I diversi colori della mobilità sostenibile

Corso per insegnare alle donne straniere ad andare ¡n bicicletta

 

L’uso della bicicletta è stato fondamentale per l’emancipazione della donna più di qualunque altra cosa al mondo
SUSAN B. ANTHONY, 1896

SI prendono le bici, le vecchie Grazielle, ma non solo, si tolgono i pedali, si familiarizza con il mezzo, si apprende a stare in equilibrio sulle due ruote, a fronteggiare i pericoli della strada e a conoscere i segnali stradali.

Sostenute dall’entusiasmo delle volontarie e dei volontari e dalla loro stessa tenacia, donne di diversa nazionalità, età e religione si Incontrano in un’esperienza di accoglienza e di vicinanza.

Ogni anno, ad aprile ed a settembre, la FIAB organizza corsi per Insegnare alle donne straniere, ma non solo, ad utilizzare la bicicletta, mezzo che potrà aiutarle a muoversi in città a costo zero e in autonomia.

Le date del corso di settembre sono le seguenti:  11 – 13 – 18 – 20 – 25 e 27 settembre 2018,  martedì e giovedì dalle ore 18 alle ore 19.30 – presso la sede Arci di Via IV Novembre 40/L Modena

Per iscrizioni, ulteriori informazioni e partecipare all’iniziativa come volontario:

Diana  3474506510

Luana   3384882782

 

Modena: Alessandra Filippi nuovo assessore alla mobilità.

Fiab Modena dà il benvenuto al nuovo assessore all’ambiente e alla mobilità del Comune di Modena, Alessandra Filippi, e le augura buon lavoro.

Questa scelta da parte del Comune di Modena, nonostante si sia ormai giunti all’ultimo anno di legislatura, ci fa sperare in una svolta e in un’azione più incisiva del Comune in materia ambientale. Soprattutto, ci pare significativo che il Comune intenda trattare in stretta sinergia i due importanti settori della programmazione, strategici per la qualità ambientale della nostra città, ovverossia l’ambiente e la mobilità.

Modena sta lavorando alla realizzazione del PUMS (Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile), il piano che si occuperà di stabilire le modalità di sviluppo della mobilità modenese per i prossimi dieci anni, e Fiab Modena si augura che prevalgano scelte più coraggiose e innovative, di quelle fino ad ora presentate, volte a favorire la mobilità sostenibile.

Per questo ci permettiamo di ricordare all’Assessore Filippi, ma anche, e soprattutto, al resto della Giunta Comunale, il documento di 10 proposte che proprio insieme a Legambiente e ad altre associazioni ambientaliste sottoponemmo ai candidati alla carica di sindaco alle ultime elezioni amministrative rimasto in tutto questo tempo disatteso: una proposta per una migliore qualità di vita della città, e soprattutto dello spazio urbano e della convivenza comune.

Allegato – Decalogo Mobilità Nuova

FIAB MODENA
20 aprile 2018

In città si parla di … Mobilità in Equilibrio

Quelle del 9 e 10 marzo, a Modena, saranno due giornate intense, dedicate alla mobilità dolce. Palazzo Carandini spalancherà le porte alla città per discutere ed indagare le potenzialità presenti e future legate ai molteplici scenari della mobilità sostenibile, con un’attenzione particolare sull’universo “bicicletta”.

Nella giornata di venerdì 9, ci chiariremo ogni dubbio riguardo la nuova Legge Quadro sulla Ciclabilità, approvata in Senato in via definitiva lo scorso dicembre, insieme ad uno dei padri-promotori: Paolo Gandolfi. Discuteremo di strategie per la mobilità con Marco Passigato, esperto a livello nazionale di progettazione della mobilità ciclistica, di moderazione del traffico e sicurezza stradale. Con uno sguardo territoriale, approfondiremo le politiche della mobilità integrata in Emilia-Romagna, insieme al responsabile del Servizio Trasporto Pubblico e mobilità sostenibile, Alessandro Meggiato; e confronteremo tra loro i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile, in corso di definizione a Modena, Carpi e nel Distretto Ceramico.

Sarà l’architetto urbanista Riccardo Andrea Marini, con una visione internazionale, a farci riflettere sul perché è così difficile rendere una città vivibile; e ancora, con l’Associazione Medici per L’Ambiente ISDE Italia, ci soffermeremo su quanto la mobilità influisce sull’inquinamento dell’aria e conseguentemente sulla nostra salute.

Sabato 10, una tavola rotonda metterà in condivisione le buone pratiche di mobilità che nei prossimi mesi saranno attivate in città, progetto “MO.ssa” e “Bike to work”; e quelle che da anni svolgono attività laboratoriali di trasmissione del sapere e di sensibilizzazione all’uso della bicicletta.

FIAB Modena rivolge l’invito a partecipare, non solo ad appassionati attivisti, ma a tutti coloro curiosi di capire “perché” la mobilità sostenibile è l’obbiettivo a cui i Paesi ambiscono nel prossimo futuro.

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

Campionatore passivo, cittadino attivo.

È di pochi giorni la notizia che l’Italia è a rischio di procedura di infrazione in materia di qualità dell’aria; sarebbe “colpevole”, insieme ad altri paesi europei, di mantenere troppo alti i livelli di concentrazione di due inquinanti atmosferici: il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico. Il Ministro dell’Ambiente sarà convocato, entro fine mese, dal Commissario dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, il quale si attende di conoscere “come e in che tempi si vuole raggiungere il rispetto” delle principali direttive europee in materia di qualità dell’aria.

Sono già pronti a rispondere all’Europa, sopperendo all’inoperatività del governo italiano, i “cittadini sentinella” di Bologna, protagonisti e finanziatori di “Aria Pesa”, un’iniziativa di monitoraggio che definirà una mappatura puntuale della qualità dell’aria in città.

Saranno più di 200 i cittadini attivi nella rilevazione, verranno forniti di un “kit misuratore” di NO2 con relative istruzioni per l’uso. Il kit consta di una staffa, di tre fascette per il fissaggio e del campionatore, quest’ultimo è un tubetto di pochi centimetri che va installato nel luogo più aperto possibile a una distanza dal suolo non inferiore ai tre metri. Si può mettere su un balcone, accanto a un palo o fuori dalla finestra, in questo modo verrà misurata la qualità dell’aria nelle strade più frequentate, come quelle casa-lavoro, casa-scuola. Il monitoraggio avrà la durata di un mese, dal 25 gennaio al 25 febbraio, i dati raccolti saranno sottoposti ad uno studio scientifico, supportato dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna e confrontato con i dati regionali dell’Arpa, ad oggi presente in città di Bologna, con 3 centraline.

Aria Pesa” non è solo un esperimento civico su basi scientifiche, è una presa di coscienza collettiva, che va a contrastare le scelte dell’amministrazione pubblica che determinano gravi conseguenze sulla salute e la qualità di vita in città. Se da una parte la politica si affievolisce, dall’altra il risveglio dei cittadini può essere lo stimolo per motivare politiche più coraggiose di limitazione di veicoli inquinanti e promozione della mobilità sostenibile, portando un cambiamento profondo dei nostri stili di vita.

I cittadini si stanno attivando … e la politica?

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

I diversi colori della mobilità sostenibile

corso donne straniere

I diversi colori della mobilità sostenibile
Riparte dal 3 ottobre il corso della Fiab di Modena per insegnare l’uso della bicicletta alle donne migranti

Dal 3 ottobre riparte il corso della Fiab di Modena I diversi colori della mobilità sostenibile rivolto alle donne migranti (ma non solo) per insegnare l’uso della bicicletta. Della durata di sei incontri, si tiene nelle giornate di martedì e giovedì, dalle ore 18 alle 19, presso il piazzale ove ha sede l’Arci di Modena (Via IV Novembre 40).

Grazie all’aiuto delle volontarie dell’Associazione, vere colonne portanti di tutto il progetto, le partecipanti vengono familiarizzate con il mezzo a due ruote, imparando progressivamente a stare in equilibrio da sole ed, infine, a tentare la grande prova: pedalare da sole in strada. Un’attenzione particolare viene non a caso riservata alla sicurezza stradale ed alla segnaletica, con informazioni e consigli sui modi più corretti di spostarsi nel traffico.

I diversi colori della mobilità sostenibile è un originale progetto della Fiab di Modena, attivo da quasi dieci anni, che persegue l’obiettivo di rendere le donne perfettamente autonome negli spostamenti quotidiani con la bicicletta. A causa del successo dell’iniziativa, molto apprezzata dalle donne, nel corso degli anni i corsi sono divenuti più numerosi e vengono svolti con una cadenza semestrale, a primavera ed a fine estate.
Si accede ai corsi attraverso una preiscrizione ed il pagamento di una minima quota assicurativa.
Le biciclette sono fornite dalla Fiab.

Informazioni:
www.modenainbici.it

La libertà viaggia su due ruote

corso donne straniere

Diceva Susan B. Anthony, una delle pioniere del movimento per i diritti della donna, che “l’uso della bicicletta ha contribuito all’emancipazione femminile più di ogni altra cosa al mondo.”

In una società autocentrica come la nostra un’affermazione come questa può sembrare superata, eppure é proprio il circolo vizioso provocato dalla carenza di adeguati piani sulla mobilità a spingere da un lato le persone all’uso del mezzo privato, dall’altra a relegare nella marginalità la fascia di popolazione più povera.

A farne le spese sono soprattutto le donne immigrate, la cui difficoltà é aggravata dal fatto che molte di loro non sanno usare la bicicletta, mezzo che permetterebbe loro, a costo zero, di muoversi in autonomia. Da dieci anni la Fiab di Modena si fa carico di questo bisogno, istituendo corsi per insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta. Per fare questo usufruiamo dell’aiuto di varie associazioni come la Uisp, l’Arci e la Casa della Donna e soprattutto, colonna portante del nostro progetto, delle volontarie, che assicurano con il loro entusiasmo il buon esito dei nostri incontri. La tenacia delle allieve, che raramente concludono i nostri corsi semestrali senza imparare a stare in equilibrio sulle due ruote, fa il resto.

Nonostante tutta questa sinergia positiva, il numero di volontarie presenti non riesce a coprire il crescente numero di domande cui ci troviamo a far fronte, per questo motivo da queste pagine lanciamo un appello a tutte le donne che hanno voglia di darci una mano per il prossimo corso di ottobre o per quelli che verranno. Per chi fosse interessata può scrivere a: redazione@modenainbici.it

Il corso, sei incontri, riparte il 3 ottobre e si tiene nelle giornate di martedì e giovedì, dalle ore 18 alle 19, presso il piazzale ove ha sede l’Arci di Modena (Via IV Novembre 40).

Luana Marangoni
www.modenainbici.it

 

Della bici non si butta via niente

Uno dei tanti slogan delle Ciclofficine popolari, prende spunto dalla nostra tradizione enogastronomica. Nulla di più vero!

Nelle Ciclofficine si recupera, si ripara, si immagina e si costruisce la propria bicicletta, anche ex-novo, in piena autonomia, nell’ottica del riciclo. Si hanno a disposizione, gratuitamente, tutti gli attrezzi necessari alle riparazioni e come spesso accade, se si necessita di qualche pezzo di ricambio, sicuramente lo si può trovare, più o meno in buone condizioni, tra le tante biciclette, che periodicamente vengono recuperate nei Punti di Raccolta dei rifiuti ingombranti, negli Uffici Oggetti Smarriti o date in donazione, vengono messe a disposizioni di tutti. Nelle Ciclofficine non si compra e non si vende nulla; di prassi viene chiesta un’offerta libera, a seconda delle proprie possibilità, e se si frequentano spesso, è possibile fare una sottoscrizione di circa 10 euro annuali, per sostenere le spese comuni.Le Ciclofficine sono luoghi autogestiti, a tutti coloro che ne usufruiscono viene chiesto di pulire dove si sporca, di rimettere in ordine gli attrezzi usati e di rispettare la raccolta differenziata dei rifiuti; è semplicemente un luogo dove si condividono i materiali e le conoscenze; se non si sa fare qualcosa si chiede agli esperti meccanici, che volontariamente diffondono l’abc dell’autoriparazione, e viceversa se si vede qualcuno in difficoltà si offre il proprio aiuto. Luoghi fisici dove ci si sporca le mani, luoghi di condivisione del “sapere meccanico” e di cene sociali, di riflessione sul consumo critico dei beni, di supporto alla mobilità dolce, e soprattutto di rimessa in circolo delle due ruote. Come? Con alcune giornate di festa nelle piazze, dedicate ai velocipedi recuperati e revisionati dai meccanici durante l’anno.

Questo 24 settembre, sarà proprio la nostra Ciclofficina popolare “Rimessa in movimento” di Modena, a coinvolgerci in un’appassionata Asta di Beneficienza di biciclette recuperate al giusto prezzo, battute con la formula “visto e piaciuto” al miglior offerente.

 

Marina Beneventi

www.modenainbici.it

Alla scoperta delle antiche vie d’acqua: una pedalata per la ricerca

partenza – vie d’acqua

Alla scoperta delle antiche vie d’acqua: una pedalata per la ricerca

Questa seconda tappa alla scoperta in bici delle antiche vie d’acqua ci ha portato nella pianura a nord di Modena a conoscere il Canale Naviglio o canale delle navi. Questo canale, che oggi ha solo la funzione di deflusso delle acque della città, era infatti un canale navigabile, la via d’acqua del ducato Estense, che collegava Modena con Ferrara e l’Adriatico.

Il Canale Naviglio, per essere navigabile, ha richiesto nei secoli un’opera assidua di manutenzione e la costruzione di manufatti che consentissero di mantenere un livello dell’acqua sufficiente per il transito delle imbarcazioni e un vero e proprio porto fluviale.  Alcuni di questi manufatti si sono conservati e si possono osservare percorrendo la sponda del canale.

Il timore di pedalare con una temperatura elevata è svanito subito; un’aria frizzante ci ha accompagnato per tutta la giornata anche nella terra della Bonifica nonantolana e nell’area del Canal Torbido.

Una gioia per gli occhi sono stati gli immensi campi di grano maturo. E che dire della sosta pranzo nell’area naturalistica del Torrazzuolo? Meravigliosa! Le torte buonissime. Il ricavato del pranzo è stato devoluto all’Associazione A.I.M.E.D.  che sostiene la ricerca sulla distrofia muscolare.

Per non dimenticare. Da Gina a Gabriella: un percorso, due medaglie d’oro.

Sabato 22 aprile abbiamo pedalato lungo strade basse per arrivare nei luoghi del martirio di Gabriella degli Esposti, medaglia d’oro al valor militare, che sacrificò la sua esistenza per amore della libertà. Nonostante avesse due bambine piccole e fosse in attesa di un terzo figlio, trasformò la sua casa in una base della Quarta Zona della Resistenza. Si impegnò nell’organizzazione dei primi gruppi di difesa della donna, scendendo in piazza a Castelfranco per protestare contro la guerra e la scarsità di alimenti.

Era il luglio del 1944, i tempi erano difficili, ma lei non ebbe paura, nè tentennò quando vennero a casa a prelevarla, sotto gli occhi della figlia, per cercare di farla parlare e tradire il marito ed i suoi compagni di lotta. La prelevarono dalla sua cascina il 13 dicembre del 1944 e la trascinarono insieme agli altri nel luogo di prigionia, dove fu barbaramente seviziata e torturata.

Il 17 dicembre fu uccisa e trasportata nel greto del fiume Panaro, a San Cesario,  insieme ad altri 9 compagni. La sua storia , con grande commozione e straordinaria semplicità, abbiamo avuto l’onore di sentirla raccontare dalle parole di Savina Reverberi Catellani, sua figlia, che quel lontano 13 dicembre aveva solo 12 anni. Parole piene di dolore e di amore, verso quella madre che le fu strappata via con odio e violenza e che non vide più dopo quel giorno. Ascoltare dalle sue parole questa terribile tragedia é stata un’esperienza commovente e formativa: é stato un privilegio conoscere questa donna che non si é lesinata nel raccontare questa triste pagina della sua storia personale, che é diventata storia collettiva, che non va perduta nè dimenticata in alcun modo.

Saremmo rimasti ore ed ore ad ascoltare Savina e le parole che fluivano dalle sue labbre, come se non fossero passati 74 anni da quel triste giorno. Altre persone ci attendevano a Castelfranco per aiutarci a ricostruire gli ultimi giorni della sua vita, la tortura all’Ammasso Canapa, l’uccisione sul greto del Panaro,  le pagine del libro di Savina letti dagli allievi delle scuole Spallanzani e Pacinotti,  Cosi abbiamo inforcato le nostre biciclette ed abbiamo continuato il nostro cammino della memoria lungo le tappe designate, fino a giungere a San Cesario.

La giornata é terminata al Bersò delle rose del parco della Resistenza di Modena, per onorare un’altra medaglia d’oro della storia della nostra Resistenza: Gina Borellini, alla cui vita e il prossimo sabato 29 aprile alle h 10, sarà dedicata una stele.

commemorazione gabriella degli esposti

Sulle orme della memoria, a colpi di pedale.

Sul suo profilo facebook si definisce “un lento viaggiatore solitario in bicicletta”, ma da quando ha deciso di partire per Israele, Giovanni la solitudine non l’ha ancora assaggiata….

Autorità amministrative, semplici cittadini, associazioni ed istituzioni lo vogliono incontrare, conoscere ed accompagnare per un breve tratto del suo viaggio. E’ stato cosi’ che domenica scorsa, anche noi della Fiab di Modena abbiamo accolto l’invito dell’Istituto Storico  e della Comunità Ebraica di Modena e siamo andati ad incontrare il nostro amico a Nonantola per poi pedalare insieme a lui fino a Modena ,dove nel primo pomeriggio ci attendeva Federica di Padova per un itinerario nei luoghi della memoria ebraica cittadina. Con lei abbiamo visitato la Sinagoga, e , dopo un breve passaggio nei luoghi simboli della città (piazza Torre, Le Carceri di Sant’Eufemia) abbiamo pedalato ancora fino a Villa Bisbini in località Fossalta che nel periodo post-bellico  fu luogo di accoglienza di giovani donne e uomini in attesa di emigrare verso la Palestina.

Ed é proprio il motivo dell’accoglienza che ha spinto Giovanni Bloisi ad affrontare i 2500 chilometri in bicicletta che da Varano Borghi lo porterà fino a Brindisi, da dove si imbarcherà per la Grecia ed infine per Gerusalemme in aereo. Tra le molteplici mete del suo pedalare in Italia e lungo l’Europa sulla scia della memoria, una di queste in particolare  é rimasta impressa nel suo cuore: la ex colonia fascista di Sciesopoli a Salvino nella Val Seriana  (Bergamo), che accolse nell’immediato dopoguerra 800 orfani ebrei, raccolti in giro per l’Europa tra le macerie dei ghetti , le rovine dei lager o perduti nella foresta a cibarsi di sole radici. Dopo un tentativo di speculazione fallito, la ex colonia  ora é in rovina ed é nato una appello corale per salvarla e trasformarla in luogo della memoria. Giovanni ha fatto suo questo appello corale ed é per questo che ora é in viaggio  fino in Israele, dove  incontrerà alcuni degli ebrei sopravvissuti  accolti a Selvino e sarà ospite nel kibbutz di Tze’lim, costruito proprio da e  per loro.

Per saperne di piu’

https://www.facebook.com/SciesopoliEbraica