Se il Consiglio dimentica i furti di bici …

catena furti bici

catena furti bici

Nella seduta del 1 dicembre 2014, il Consiglio Comunale di Modena ha approvato importanti mozioni riguardanti la mobilità sostenibile: istituzione del senso unico eccetto bici, nuove zone a 30 km/h e pedonalizzazione delle aree circostanti le scuole. La Fiab Modena ha accolto con soddisfazione le mozioni approvate e si augura che vengano seguite da interventi concreti.

Purtroppo il Consiglio ha dimenticato un tema di vitale importanza per i ciclisti: i furti di biciclette. Le stime della Fiab parlano chiaro: annualmente a Modena vengono inghiottite nella voragine dei furti circa 5.000 bici, per un danno economico di almeno mezzo milione di euro. Subito dopo quello della sicurezza stradale, esso costituisce la massima preoccupazione dei ciclisti e certamente un grave motivo di limitazione dell’uso della bici per numerose persone.

La dimenticanza del Consiglio rispecchia il sentimento di diffusa rassegnazione sulla risolvibilità del problema. In realtà, oltre che negli aspetti relativi al comportamento inadeguato dei ciclisti, esso andrebbe affrontato nei suoi aspetti economici, la ricettazione, che ne giustificano la pratica. All’inizio del 2012, la Fiab ha sottoposto a tutte le forze dell’ordine, alla Prefettura e al Comune di Modena il progetto B.U.S (Biciclette Usato Sicuro) con cui promuovere il mercato legale delle bici usate, isolando e contrastando la rete commerciale della ricettazione. Pur avendo ricevuto un ampio consenso, a causa del terremoto il progetto non è stato ancora realizzato.

Una prima iniziativa concreta potrebbe consistere nel promuovere una mozione in Consiglio Comunale che richieda all’Amministrazione un progetto organico in questo settore, articolato in più azioni fra cui il progetto B.U.S. che, a fronte di un basso costo, promette sicuri vantaggi per i cittadini.

Ciclabilità a Modena: quante difficoltà!

ciclabile ad ostacoli

ciclabile ad ostacoli

Mentre Modena soffoca in una nuvola di smog, per il 73% generata dal traffico, invece di promuovere le modalità di spostamento ecologiche, l’assessore comunale alla “mobilità automobilistica”, Gabriele Giacobazzi, si dà molto da fare per complicare la vita ai ciclisti.

Raggiungere il centro dalla periferia in bicicletta è sempre più difficile e pericoloso: provenendo da Marzaglia sulla Emilia Ovest si deve transitare nel pericoloso sottopasso della nuova ferrovia, perché da oltre due anni non viene aperto la ciclabile esistente; la nuova pista ciclabile sulla via Giardini imporrà ai ciclisti di passare da una parte all’altra della strada; per raggiungere il centro da Buon Pastore si può scegliere tra un giro vizioso di sensi unici e il rischio della contravvenzione; da via Vignolese è meglio non provarci nemmeno e da Est, quando sarà realizzata la pista su un solo lato sulla via Emilia, occorrerà circolare un po’ di qua e un po’ di là della strada.

Per gli abitanti dei quartieri nord la circolazione non è meno ardua. L’assessore ha spolverato l’ipotesi di una pista ciclabile (perché una sola?) sul cavalcavia Cialdini, inutilmente richiesta dalla FIAB nel 2010. Ma qualche giorno dopo, visto il traffico nei pressi di una nuova attività commerciale vicino al Mef, ha lanciato l’idea di cancellare la più trafficata pista cittadina sul vicino cavalcavia della Maserati. Dell’accesso naturale per i ciclisti attraverso il cavalcavia Mazzoni nemmeno l’ombra.

Manca solo che, per fare cassa, imponga ai ciclisti il balzello medievale di un fiorino…

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena

Il tavolo della mobilità del Comune di Modena

rossella_associazioni_mobilitaLa Giunta di Modena ha istituito il “Tavolo di consultazione per la mobilità urbana”, rispettando un impegno assunto dal Sindaco in campagna elettorale.

Come si può immaginare il Coordinamento per la Mobilità Nuova e la FIAB che ne fa parte hanno espresso soddisfazione perché era una nostra esplicita richiesta.

Ma l’entusiasmo si è spento già al primo incontro perché l’assessore Giacobazzi ha presentato il progetto di ciclabile della via Emilia, precisando che era già stato concordato con i commercianti e che doveva essere approvato per non perdere il finanziamento.

Un tavolo prendere o lasciare, al quale sono invitate le 10 associazioni del Coordinamento e altre 42 organizzazioni, ma mancano l’ACI, AMO, SETA, FER, TPER, COTAMO ed altri importanti attori della mobilità.

Nel segnalare tale assenza abbiamo chiesto di definire prioritariamente le finalità del tavolo, le modalità di partecipazione, di definizione del programma dei lavori e di invio della documentazione.

La FIAB ha poi consegnato l’elenco delle principali questioni sospese, che attendono ancora una risposta: l’accesso facilitato al centro storico, il collegamento con la Sacca, il contrasto ai furti di biciclette, l’eliminazione delle interruzioni e degli ostacoli sulle piste, l’apertura della pista del sottopasso di Cittanova sulla via Emilia chiuso da due anni, la realizzazione di parcheggi per biciclette nei centri commerciali e nei servizi, ridurre la velocità a 30 km/ora nelle zone residenziali.

Attendiamo risposte concrete sperando che il Tavolo diventi lo strumento per raccogliere i bisogni dei cittadini e non un luogo di validazione di scelte costruite in altri luoghi.

Non si possono spendere risorse pubbliche per il trasporto collettivo e la mobilità dolce pensando solo agli interessi di bottega.

Via Emilia est: se il ciclista invoca “fate presto”

rossella-bici-a-ostacoliMercoledì 10 dicembre un quotidiano cittadino ha pubblicato la lettera di un lettore (ff) titolata “Ciclabili, fate presto”. Il lettore faceva riferimento alla carenza di ciclabili in una strada pericolosa e trafficatissima (Emilia est), particolarmente nel tratto fra Viale Menotti e Via Campi.

Possiamo tranquillizzare il signor f.f.: facendo propria la posizione di un pugno di commercianti ecologisti, dotati di una visione civica disinteressata e d’avanguardia, il Comune realizzerà un tratto di ciclabile in Via Emilia est. Certo, sarà su un solo lato (nord), lasciando sguarnito l’altro lato (sud), non ricongiungerà i 9 tratti di ciclabile esistenti, tutti diversi l’uno dall’altro, costruiti senza un disegno unitario in una strada peraltro amplissima … Pazienza, il mondo non è perfetto.

D’altronde, il signor f.f. riconoscerà agevolmente che, nel progettare l’intervento, l’Amministrazione ha tenuto in debito conto le sue esigenze di salute e sicurezza: egli infatti potrà esibirsi in uno slalom quotidiano fra un tratto e l’altro di ciclabile, ora a destra ora a sinistra della strada, oplà!, schivando agevolmente i pochi autoveicoli circolanti, rinvigorendo i muscoli e respirando l’aria purissima della zona.

Non pago di tanto risultato, il Comune si è strenuamente battuto per due iniziative decisive finalizzate alla mobilità sostenibile e alla sicurezza dei ciclisti come il signor f.f.,: la realizzazione della Bretella Sassuolo-Campogalliano e la Cispadana. Troppa grazia, e tutta d’un colpo!

Animo, signor f.f., sia ottimista: detto da ciclista a ciclista, pedalare a Modena sarà sempre più facile, sicuro e divertente, e naturalmente ecologico!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Parcheggiare la bici? Mica facile…

catena furti bici

catena furti bici

I Modenesi posseggono 115.000 autoveicoli (650 x 1.000 abitanti) e oltre 200.000 biciclette (1.111 x 1.000 abitanti). Come mai però effettuano il 75% degli spostamenti urbani (molti inferiori ai 3 km) in auto contro il 10% in bici?

La domanda non è oziosa, visto che questo modello autocentrico di mobilità contribuisce a fare dell’area padana la più inquinata d’Europa, provocando un’elevata mortalità e gravi patologie.

La risposta è multipla: i fattori negativi sono l’insicurezza stradale, i furti e l’incompletezza della rete ciclabile. Nell’inibire un maggior uso della bici c’è però anche la difficoltà di trovare un parcheggio dignitoso, accessibile e sicuro in prossimità della meta prescelta.

Lo squilibrio fra domanda e offerta di parcheggi bici è risultato da un rilievo effettuato dalla Fiab pochi anni fa nei principali poli attrattori della città: 5.000 posti bici sono garantiti da rastrelliere obsolete, spesso collocate in modo irrazionale o opportunistico (interdire il parcheggio di auto davanti ai negozi). Di questi solo 2.400 sono stati sostituiti con portabici “Modena” (quelli a P). I depositi protetti e custoditi offrono meno di 500 posti.

La disattenzione del Comune di Modena è clamorosa: un regolamento che prescrive come realizzare i parcheggi e quali portabici usare è ignorato dagli stessi uffici comunali, che infatti continuano a collocare rastrelliere inadeguate e insicure (es. scuola media Marconi in Largo Pucci). È chiaro che non esistono né una vera strategia per i parcheggi bici né i necessari finanziamenti per realizzarli, a differenza dei parcheggi auto (es. i milioni per il Novi Park).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Ambiente: a Modena tante ombre

città inquinata

città inquinata

Il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente (2014) fotografa una situazione critica per Modena: nella classifica generale, la città estense scivola dalla 12° alla 38° posizione da un anno all’altro. All’origine del crollo ci sono i fattori legati al traffico: inquinamento dell’aria (polveri sottili, biossido d’azoto), tasso di utilizzo dell’auto e numero degli incidenti stradali oltre la media, basso indice di ciclabilità (lunghezza piste/abitante), elevato tasso di motorizzazione.

Tutte le ricerche confermano l’anomalia modenese e regionale in fatto di mobilità: la ricerca di Unipolsai sulle abitudini di guida degli italiani (2014) ha evidenziato che i cittadini modenesi restano al volante un numero di giorni l’anno e percorrono un chilometraggio superiori alla media nazionale.

In definitiva, le fotografie ambientali scattate da diversi organismi nel corso del tempo evidenziano da tempo che a Modena la principale sorgente di inquinamento è rappresentata dal traffico automobilistico. Pertanto, ogni politica di contenimento delle emissioni nocive, dunque, deve perseguire la riduzione dei fumi prodotti dalle auto.

Non ci sono scorciatoie: è necessario eliminare i numerosi pericoli e gli inutili ostacoli che penalizzano la circolazione dei mezzi ecologici. Essi sono il frutto tossico di un obsoleto e persistente modello di mobilità autocentrica che ha privilegiato gli automobilisti nell’occupazione dello spazio pubblico, avvelenando l’ambiente e ponendo a rischio la salute.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Città smart e mobilità ciclistica: una imperdonabile negligenza

rossella-modena-dubbioDa tempo è stato inaugurato il sottopasso della via Emilia alla linea ferroviaria per Milano, vicino allo scalo merci. All’imbocco è stato installato il segnale di divieto di transito alle biciclette, per le quali è stata realizzata la pista ciclabile sul lato nord del manufatto. Peccato che la pista, benché ultimata da oltre due anni, non sia mai stata aperta al transito. Così ai ciclisti rimane la scelta tra tornare indietro o percorrere il sottopasso, rischiando la vita e la contravvenzione.

Non è ragionevole questa incuria, come non è ragionevole che, dopo 25 anni dalla inaugurazione della Fiera e 20 dall’ apertura di Grande Emilia non sia stato ancora realizzato un collegamento ciclabile sulla via Emilia ovest, dalla Madonnina a Cittanova. E’ un percorso abbastanza agevole da attuare, perché può sfruttare le sottostrade con brevi tratti di raccordo.

E non ci si preoccupa nemmeno di dotare le strutture esistenti di depositi protetti per le biciclette che, come per i garage, potrebbero essere prescritti nella normativa edilizia e facilmente realizzati in fabbricati di notevoli dimensioni.

Un tale atteggiamento di disinteresse e incuria verso la mobilità ciclistica e pedonale trae origine da una visione fantasiosa di questi utenti della strada: quando si pensa a loro infatti ci si immagina persone con tanto tempo disponibile, che non debbano andare a lavorare o a studiare e che non fanno acquisti, utilizzando per queste esigenze esclusivamente l’automobile.

Ma una città è davvero intelligente e sicura quando garantisce sicurezza ai mezzi urbani più compatibili e rispettosi dell’ambiente.

Giorgio Castelli
(Presidente Fiab modena)
www.modenainbici.it

Mobilità del centro urbano: calano i ciclisti del 10% in un anno

rilevazione flussi in viale ciro menotti

rilevazione flussi in viale ciro menotti

Il 23 settembre la FIAB Modena ha effettuato il periodico rilevo dei ciclisti che sono transitati dalle 7,30 alle 8,45 nei più importanti accessi al centro urbano. Grazie alla collaborazione di 20 soci, sono stati contati 3827 ciclisti, confermando l’elevato uso della bicicletta negli spostamenti urbani ma, per la prima volta dal 2008, si è registrato un calo del 10%. rispetto nel settembre del 2013, quando ne erano stati registrati ben 4266.

Sono quasi dimezzati i transiti in largo Aldo Moro e nel piazzale Natale Bruni, mentre nella gran parte delle altre intersezioni si è registrato un calo molto limitato. Continuano invece ad essere molto frequentati gli incroci di Buon Pastore/Sigonio e di Emilia Est/Menotti (430 passaggi ognuno), seguiti da Medaglie d’Oro/Muratori (348); un interessante aumento è stato registrato nell’incrocio Vignolese/Marzabotto.

Per la prima volta si è fatto il rilievo dei ciclisti anche all’intersezione Canalchiaro/Rua Frati, che ha guadagnato il posto più alto del podio, con ben 506 passaggi in 75 minuti, un fiume di bici diretto per il 70% verso il centro.

I risultati della rilevazione confermano il ruolo della bicicletta negli spostamenti urbani ma, parallelamente, evidenziano la necessità di interventi a sostegno della mobilità sostenibile, unico rimedio efficace per contenere l’inquinamento e tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini.

In particolare sottolineano l’urgenza di interventi per rendere più brevi e diretti i percorsi e per aumentare la sicurezza dei ciclisti e della bici. E’ infatti noto che la pericolosità del traffico veicolare e il rischi di furto della bicicletta sono i principali freni al suo uso abituale.

I dati inquietanti dell’inquinamento urbano, che il Comune ha appena presentato in occasione della manovra antismog 2014/15, e l’elevato numero di incidenti stradali che colpiscono specialmente i ciclisti e i pedoni mal si conciliano con la modestia dei programmi e gli scarsi investimenti destinati alla mobilità nuova.

Favorire davvero chi si sposta in modo ecologico, a piedi, in bici e col trasporto pubblico, ovunque sia stato praticato è risultato l’unico concreto antidoto all’inquinamento e fattore di miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Se ne stanno accorgendo anche quei commercianti del centro storico che hanno scoperto il valore della pedonalizzazione nella promozione delle loro attività.

27.09.2014
(Fiab Modena)

Senso unico eccetto bici: lettera al sindaco di Modena, Giancarlo Muzzarelli

senso unico eccetto bici

senso unico eccetto bici

al Sindaco Comune di Modena
Gian Carlo Muzzarelli

e p.c. Assessore Ambiente
Giulio Guerzoni

e p.c. Assessore Mobilità
Gabriele Giacobazzi

Egr. Sindaco

l’ANCI, assieme a molti comuni italiani e alla FIAB (Federazione Italiana amici della Bicicletta), ha da tempo proposto la modifica al Codice della Strada per sancire la possibilità di far circolare le biciclette nei due sensi di marcia anche su strade a senso unico per gli altri veicoli. Tale norma allineerebbe l’Italia ad altri numerosi paesi europei (Francia, Belgio, Germania, Svizzera) e confermerebbe una scelta già compiuta da diversi Comuni, compresa la vicina Reggio Emilia.

Ovviamente il “senso unico eccetto bici” sarebbe applicabile solo in alcune strade dei centri urbani, dove sono presenti condizioni di sicurezza e di traffico moderato.

Sabato 6 settembre i giornali hanno pubblicato la notizia che il Ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi ha espresso parere contrario alla proposta, del resto già bloccata in Commissione Trasporti della Camera da un emendamento di Scelta Civica.

Questa opposizione è stata argomentata con generiche considerazioni pseudo-antropologiche sugli italiani, che sarebbero diversi dai cittadini di altri paesi europei. In realtà, fingendo di avere a cuore la sicurezza dei ciclisti, di fatto si cerca di continuare a limitarne la circolazione.

Per confutare tali argomentazioni basta conoscere le esperienze e le rilevazioni statistiche di grandi e piccole città europee, oltre che di molte città italiane come Reggio Emilia, Bologna e Torino, che attestano il contrario: l’introduzione del “senso unico eccetto bici”, se attuato con dovuta intelligenza, non comporta alcun aumento di incidentalità, anzi favorisce una guida prudente e l’uso della bicicletta nei centri urbani.

La nostra associazione ha già richiesto al Comune di Modena l’introduzione del “senso unico eccetto bici” in alcune strade del centro storico, per aiutare i ciclisti a raggiungere il centro città, senza inutili e dispendiosi giri viziosi e senza commettere infrazioni, come purtroppo avviene ora.

Tale soluzione è del resto realizzabile anche con l’attuale testo del Codice della Strada, a condizione che vengano adottate opportune cautele.

In una Modena “smart city”, da lei più volte prospettata, le chiediamo di unire la sua voce a quella degli amministratori di Milano, Torino, Reggio Emilia, Bologna, e di richiedere formalmente al Parlamento e al Governo di introdurre nel Codice della Strada norme utili a favorire la circolazione quotidiana delle biciclette, compresa quella relativa al “senso unico eccetto bici”.

Ciò consentirebbe al nostro Paese di adottare soluzioni già ampiamente e positivamente sperimentate, superando ogni dubbio interpretativo e le attuali anacronistiche resistenze.

Cordiali saluti.

Modena 23.09.2014

Il Presidente FIAB – Amici della bicicletta di Modena

Giorgio Castelli

Coordinamento Mobilità Nuova: ecco il parere sul progetto di pista ciclabile in Via Giardini

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Pubblichiamo il parere del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena sul progetto di pista ciclabile in Via Giardini a Modena.

Il testo è stato inviato agli assessori Guerzoni Giulio e Giacobazzi Gabriele il giorno 22/8/2014 per riassumere ed evidenziare l’intenso e articolato percorso di confronto intrapreso tra l’amministrazione, i tecnici, i rappresentanti del Coordinamento, i rappresentanti delle associazioni di categoria e i commercianti stessi, i residenti. L’apertura e l’accoglimento di una serie di proposte del Coordinamento sono da ritenersi sicuramente positive.

Purtuttavia, rispetto all’ultima proposta presentata, il Coordinamento esprime ancora le seguenti perplessità e richieste di chiarimento, prima di poter esprimere un parere definitivo:

  • se la bidirezionalità da Piazzale Risorgimento a Via Gaddi può essere relativamente giustificata dalle ipotetiche difficoltà che può rappresentare una ciclabile che attraversi le aree di uscita della Polizia Stradale e delle ambulanze della Clinica Fogliani che si trovano sul lato opposto, non è però comprensibile la riproposizione della medesima soluzione anche sul tratto da Via della Pace a Viale Corassori. Non essendo presenti problematiche analoghe e vista l’ampia sezione stradale esistente, si potrebbe procedere con la realizzazione di una corsia ciclabile monodirezionale per ciascun senso di marcia, in sicurezza e senza intervenire sulla riduzione dello spartitraffico, con evidente risparmio di risorse economiche e disagi prodotti dall’accantieramento;
  • il coordinamento sottolinea come sia fondamentale la realizzazione contemporanea delle ciclabili, da Piazzale Risorgimento a Via Corassori, su entrambi i lati della Via Giardini onde evitare che, per indisponibilità economica, una parte dell’intervento non venga poi realizzata;
  • il coordinamento ripropone di destinare gli eventuali risparmi ottenuti dalla revisione del progetto sul tratto Pace-Corassori alla riqualificazione del tratto di ciclopedonale esistente fra Viale Corassori e Viale Amendola, che risulterebbe sottodimensionato in seguito alla realizzazione delle nuove ciclabili.
Schema di Proposta del Coordinamento

Schema di Proposta del Coordinamento

Allegato Testo completo del Parere