L’ambiguità delle rotatorie

rotatoria natale bruni

L’ambiguità delle rotatorie
Utili per rendere più scorrevole il traffico, per pedoni e ciclisti le rotatorie possono essere un incubo

Le rotatorie sono un’invenzione per fluidificare i flussi veicolari in sicurezza alle intersezioni stradali adottando poche, semplicissime regole: osservare il limite di velocità (30 km/h) e dare precedenza ai veicoli già presenti nel circuito della rotatoria.
Osservandone il funzionamento, se ne intuiscono i vantaggi: eliminano gli intralci costituiti dai semafori, riducono nettamente la pericolosità intrinseca agli incroci grazie alle basse velocità relative dei veicoli, ne contengono le emissioni inquinanti. L’esperienza dimostra che questo dispositivo ha ridotto numero e gravità degli incidenti. Quindi, potremmo concludere che funziona bene ed è sicuro.

Purtroppo, ciclisti e pedoni affrontano la rotatoria con spirito diverso dagli automobilisti.

Normalmente, nelle rotatorie sono previsti attraversamenti pedonali, ciclabili o ciclo pedonali. In realtà, gli automobilisti spesso non rispettano il limite di velocità e la precedenza ai ciclisti e ai pedoni. In taluni casi, poi, è il comune stesso a creare confusione diversificando la segnaletica: la rotatoria Viale Menotti/Divisione Acqui, ad es., presenta due attraversamenti ciclabili e due pedonali; quella di Piazza Natale Bruni ne presenta quattro pedonali e uno solo ciclabile (Via Crispi).

Libertà di uccidere i ciclisti nelle rotatorie

ciclista ferita

ciclista ferita

In un mondo di incertezze e precarietà, finalmente abbiamo una sicurezza: gli automobilisti che transitano sulle rotatorie possono tranquillamente ammazzare i ciclisti circolanti sulla ciclabile purché provengano dalla loro sinistra. Questa coraggiosa autorizzazione alla “pulizia stradale” a danno dei ciclisti è stata ratificata in sede giudiziaria grazie a un cavillo: l’automobilista che aveva eliminato un biker proveniente da sinistra alla rotatoria del Raffaello è stato assolto perché nella rotatoria vale la regola di dover dare precedenza solo a chi viene da destra.

Pertanto, a nulla vale se la ciclabile riporta la segnaletica orizzontale e verticale che ne garantisce il diritto di precedenza negli attraversamenti, in entrambe le direzioni.

Immaginiamo che questo principio di moderna giurisprudenza valga – per analogia – anche per tutti gli altri incroci non in rotatoria, ad esempio per quelli nelle zone a 30 km/h, dove vige la medesima regola della precedenza a chi viene da destra valida nelle rotatorie.

Mentre si va alla modifica del Codice della Strada che prevede il reato di omicidio stradale nell’intento di contenere gli incidenti (circa 3.500 vittime l’anno), a Modena la cultura autocentrica ha prodotto una nuova forma di barbarie: la legge del più forte viene consolidata anche laddove la segnaletica una volta tanto è chiara e posta a protezione dei più deboli, pedoni e ciclisti. Grazie alla sentenza ammazza-ciclisti, sulle strade cittadine la sicurezza è destinata certamente ad aumentare, con beneficio dell’ambiente e della salute.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it