Cosa migliora davvero la sicurezza stradale?

In occasione della Giornata mondiale in memoria delle vittime sulla strada del 19 novembre, FIAB ha inoltrato una lettera aperta ai gruppi parlamentari e alla Commissione Trasporti della Camera.

Come FIAB ci occupiamo da oltre trent’anni della sicurezza delle persone: promuoviamo una mobilità rispettosa di tutte e tutti, forniamo analisi e strumenti perché l’Italia si allinei agli standard europei da cui ancora è molto distante.

Siamo quindi molto preoccupati per le misure contenute nel Ddl “Sicurezza stradale” dal quale emerge un approccio coercitivo e sanzionatorio contrario alla visione scientifica del tema, che di fatto ignora gli strumenti necessari per salvare la vita delle persone. I provvedimenti indicati contengono errori grossolani e distorsioni pericolose: si afferma di salvaguardare chi va in bici, ma si persegue ancora una visione autocentrica e ormai insostenibile.

“In Italia, solo nel 2022, sono 3.159 le morti dovute a collisioni stradali e 223.475 i feriti. Non ci stanchiamo di ripetere che le principali cause di morte sono l’alta velocità, la guida distratta, il mancato rispetto degli attraversamenti pedonali e il mancato rispetto della distanza di sicurezza (ISTAT). Sono questi i fattori su cui bisogna intervenire. Le proposte del Ddl disincentivano l’uso della bicicletta, non promuovono l’intermodalità e soprattutto non contrastano l’uso eccessivo dell’auto privata nei centri urbani (in Europa svettiamo con 67 auto ogni 100 abitanti). Si limitano poi le ZTL, gli autovelox e non si fa riferimento all’introduzione delle città 30.

Siamo sempre più lontani dalla direzione indicata dalla comunità scientifica: i dati parlano chiaro. Oltre al numero di vittime di violenza stradale, abbiamo un serio problema di sedentarietà e di obesità, che colpiscono le generazioni più giovani. L’Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare, con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%. Parliamo anche dei livelli inaccettabili di inquinamento delle nostre città e delle morti premature.

Per questo rispediamo al mittente l’accusa di sostenere posizioni ideologiche quando promuoviamo la mobilità attiva e sostenibile. Le infrastrutture ciclabili dovrebbero essere realizzate come si realizza una politica sanitaria. Come FIAB chiediamo che il Governo investa in Salute per evitare di spendere in Sanità.

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