Bici & Pace

Come nella Paciclica, la storica pedalata che da tutta Italia porta i ciclisti FIAB alla marcia della Pace da Perugia ad Assisi, quest’anno dal 22 al 25 aprile FIAB ha organizzato un viaggio in bici sui luoghi della Memoria legati alla Liberazione dal nazifascismo. Una pedalata di impegno civile con diversi itinerari che, partendo da Brescia, Cremona, Parma, Sarzana, Pontremoli, Milano, Modena, Reggio, Bologna, Ferrara e Forlì, hanno portato i gruppi a pedalare insieme su luoghi simbolo, da Casa Cervi alla Linea Gotica, Marzabotto, Carpi, Fossoli, Conselice, Alfonsine, Ravenna, Isola degli Spinaroni.

Da Modena siamo andati a visitare Casa Cervi, dove abbiamo partecipato al rito della pastasciutta antifascista, e poi abbiamo accompagnato un gruppo a Fossoli e Carpi. Ambientalismo e pacifismo sono nostri temi fondanti (tanto che la nostra sede è a Casa della Pace) e la bici è uno strumento che coniuga questi due argomenti, perché da sempre rappresenta un mezzo che permette alle persone di ampliare scambi economici e culturali, senza impattare negativamente sull’ambiente attraversato, rispettandone gli equilibri e la sicurezza.

Noi crediamo che questo mezzo debba tornare ad essere privilegiato non solo per scopi turistici e ricreativi, ma sostenuto nell’uso quotidiano per pacificare le nostre città, che sono da decenni ostaggio della violenza motoristica. Che si esprime con una incidentalità intollerabile, una occupazione totalitaria dello spazio che impedisce qualsiasi altra funzione pubblica, un inquinamento acustico ed ambientale che rendono invivibili gli spazi aperti.

Ci tocca riprendere il pensiero di Danilo Dolci (“il Ghandi italiano”) quando con il termine “omile”, (ovile umano) indicava la degenerazione della città in cui le persone non stanno davvero insieme, ma semplicemente si ammassano in un uno stesso luogo. La città diventa omile quando perde lo spazio pubblico, la democrazia vera, la gentilezza, la civiltà, la bellezza, la forza dei legami interpersonali. Insomma, la pace con l’ambiente ed il prossimo.

Ogni cittadino vi potrebbe indicare nella velocità ed aggressività delle auto una primaria fonte di conflitto e pericolo della vita in città. È ora di prendere atto che la mobilità attiva, oltre ad essere una risposta efficiente per quasi la metà degli spostamenti cittadini, è anche un eccellente modo di riportare pace e fiducia nei rapporti tra le persone. Non si può continuare a considerarla un fastidio a cui destinare spazi e risorse marginali.

Guerra e bici

Gentilissimi Sindaci,

Con l’inverno ormai alle spalle si prospettano alcuni mesi in cui avremo meno bisogno di energia, ma già dal prossimo autunno la nostra dipendenza energetica dalla Russia si farà sentire, con penuria di combustibili e costi sempre più insostenibili. Mentre il Governo e l’Unione Europea stanno elaborando strategie energetiche di emergenza, voi Sindaci avete la possibilità di fare molto da subito per ridurre gli sprechi energetici, a cominciare dalla mobilità urbana: oggi la gran parte degli spostamenti avviene ancora con l’auto privata anche per tragitti inferiori ai tre chilometri.

Durante la crisi petrolifera del 1973 le soluzioni alternative rimasero una parentesi quasi folcloristica: solo l’Olanda colse quella crisi come occasione per cambiare radicalmente il modello di mobilità quotidiana, puntando strutturalmente sulla bicicletta. Negli ultimi anni si è cominciato a guardare al modello olandese come alla soluzione più semplice e razionale ai crescenti problemi derivanti da una mobilità sbilanciata sull’auto privata: traffico, parcheggi sempre insufficienti, malattie da sedentarietà e da smog, costi umani e sociali per incidentalità, oltre alla dipendenza energetica e all’enorme problema della crisi climatica. L’avvento delle biciclette a pedalata assistita consente ormai a tutti e a tutte le età di pedalare, anche in salita e per tragitti più lunghi, con consumi infinitesimali rispetto a qualsiasi auto, anche elettrica.

Di fronte a questa nuova crisi voi amministratori pubblici potete fare la differenza. A seguito della pandemia lo Stato vi ha messo a disposizione nuovi strumenti leggeri, rapidi e a bassissimo costo, già da tempo diffusi nel resto d’Europa: corsie ciclabili, strade urbane ciclabili E bis, case avanzate, doppio senso ciclabile, strade scolastiche. Nell’immediato potete realizzare e ampliare le “Zone 30”, per poi arrivare ad adottare i 30 km/h come regola in città.

Avete dunque la responsabilità e il potere di una scelta che può contribuire alla sicurezza strategica del Paese e a proteggere le tasche dei cittadini; che può affievolire il flusso di denaro che nutre gli autocrati delle fonti fossili, le loro armi e le loro guerre; una scelta che coniuga salute e rigenerazione urbana, e che risponde alla pressante richiesta delle giovani generazioni di contrastare la crisi climatica globale. FIAB, associazione non violenta per statuto che si batte da oltre 30 anni per un mondo migliore, è al vostro fianco.

Pedalare in Pace

RESISTERE PEDALARE RESISTERE
DA MODENA A VERONA PER LA RESISTENZA
23-25 APRILE 2014

L’ideale e la pratica. Niente di meglio per spingermi a partire per il viaggio organizzato dalla FIAB di Modena, “Resistere, pedalare, resistere”.
Partenza da Modena il 22 aprile 2014, data dell’anniversario della liberazione della città dal dominio nazi-fascista nel 1945, e arrivo a Verona il 25 Aprile, data dell’anniversario della liberazione dell’Italia.

Via bicicletta: mezzo che deve la sua dignità anche all’essere stato usato dalle staffette partigiane e, oggi, da chi desidera un ambiente meno inquinato o devastato dall’opera dell’uomo. Allora come oggi, quindi, la bicicletta si lega alla pace: pace come assenza di guerra e pace come armonia con l’ambiente. Meta del viaggio: la manifestazione nazionale “Arena di pace e disarmo”.

Per chi, come me, non hai mai fatto prima né del ciclismo né del cicloturismo, questa esperienza è stata anche un allenamento alla fiducia: organizzata sul filo del limite di tempo, la mia partecipazione è stata possibile solo grazie alla disponibilità gentile dei soci FIAB sia negli aspetti materiali (es. l’avermi dato in prestito una bicicletta) sia nel sostegno morale (es. l’avermi dato consigli sulla pedalata).

Dopo quasi 300 km in un bel paesaggio reso vivace dalla primavera, siamo arrivati all’Arena dove, con persone da tutta Italia, ci siamo riuniti per affermare la necessità del disarmo e del Servizio civile come forma di difesa non armata della Patria. Partirà una campagna su questo verso le autorità italiane. Favorire la pace è possibile. Basta un cambiamento di mentalità; chi va in bicicletta lo capisce.

 

arena di pace

arena di pace

arena di pace

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