare manovre per uscire dal garage, la serratura in inverno si può ghiacciare. L’auto si muove a fatica nel traffico mentre la bici lo evita. Poi c’è il problema del parcheggio: la bici è piccola e può stare dappertutto. Con la bici non ti devi fermare a fare rifornimento. La benzina costa molto, dura poco e i tuoi soldi scompaiono. Non devi andare dal meccanico perché hai dei problemi al motore: nella bicicletta il motore sono le tue gambe e quelle non si rompono! Se si buca il copertone in poche mosse lo ripari. Se sei abbondante e hai qualche chilo di troppo, le due ruote ti fanno anche perdere peso.
La bici soprattutto non inquina.

Quindi EVVIVA LA BICICLETTA !

Classe 5 B , scuola “G. Rodari”, 9° circolo, Modena

Cubista ma “burrosa”: potenza dell’arte di Picasso – novembre 2012

Testa di Toro guerciadi Diana Altiero

La stagione cicloturistica si è conclusa! Ma noi con grande piacere ci avviamo all’appuntamento “Artebici” della Fiab che ci conduce alla visita di mostre d’arte. Il piacere è duplice perché è anche l’occasione per rivedere le persone che amano l’arte e che non si incontrano nelle occasioni “ciclistiche”. Non mancano però, tra i ciclisti “consueti”, coloro che amano “abbandonare” l’amata bici per una full immersion artistica.

La meta questa volta è la mostra dedicata a Picasso con opere provenienti dal Museo Picasso di Parigi. La mostra si apre con la Célestine (1904), la vecchia guercia in azzurro che chiude il periodo blu di Picasso; i suoi occhi, uno aperto sulla realtà, come a captare l’oggettività, e l’altro chiuso al mondo esterno ma, “aperto” all’interiorità dell’artista, dove è presente ciò che è stato da lui filtrato dal mondo esterno e rielaborato secondo la sua sensibilità.

Del 1922 è invece Due donne che corrono sulla spiaggia, due giganti dalle braccia e gambe massicce ma così leggere, ballerine danzanti nell’aria frizzante. Di questo quadro colpisce la sua dimensione minuta rispetto a come si è abituati a vederlo raffigurato nei vari cataloghi. Curiosa poi l’espressione “burrosa” della guida nel descrivere la rappresentazione di Picasso dell’amante; non riconoscibile perché raffigurata in stile cubista ma resa con fare “burroso” e cioè, con linee morbide e rotonde a richiamarne la personalità. Non mancano poi le sculture e per noi ciclisti non può non colpire Testa di toro del 1942 realizzata utilizzando un manubrio e un sellino di bicicletta. Solo Picasso poteva accostare le linee leggere della bicicletta con la robustezza di una testa di toro.

Modena e i suoi canali – settembre 2012

Gita per acqua (ed erba)

Canalino, Canaletto, Canalgrande, Canalchiaro… Il nostro giro “per acque” parte proprio dal centro storico, dove i nomi delle vie ricordano un’epoca in cui i canali di Modena scorrevano a cielo aperto, mentre noi abbiamo soltanto potuto immaginare questa Modena un po’ veneziana, che ora corre sotterranea, sotto le ruote delle nostre biciclette. In corso Vittorio Emanuele si riconosce la zona sotto la quale correva il Naviglio, poi coperto dall’ampia aiuola spartitraffico. Usciamo dalla città all’altezza di Via Due Canali, un nome che ancora evoca i canali Pradella e Diamante, che correvano paralleli prima di confluire nel Naviglio. E poi, appena fuori dalla città, vediamo riemergere il Naviglio e lo costeggiamo lungo la strada che porta a Bastiglia e Bomporto. Intanto Paolo, la nostra guida, ci illustra, lungo tutto il percorso, storia, tecnica e curiosità di queste vie d’acqua e della loro importanza, per la raccolta delle acque della città, per l’irrigazione, per la depurazione e – un tempo – anche per la navigazione, come ancora testimonia la bellissima darsena ottagonale di Bomporto, con le sue chiuse per alzare il livello dell’acqua e consentire il passaggio delle imbarcazioni. Ora, più che imbarcazioni, è facile incontrare colonie di nutrie, roditori assai prolifici.
Al ritorno comincia il bello. Improvvisamente una tranquilla gita in pianura (sulla carta, un pallino) diventa un’impresa: scegliamo infatti non la tradizionale ciclabile Bomporto-Modena, ma un argine con erba alta e bagnata, dove la bici fatica a muoversi e i meno allenati – come la sottoscritta – si trovano catapultati in un “tre pallini percepiti”! Per fortuna una pausa bio (niente caffè, solo frutta a chilometri zero) ci dà l’energia sufficiente ad arrivare – infine – alle strade asfaltate.
Pardon, ai canali ricoperti.

Mirella Tassoni

Bomporto

Bomporto

Bomporto

vista dall’alto

Bomporto

corte a Bomporto

il porto di Bomporto

Velo Volee [1]: Conoscere il tuo nemico

FIAB Amici della Bicicletta Modena, presenta un breve corso in 9 clip per non farsi rubare la bicicletta. Abbiamo chiamato questo progetto Velo Volèe. Innanzitutto presentiamo il problema del furto delle bici a Modena … ma crediamo che nel resto d’ Italia non sia meglio! Prima lezione: Conosci il tuo nemico per combatterlo!

Velo Volèe [1]: Non farsi rubare la bicicletta. Conosci il tuo nemico per combatterlo! from FIAB Modena on Vimeo.