Comunicare la ciclabilità

Da settembre 2020 il Codice della Strada per facilitare la mobilità ciclistica ha introdotto finalmente anche in Italia le “corsie ciclabili”, il “doppio senso ciclabile”, la “strada urbana ciclabile” e le “case avanzate”. A Modena sono state fatte in tutto tre corsie ciclabili e una casa avanzata, comunicate al loro esordio solo dai comunicati stampa di prammatica, e giustificati come una necessità per fronteggiare le difficoltà del trasporto pubblico post-COVID.

Invece sono misure definitive che possono essere utilizzate ovunque, e che riguardano tutti i 180.000 cittadini modenesi. Il risultato è che automobilisti e ciclisti si trovano di fronte a nuove righe a terra di cui non sanno il significato. Sono valicabili? Sono riservate ai ciclisti? Si può pedalare in entrambe le direzioni? Chi ha la precedenza? Posso sostare?

A sciogliere questi dubbi l’assessorato ha prodotto una sezione informativa all’interno del sito comunale ed un video di quattro minuti a cura dei vigili. Non abbiamo numeri per certificarlo, ma dai nostri colloqui quotidiani e dai commenti social, ci sembra che la quasi totalità dei cittadini non sappia come regolarsi.

Le Linee Guida Regionali sulla ciclabilità dedicano 12 pagine alla comunicazione, fondamentale tassello per un intervento efficace: “…è una tendenza diffusa investire grandi quantità di denaro in infrastrutture, per poi ritenere che la comunicazione debba avvenire a costo zero”. E si rileva come in Europa si convincono le persone ad usare di più la bici “solo in città che allocano per la comunicazione una cifra compresa tra 0,24 e 1,70 € all’anno per cittadino”.

Patrik Kofler ci racconta che nelle riuscite campagne pluriennali che hanno ideato per Bolzano e Monaco di Baviera sono partiti da un logo semplice riprodotto ovunque: sulla segnaletica, sulle aiuole, con big print sui palazzi, disegnato a terra sulle ciclabili. E su quella visibilità hanno costruito un coinvolgimento dei cittadini con casting show in piazza con shooting professionali rilanciati massivamente sui social, artisti joker della sicurezza sulle ciclabili, kit ciclabile ai nuovi residenti, fino alle grandi manifestazioni (una volta all’anno riservano la tangenziale per le bici). La strategia: trasformare i cittadini in testimonial del cambiamento.

Purtroppo, in Italia non sono frequenti gli esempi di campagne informative efficaci: è un vero peccato perché c’è il rischio che le nuove norme, non capite, vengano ritenute inutili o dannose. Proprio come sta succedendo a Modena.

COVID-19, Fase 2: le proposte di FIAB alla Amministrazione di Modena

COMUNICATO STAMPA COVID 19 – FIAB Modena sulla fase due.

Abbiamo inviate al Sindaco e all’assessora Filippi alcune proposte riguardanti una mobilità sostenibile per la “fase 2” dopo l’emergenza Covid19
Secondo la FIAB, in linea con quanto sostenuto nei giorni scorsi anche da Andrea Burzacchini, amministratore unico di AMO, occorre rivedere concretamente le modalità di trasporto evitando il massiccio ricorso all’auto privata.

Le proposte che alleghiamo si potrebbero definire “molta resa con poca spesa”. Si tratta, infatti, di proposte di veloce ed economica fattibilità.
Riguardano, in particolare:

• il cavalcavia Mazzoni da destinare solamente ai mezzi pubblici, ciclisti e pedoni
• gli assi di via Morane, di via Buon Pastore, di via Luosi, di via Emilia Ovest su cui, senza togliere particolare spazio alla sede stradale, si può realizzare una ciclabile mono direzionale.
• il collegamento tra via Ciro Menotti e corso Canalgrande ove si prevede di regolarizzare, per i ciclisti, l’uso della corsia degli autobus.
• il centro storico per il quale si ribadisce la richiesta di permettere ai ciclisti di percorrere alcuni tratti di sensi unici per le auto, apponendo la segnaletica “divieto di accesso eccetto biciclette”.

 


Al Comune di Modena
c/a Signor Sindaco
c/a Assessora alla Mobilità Sostenibile

Proposte di FIAB Modena per la Mobilità post Covid 19

Il virus, col quale dobbiamo imparare a convivere, sta ponendo alle nostre Comunità numerosi problemi sui quali gli scienziati e gli esperti stanno lavorando alacremente. In questi giorni, si stanno studiando anche le modalità di riorganizzazione della mobilità urbana per la Fase 2, che dovranno tutelare comunque l’isolamento individuale.

Se da una parte non si possono immaginare città assaltate quotidianamente da auto con un solo passeggero o centri storici senza ZTL e parcheggi a pagamento, non è possibile riorganizzare a breve neanche il trasporto pubblico perché, per garantire i trasportati, sono necessari nuovi mezzi, nuovo personale e nuovi investimenti.

L’Amministratore unico di AMO, Andrea Burzacchini, ha illustrato in una recente intervista i provvedimenti necessari per rendere efficiente il trasporto pubblico post Covid. A livello mondiale si stanno proponendo e sperimentando nuove misure per una mobilità di emergenza, dedicando maggior spazio pubblico alle due ruote, che sono poco ingombranti e garantiscono l’isolamento dei trasportati.

E’ così forte l’esigenza di questa riorganizzazione, che in diversi Paesi si stanno attuando interventi provvisori, non specificamente previsti dalle normative vigenti, finalizzati ad un unico obiettivo: incrementare l’uso della bicicletta tra la popolazione e ridare nuovi spazi ai pedoni e ai disabili, per garantire una mobilità efficiente e con la necessaria garanzia di sicurezza sanitaria. Una particolare attenzione viene dedicata anche ai monopattini, alle cargo bike per il trasporto ed ai pedoni riducendo, se necessario, gli spazi ora dedicati alle automobili.

Bikenomist ha pubblicato in questi giorni un interessante piano di Azione per una Rete di Mobilità di Emergenza che offre molti spunti operativi. Anche noi soci FIAB ci siamo chiesti se a Modena vi siano le opportunità concrete per una nuova ed efficiente mobilità post Covid, in grado di offrire collegamenti diretti e sicuri ai cittadini in sostituzione agli abituali spostamenti in auto e con i mezzi pubblici.

La nostra esperienza diretta di ciclisti urbani e l’analisi di dati sui flussi di ciclisti, raccolti in questi ultimi 20 anni, ci spingono ad avanzare proposte concrete sulle principali direttrici attualmente utilizzate dai cittadini che si muovono in bicicletta. Abbiamo cercato di affrontare i percorsi più interessanti ed i punti nodali principali con proposte che avessero le seguenti caratteristiche:

  1. strutture facilmente attuabili in tempo breve;
  2. soluzioni già largamente utilizzate in altre città italiane ed europee;
  3. interventi realizzabili con la sola segnaletica, senza costosi interventi strutturali;
  4. soluzioni reversibili se non risulteranno efficaci;
  5. costi complessivi decisamente ridotti.

Gli itinerari scelti sono quelli che connettono le principali zone residenziali con i poli di attrazione di traffico come: le stazioni, i parcheggi di interscambio, i centri direzionali, produttivi e scolastici del nostro centro urbano non ancora serviti:

Cavalcavia Mazzoni

E’ ormai maturo eliminare il traffico delle auto private dal cavalca ferrovia per dedicare l’intera sede stradale ai mezzi pubblici, alle bicilette ed ai pedoni; in tal modo si realizza il tanto atteso collegamento sicuro col centro città degli abitanti dei quartieri a nord della ferrovia, migliorando di qualità dell’aria e la vivibilità dell’intera area, ora attraversata da un ingente traffico parassitario in transito.

Asse di via Morane

L’ampia sezione stradale di via Morane, dalla nuova Estense a via Carlo Sigonio, consente di tracciare due corsie ciclabili monodirezionali sui entrambi i lati, con la sola esclusione dei tratti in prossimità dei due incroci semaforizzati. Si potrebbero realizzare con la sola segnaletica orizzontale, come quelle realizzate sulla via Emilia a Reggio Emilia e riportate nelle indicazioni delle “Linee guida sulla ciclabilità” della L.R. 10/2017

Assi di Via Buon Pastore e di via Luosi

Si tratta di due percorsi assai frequentati dai ciclisti per la presenza di quartieri densamente abitati e di attrezzature urbane e servizi attrattori assai frequentati. L’asse di Buon Pastore è in assoluto il più frequentato della città, con un flusso di ciclisti che, nell’ora di punta del mattino degli ultimi dieci anni, è variato tra i 250 e i 350 passaggi nella sola direzione centro. Su entrambe le strade sono presenti due ciclopedonali molto stretti, fuori norma, con un flusso di ciclisti tale da creare spesso conflitti ed incidenti tra ciclisti e pedoni. Sarebbe possibile migliorare la sicurezza dei ciclisti e dei pedoni realizzando un secondo percorso ciclabile monodirezionale sul lato opposto della strada, in modo da separare chi procede verso il centro e chi verso la periferia. Con questi interventi su entrambe le direttici si ridurrebbero solo alcuni posti auto, senza alcuna limitazione al transito automobilistico e si offrirebbero ai residenti nuove opportunità alternative all’auto.

Via Emilia Ovest nel tratto da largo Aldo Moro a via Emilio Po

L’ampia sezione stradale, tipica di una ex strada statale, consente di realizzare una ulteriore ciclabile monodirezionale anche sul lato nord, per alleggerire il transito di bici sulla pista esistente e soprattutto per servire meglio i residenti e le attività di tutta la zona di S. Cataldo. Anche in questo caso si propone di realizzare una corsia ciclabile, con sola segnaletica orizzontale, come quella già esistente sul lato sud da Via Jacopo Barozzi a Viale Italia. Ciò comporta solo modesti restringimenti della sezione stradale, ininfluenti per il transito e la sosta degli altri veicoli, e permette di
regolarizzare l’utilizzo della pista esistente che, secondo il D.M. 557/99, può essere percorsa solo in direzione del centro.

Collegamento tra via Ciro Menotti e corso Canalgrande

E’ un percorso già ampiamente utilizzato dai residenti della popolosa zona Musicisti per accedere al Centro Storico, che deve tuttavia essere regolarizzato e messo in sicurezza. La soluzione proposta prevede una corsia ciclabile monodirezionale verso il centro e la regolarizzazione dell’uso della corsia bus da parte dei ciclisti, che già usano da molti anni senza particolari problemi. In questo caso si manterrebbe inalterato l’assetto attuale della viabilità, ma si renderebbe sicuro un itinerario prezioso questa parte di città.

Centro storico

Da molti anni segnaliamo le difficoltà oggettive che i ciclisti incontrano per accedere ed attraversare il cento storico cittadino. Il disinteresse degli amministratori comunali dura ormai da un decennio ed i ciclisti rischiano quotidianamente proprio nella zona della città più attrattiva e più vocata alla bicicletta e alla pedonalità. L’attuale organizzazione della viabilità impedisce l’attraversamento del centro, soprattutto sull’asse nord-sud ed in entrambe le direzioni. La richiesta che avanziamo da tempo, e che riproponiamo nuovamente, è quella di permettere ai ciclisti di percorrere alcuni brevi tratti di strada a senso unico per le auto, apponendo la segnaletica “divieto di accesso eccetto biciclette” nei tratti sotto indicati.

Eccetto Bici: la proposta FIAB Modena per rendere sicuro e comodo l’accesso al centro storico in bicicletta

E’ una soluzione, già ampiamente utilizzata in altre città italiane ed europee, che regolarizza e rende sicuro un comportamento abituale dei modenesi
Anche per questa soluzione si riportano alcuni esempi già realizzati e citati nelle “Linee guida sulla ciclabilità” della Legge Regionale 10/2017:


Queste sono solo alcune proposte per adeguare la rete principale e ridurre la pericolosità, soprattutto per i pedoni, dei ciclopedonali e delle infrastrutture esistenti; ma vi sono anche altre situazioni pericolose come la pseudo ciclabile di viale Amendola, il tratto tra via Riccoboni e Calle di Luca, il mancato collegamento tra Viale Barozzi e la stazione delle autocorriere.

Appena sarà possibile, per dare un ulteriore contributo al Comune, faremo una ricognizione dei tratti e dei punti della rete esistente che sono difformi dalla normativa vigente e che presentano pericolosità evidenti per pedoni e ciclisti.

La così detta Fase 2, che ci aspetta nei prossimi mesi, può diventare l’occasione per organizzare una mobilità diversa, più compatibile con i centri urbani e per abbandonare definitivamente le ricette vecchie che ci hanno portato alla congestione delle strade e ai livelli insostenibili di inquinamento atmosferico ed acustico.

Per Modena potrebbe essere anche l’occasione per far perdere le cattive abitudini ad una buona parte di quel 45% dei cittadini che quotidianamente usano l’auto in città per percorsi inferiori ai 2 chilometri.

Modena 22.4.2020
Il Presidente di FIAB Modena
Eugenio Carretti

 

Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Modena

Favorire l’uso dei modi di trasporto a minor impatto ambientale e sociale, riducendo la dipendenza dall’uso dell’auto, incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini, ottimizzare e integrare le infrastrutture e i servizi alla mobilità, promuovere l’impiego di tecnologie applicate ai sistemi della mobilità di persone e merci, e rendere la città accessibile a tutti portando a zero il rischio di incidentalità.

Sono questi i principali indirizzi del PUMS di Modena.

Gli obiettivi specifici e le azioni del PUMS di Modena, tuttavia,  verranno definiti insieme ai cittadini e portatori di interesse (stakeholder), partendo da alcuni obiettivi generali individuati a livello europeo, nazionale e regionale, come ad esempio l’Accordo di Parigi 2015 – COP 21 ed il Piano Aria-PAIR2020 (riduzione del 20%  dei flussi di traffico entro il 2020; riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030 e raggiungimento dei livelli minimi entro il 2050).

Per questo motivo è stata predisposta una indagine on-line in cui i cittadini sono invitati ad esprimersi rispetto agli obiettivi strategici proposti, attraverso un semplice questionario anonimo. Le priorità che emergeranno dall’indagine potranno così contribuire ad evidenziare le necessità percepite sul territorio e ad orientare le successive fasi di discussione del PUMS.

LA TUA OPINIONE È IMPORTANTE: PARTECIPA ALL’INDAGINE

Per partecipare a questo sondaggio è necessario inviare una e-mail, entro il 5 febbraio, all’Ufficio Organizzazione, formazione, programmazione e ricerche della Direzione generale del Comune di Modena all’indirizzo ufficioricerche@comune.modena.it, mettendo come oggetto “questionario PUMS”.

In risposta, all’indirizzo scrivente verrà inviata dall’Ufficio suddetto una email contenente la richiesta di disponibilità a partecipare alle ricerche svolte del Comune di Modena. In seguito, coloro che avranno dato disponibilità, saranno contattati per compilare il questionario online relativo al progetto PUMS.

Al lavoro in bicicletta

BIKE to Work è un invito ad andare al lavoro in bicicletta.

E’ la richiesta di riprendere questa buona abitudine che ci viene fatta da più parti, a partire dall’Europa, che ogni anno ci ricorda che è una delle più efficaci soluzioni per ridurre l’inquinamento delle nostre città. Ma sappiamo che fa molto bene anche alla salute, alle relazioni quotidiane e alle nostre tasche.

L’uso della bicicletta sui percorsi casa-lavoro e casa-scuola ha un grande impatto ambientale e sociale perché riguarda molte persone che fanno tragitti ripetitivi e quotidiani, che si snodano in gran parte nei centri urbani per una lunghezza generalmente inferiore ai 5 chilometri.

La FIAB Onlus promuove anche quest’anno la Giornata Nazionale BikeToWork, alla quale hanno aderito molte aziende ed enti pubblici, compreso il Comune ed altre aziende di Modena, nella convinzione che lasciare l’auto in garage ed andare a lavorare in bicicletta sia una delle strategie più “rivoluzionarie” per migliorare la qualità dell’aria e rendere più vivibili le nostre città.

In tutto il Paese si attiveranno nei prossimi giorni campagne per invitare tutti ad utilizzare la bicicletta ed in molti luoghi di lavoro verranno attrezzati banchetti per la distribuzione di gadget e materiale informativo.

Tuttavia, guardando alle esperienze più riuscite in Europa, si nota subito che le amministrazioni pubbliche e aziende più virtuose hanno affiancato alla comunicazione ed alla promozione, altri servizi indispensabili per i propri dipendenti: parcheggi coperti e custoditi, spogliatoi, una pompa e qualche piccolo attrezzo ed in alcuni casi anche benefit economici, buoni spesa presso alcuni negozi e sconti per l’acquisto della bicicletta.

In fondo hanno dato ai lavoratori in bicicletta gli stessi servizi che le grandi aziende offrono da tempo a coloro che vanno in auto, come i parcheggi riservati e coperti e sconti sull’acquisto delle auto.

E’ probabile che anche i nostri lavoratori verranno in bicicletta se potranno avere un luogo sicuro per parcheggiarla, un locale attrezzato dove poter appendere una mantellina bagnata e magari anche un piccolo incentivo economico. Agli imprenditori costerebbe meno ed occuperebbe lo stesso posto di qualche garage.

Alcune aziende ed alcuni Comuni, anche in questo momento di scarse risorse, lo stanno già facendo in collaborazione con la FIAB: e le altre cosa aspettano?

Giuseppe Amorelli
www.modenainbici.it

FURTI DI BICI: ISTITUZIONE DI CONSORZIO USATO SICURO

articolo

Comune di Modena
Consiglio Comunale
Gruppo consiliare Forza Italia

Modena 8 marzo 2017

Al Sindaco di Modena
Al Presidente del
Consiglio Comunale di Modena

ORDINE DEL GIORNO

Oggetto: FURTI DI BICI: ISTITUZIONE DI CONSORZIO USATO SICURO

Premesso che:

– nonostante tutti gli sforzi messi in campo dall’amministrazione per prevenire e contrastare il fe-nomeno dei furti di biciclette, quest’ultimi continuano ad essere numerosi e impuniti;
– in risposta ad una recente interrogazione presentata da Forza Italia, in cui si chiedeva tra l’altro se il Sindaco non ritenesse opportuno fare indagini tramite la Polizia Municipale in collaborazione con le Forze dell’Ordine preposte alla sicurezza, al fine di individuare quali sono i canali sui quali ven-gono indirizzati i furti in città e fuori città, intendendo per canali quelli di riciclo e vendita delle biciclette usate; il Sindaco ha assicurato che avrebbe fatto il possibile per individuarli e contrastarli;
– a seguito delle affermazioni del sindaco è successivamente intervenuta la Fiab ( Federazione Ita-liana amici della bicicletta) di Modena, nella persona di Giuseppe Marano, il quale ha rilanciato un progetto del 2012 “Biciclette usato sicuro” BUS , una proposta che prevedeva la costituzione di una rete sotto forma di associazione o consorzio, di commercianti onesti, riconoscibili da una ve-trofania apposita, i quali, in accordo con le forze dell’ordine, la Prefettura e il Comune, potrebbero mettere in vendita bici targate, corredate del libretto di proprietà. I cittadini sarebbero certi della liceità dei mezzi acquistati.
– Un’adeguata campagna di comunicazione, condotta con la collaborazione della Fiab, consentireb-be di dirottare la domanda verso il canale legale, estinguendo la fonte di guadagno di quello illega-le.

Tutto ciò premesso il Consiglio comunale

invita il signor Sindaco

– a rilanciare con più forza tramite il mensile del Comune, ma anche con appositi comunicati stampa, affissioni nelle sedi delle scuole, delle associazioni e nei quartieri, il sistema che prevede l’apposizione di una Targa alla bicicletta con l’iscrizione al Registro Italiano della bicicletta, così da associare e riconoscere il legittimo proprietario in caso di furto e ritrovamento. A Modena, il numero di furti sul parco bici non targato raggiunge circa il 18%, mentre sui mezzi targati è infe-riore allo 0,5%.

– a prendere in serie considerazione il progetto della Fiab, “Biciclette usato sicuro” BUS, attivan-dosi per agevolare la costituzione di un consorzio ad Hoc da parte dei commerciati di biciclette, riconoscendo loro un contributo o una riduzione di tasse comunali nel caso si associasse ed espo-nesse l’apposita vetrofania.

– a collaborare con la FIAB per un’adeguata campagna informativa al fine di indirizzare i cittadini all’acquisto legale, corretto e onesto delle bici usate.

I consiglieri di FI

Adolfo Morandi

Andrea Galli

Giuseppe Pellacani