L’intervento dell’esperto Francesco Seneci all’evento FIAB traccia la rotta: non bastano le ciclabili, serve restituire spazio e fiducia alle persone.
Per anni ci siamo sentiti ripetere che la mobilità è una questione di “spostare flussi”: auto, bici, pedoni, come pedine su una scacchiera di asfalto. Ma se iniziassimo a pensare alla strada non come un tubo dove scorrere, ma come un luogo dove vivere? È questa la provocazione, lucida e necessaria, lanciata dall’Ing. Francesco Seneci (NetMobility) durante il recente convegno dei presidenti Fiab “Verso Velo-city 2026”. Un intervento che FIAB Modena vuole rilanciare perché tocca un nervo scoperto della nostra città: la differenza tra muoversi e “stare bene”. Spesso anche a Modena il dibattito sulla mobilità si arena sulla paura: la paura dell’incidente, la paura che la ciclabile non sia protetta, la paura del “degrado”. Seneci ha ribaltato il tavolo: smettiamo di progettare basandoci sulla paura e iniziamo a costruire fiducia.
Se a Modena si rimuove una panchina da un parco, una via o da una piazza perché “attira cattive frequentazioni”, stiamo progettando sulla paura. Il risultato? Si elimina il problema di decoro, ma si uccide la socialità. La ricetta dell’esperto è opposta: creare spazi belli e accoglienti è l’unico vero antidoto all’abbandono e all’insicurezza. Una città viva è una città sicura.
Il punto più toccante dell’intervento ha riguardato le scuole. Chiunque passi davanti ai poli scolastici modenesi (pensiamo all’area di via Leonardo da Vinci, al Polo Corni-Selmi o alle scuole del centro storico) negli orari di punta, vede il caos: auto in doppia fila, il rito del “kiss and ride”, studenti schiacciati sui marciapiedi.
Seneci ha portato l’esempio di Schio, dove una corsia stradale di un grande asse viario è stata sottratta alle auto e restituita a migliaia studenti, che stanno poi co-progettando insieme a genitori e docenti la successiva trasformazione da “marciapiede affollato” a “Piazza Campus”.
È una visione che FIAB Modena chiede a gran voce anche per la nostra città. Perché non osare? Perché non trasformare l’asfalto davanti ai nostri istituti in piazze dove i ragazzi possano socializzare, mangiare un panino o semplicemente aspettare l’inizio delle lezioni senza respirare gas di scarico? Questa che sembra un’utopia in molte città sta già avvenendo, come conseguenza di una pianificazione urbana che mette al centro le persone.
Dobbiamo essere onesti: non tutti andranno in bici, e va bene così. L’obiettivo non è forzare tutti sui pedali, ma democratizzare lo spazio pubblico. Una città amica delle biciclette è una città amica dei pedoni, degli anziani, dei bambini e anche di chi guida, che si trova in un ambiente più ordinato e meno stressante.
Il messaggio che portiamo alla Giunta e alla cittadinanza è semplice: rispettare il Codice della Strada è il minimo sindacale, ma il compito di un’amministrazione lungimirante è creare valore. Il valore di una Modena dove lo spostamento casa-lavoro o casa-scuola non sia un tempo morto o stressante, ma un momento di benessere. Servono spazi belli, serve coraggio nel togliere asfalto per dare verde e arredo urbano. La sfida è passare dalla logica della “sicurezza stradale” (necessaria) a quella della “felicità urbana”. Modena è pronta per questo salto di qualità? Noi crediamo di sì.
(Foto Credits: Netmobility, coprogettazione dell’area scolastica insieme agli studenti delle scuole nel Comune di Schio)














