Piazza Matteotti: sparite le bici gialle

articolo – resto del carlino

Piazza Matteotti: sparite le bici gialle

La ‘notiziola’ è questa: il cantiere appena attivato in Piazza Matteotti ha reso inutilizzabile la postazione di C’Entro in Bici, le bici gialle ben note ai modenesi che ne fanno largo uso.

Se è pienamente condivisa la sistemazione della grande piazza, non appare altrettanto accettabile la decisione di sottrarre agli utenti del centro storico quattro bici fra le più utilizzate, per almeno due mesi.

Eppure bastava così poco a prevenire il disagio arrecato agli iscritti: la postazione poteva essere spostata provvisoriamente sulla strada che lambisce la piazza, con pochissimo sforzo e generale soddisfazione, in attesa della fine dei lavori.

E allora perché non si è provveduto per tempo? La risposta è incerta: probabilmente non si è trattato di una esplicita volontà di danneggiare i ciclisti, ma di pura e semplice… insensibilità. D’altronde, che problema può creare l’annullamento di una postazione del bike sharing? Qualche bici in più o in meno non cambierà di certo la vita ai cittadini e all’ambiente.

Certo, si tratta di una ‘notiziola’, ben poca cosa rispetto ai grandi temi sociali ed economici sul tappeto. Eppure, sotto sotto, pur nella sua piccolezza, racconta qualcosa di più importante: conferma la ‘filosofia’ della mobilità praticata dall’Amministrazione comunale negli ultimi anni.

Agli annunci di voler promuovere gli spostamenti ecologici seguono le più concrete iniziative a favore degli autoveicoli: a una ciclabile ‘spezzatino’ faticosamente concessa ai ciclisti fa eco il maggior costo della concessione del Novi Park; all’incremento di 2 depositi protetti per bici fa eco l’impegno per moltiplicare le autostrade che attraversano un territorio fra i più infrastrutturati d’Europa; all’annuncio che il Piano della Mobilità ciclistica intende incrementare dell’1.5% annuo l’uso della bici fa eco l’eliminazione di 78 portabici dal centro storico, sacrificati per ricavare parcheggi per auto e moto, spazi per i ristoranti, ma anche per i contenitori portarifiuti…

Il cerchiobottismo teorizzato dall’Assessore alla Mobilità municipale in più occasioni rivela i suoi intenti reali: per lui non esiste un problema grave di inquinamento e, se esiste, non è compito suo contribuire a risolverlo.

L’avevamo detto: è una ‘notiziola’, quasi irrisoria…

FIAB MODENA
12 luglio 2017

Treno-bici: una santa alleanza contro l’inquinamento

treno più bici, accoppiata felice

Spostamento casa-scuola, bike-to-work, cicloturismo: sono tante le strade che portano a valorizzare la bicicletta come mezzo di trasporto economico, salutare ed ecologico. Una risorsa molto importante, tuttora sotto utilizzata, è certamente il treno. Presente in tutte le regioni, già usato quotidianamente da studenti, lavoratori e turisti, da sempre costituisce un ausilio per gli spostamenti sia brevi che medio-lunghi.

Purtoppo, nel Belpaese l’offerta di servizi ferroviari per i ciclisti è così gravemente irregolare da limitarne la fruizione: i treni veloci consentono solo il trasporto di biciclette smontate e di quelle pieghevoli; i treni regionali e interregionali propongono soluzioni variabili in base al materiale rotabile e al diverso tipo di servizio a cui è destinato il treno (ad es. se dedicato ai pendolari).

A partire dal 2019, entreranno in servizio nuovi treni regionali Trenitalia nei quali si prevedono spazi per 8 biciclette sui convogli a media capacità e per 16 su quelli ad alta capacità.

L’impegno di Trenitalia appare significativo. Tuttavia, esso dev’essere completato da interventi che favoriscano la circolazione delle bici da e verso i treni: questi devono essere dotati di spazi per il trasporto delle biciclette complete; su quelli regionali e interregionali deve essere predisposto un minimo di 1 posto bicicletta ogni 20 posti passeggero; gli spazi dedicati alle bici dovrebbero essere multifunzionali e consentire la ricarica delle bici elettriche; le normative dovrebbero essere uniformate e armonizzate con quelle europee. Grande attenzione dovrebbe essere rivolta ai servizi fuori e dentro le stazioni (ad es. parcheggi protetti, approdo facilitato ai treni).

Nei paesi europei più evoluti, gli operatori hanno incrementato la capacità di trasporto di bici. E all’aumento dell’offerta ha sempre corrisposto un maggiore utilizzo del servizio e, spesso, un ulteriore aumento della domanda. L’Italia ha tutte le energie per farcela: deve solo convincersi che l’alleanza fra treno e bici è la strada giusta.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

zona 30

Sicurezza ciclisti e pedoni: riserve indiane o condivisione?

La sicurezza stradale di ciclisti e pedoni è un argomento ricorrente nella comunicazione sociale, che riemerge dal fondo carsico in cui è relegato ogni qualvolta le vittime sono personaggi pubblici.

Al di là delle considerazioni fatalistiche (‘Poveretto…’) e delle valutazioni recriminatorie (‘Se la sono cercata…’), spesso la reazione dei cittadini s’incentra su un argomento paradossale: gli incidenti accadono perché… si muovono insieme alle automobili.

Benché assai diffusa, tale opinione rivela un pregiudizio antico e una tentazione autoritaria: i pedoni e ciclisti sono un corpo estraneo nel flusso del traffico e andrebbero relegati in spazi specifici, riservando la strada alle quattro ruote.

La realtà è diversa. Non la convivenza, ma la velocità eccessiva costituisce il primo fattore di incidentalità. Contrariamente a quanto si pensa, infatti, la presenza diffusa di pedoni e ciclisti in strada crea le condizioni per una più elevata sicurezza per tutti.

Un vero piano della sicurezza richiede pertanto di moderare la velocità dei veicoli più pericolosi (le auto), conseguibile con misure sperimentate: ampliamento dei marciapiedi, costruzione delle isole spartitraffico salvagente, ridimensionamento delle corsie di marcia.

Agendo sulla percezione del rischio, tanto più alta quanto più ristretti sono gli spazi e più frequentata la strada, si consegue una guida più controllata, adatta all’ambito cittadino. È contro intuitivo, ma è perfettamente dimostrabile sul campo.

Risulta quindi controproducente (oltreché costoso) moltiplicare nelle strade urbane segnali luminosi, cartelli, cordoli, semafori: in questo campo troppi messaggi inducono alla desensibilizzazione e alla rimozione. Al contrario, la semplicità essenziale delle zone a 30 km/h, dove valgono solo due regole (limitazione della velocità e dare precedenza a chi viene da destra), favorisce una sicurezza effettiva e permanente ineguagliabile con altri sistemi.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Se 140 portabici vi sembran tanti …

Se 140 portabici vi sembran tanti …

Il 2 maggio scorso l’Assessorato alla Mobilità del Comune di Modena ha annunciato l‘installazione di 140 portabici ‘Modena’ in centro storico e l’avvio dei lavori della nuova ciclabile di via J. Barozzi. L’assessore Gabriele Giacobazzi ha ribadito che «i portabiciclette in centro storico non sono diminuiti, come denunciato dalla Fiab» e che quelli effettivamente tolti «sono stati ricollocati nelle immediate vicinanze», precisando che l’associazione dei pedoni e dei ciclisti ha preso un abbaglio presentando dati «viziati da un equivoco», come nel ‘caso Delfini’: laddove prima c’erano 26 posti bici, ora in via Goldoni se ne trovano 44, che fra breve saranno portati a 46.

La Fiab accoglie con favore la posa di portabici in centro e la realizzazione della ciclabile di viale Barozzi, sperando che non si tratti un altro attacco di “annuncite” dell’Assessore. Del resto anche a marzo, sui portabiciclette tolti in centro, l’Assessore si era impegnato a contestare puntualmente i dati della Fiab, cosa che non è avvenuta anche perché è difficile contestare dati facilmente verificabili da chiunque.

Portabici in centro storico: il rilievo fotografico della Fiab del 21 marzo 2017  documenta che il saldo finale (fra portabici installati ed eliminati) è negativo di ben 78 portabici, per un totale di 142 posti bici in meno.

Presso la Biblioteca Delfini il rilievo fotografico documenta che ai civici nn.96-103-105 di Corso Canalgrande sono stati eliminati 25 portabici, ossia 50 posti bici. Al loro posto oggi parcheggiano 10 moto e tre auto. In via Goldoni, risultano installati 44 posti bici: mancano così all’appello 6 posti bici.

Del resto anche l’annunciata installazione di 140 nuovi porta bici in città, se si legge attentamente la nota del Comune, precisa che saranno solo 90 i portabici nuovi, perché 30 sostituiranno i portabici già rimossi e 20 serviranno come ‘riserva’ per future sostituzioni. Così in centro l‘incremento reale sarà globalmente di soli 12 portabici, con un incremento di circa l’1%, un po’ poco per tanto annuncio.

La costruzione di una ciclabile di viale Barozzi è già stata “annunciata” dalla precedente Giunta e a più riprese anche dall’Assessore e sembra che ora venga proposta larga 2 metri. E’ difficile comprendere questa scelta, visto la strada è molto ampia e che, se si realizza a doppio senso, deve essere inderogabilmente di almeno 2,50 metri. Due metri sono sufficienti se è pensata a senso unico in direzione della Giardini, ma in questo caso ciclisti saranno costretti a transitare nell’altro senso lungo la corsia preferenziale degli autobus.

Ancora una volta l’assessore Giacobazzi contesta erroneamente i dati della Fiab, annuncia e promette interventi che non realizza.

Le analisi preliminari del Piano della Mobilità Ciclabile, che l’Assessore illustra da oltre due anni, certificano un quadro pietoso: il 55% degli attraversamenti delle ciclabili è solo pedonale e i ciclisti dovrebbero scendere e andare a piedi, il 30% della segnaletica delle ciclabili è da eliminare o da sostituire, l’84% degli attraversamenti è senza protezione, per non parlare delle condizioni delle pavimentazioni che peggiorano costantemente.
Mentre non realizza gli interventi riparativi conseguenti, realizza piste risicate a doppio senso su strade che mantengono comunque la sosta in doppia fila, come via Giardini e via Emilia Est, e inaugura la pista di via Montecuccoli rubando altro posto ai pedoni.

La Fiab non ama polemizzare con le Amministrazioni Comunali con le quali auspica invece un confronto sano e di collaborazione, ma non può rinunciare al proprio compito di difesa di chi cammina e pedala ogni giorno, denunciando le scelte sbagliate e i dati addomesticati, soprattutto in un contesto che vede aumentare l’inquinamento atmosferico e acustico da traffico, che dovrebbe preoccupare prima di tutto i Sindaci che hanno la responsabilità della salute e della qualità ambientale.

I nostri rilevamenti semestrali certificano anche un lieve calo di pedoni e ciclisti in città, mentre gli incidenti che li coinvolgono sono gli unici che continuano a non calare. Cosa altro bisogna certificare per dimostrare che questa politica della mobilità è proprio sbagliata?
Fiab Modena
10 maggio 2017

Rilievo biciclette della Fiab: lieve incremento (+1,7%) rispetto al 2016. Tendenza alla stabilità nel medio periodo

tecnici progettisti ed associazioni

Rilievo biciclette della Fiab: lieve incremento (+1,7%) rispetto al 2016. Tendenza alla stabilità nel medio periodo

Il rilievo dei flussi di biciclette semestrale che la Fiab compie da 10 anni in città (ad aprile e settembre) ha evidenziato un lieve incremento (+1,7%) sullo stesso periodo del 2016 e una sostanziale stabilità di questa forma di mobilità nel tempo.

Il dato è stato registrato dai volontari dell’Associazione che hanno monitorato le 17 intersezioni più importanti di Modena fra le 7.30 e le 8.45 dell’11 aprile scorso. Le bici censite sono state complessivamente 3.763, contro le 3.700 del 2016 e le 3.874 del 2015. In definitiva, nel tempo la curva dei flussi si è assestata sotto le 4.000 unità.

Come sempre, l’incrocio Buon Pastore/Sigonio si è aggiudicato la palma del più trafficato (331 bici), seguito dall’inedito ex-equo Canalchiaro/Ruà Frati ed Emilia Est/Menotti (282 bici); più distanziati Medaglie d’Oro/Muratori (240 bici) ed Emilia Ovest/Aldo Moro (185 bici).

Qualcosa è cambiato nei flussi, in relazione agli spostamenti demografici e alla distribuzione dei poli attrattori nei quartieri cittadini: mentre Buon Pastore/Sigonio ed Emilia Ovest/Aldo Moro fanno registrare incrementi significativi dei ciclisti, al contrario Mazzoni/Crispi, Emilia Est/Menotti, Vignolese/Marzabotto, Medaglie d’Ora/Muratori e Morane/Archirola risultano in decremento, a volte anche molto accentuato.

La validità del rilievo Fiab è naturalmente indicativa, ma riguarda il momento della giornata e gli incroci più trafficati. Inoltre, il confronto metodico nel tempo garantisce una confrontabilità dei dati che non può essere sottovalutata.

La considerazione conclusiva che la Fiab ha maturato negli anni è che le politiche messe in campo dall’Amministrazione comunale non stanno modificando significativamente i rapporti molto squilibrati fra le varie modalità di spostamento, in particolare fra la componente ciclabile (circa il 10% sul totale degli spostamenti) e quella auto-motoveicolare (circa 75%). Purtroppo, il tanto decantato Piano della Mobilità ciclistica -approvato a fine 2016- non sembra capace di sbloccare una situazione che fa di Modena una delle città più inquinate d’Europa.

FIAB Modena
6 maggio 2017

Comuni ciclabili 2017

un piano per la mobilità a modena?

Comuni ciclabili 2017

La Fiab nazionale ha promosso la prima edizione di «Comuni ciclabili», una gara attraverso cui individuare la città più a misura di ciclista, sia per la mobilità urbana che per quella ciclo turistica. L’obiettivo dell’iniziativa è di informare turisti e cittadini sui comuni più accoglienti per i ciclisti e stimolare le amministrazioni a promuovere la mobilità sostenibile (mezzi pubblici, bicicletta e pedonalità).

Saranno 11 gli indicatori scelti per la gara: cicloturismo (ciclovie, albergabici), mobilità urbana (ciclabili urbane, limitazione e moderazione traffico e velocità), governance (motorizzazione, politiche di mobilità urbana e servizi), comunicazione e promozione (Bimbinbici, Settimana europea della mobilità, Bike to work day, European Cycling Challnge).

Le associazioni locali e i coordinamenti regionali FIAB potranno anche coadiuvare e assistere le Amministrazioni comunali nella raccolta e elaborazione dei dati da fornire.

Alla valutazione del grado di Ciclabilità conseguito corrisponderà l’assegnazione di ‘Bike Smile’ (da 1 a 5 per l’anno di riferimento) con la relativa bandiera. Il riconoscimento da parte di FIAB consentirà ai Comuni di fregiarsi del marchio per il periodo 2017-2018. Inoltre, il Comune sarà inserito nella «Guida ai Comuni Ciclabili d’Italia» edito dall’Associazione, che riporta una scheda sintetica per ogni ente partecipante.

L’iniziativa della Fiab nazionale rappresenta un’opportunità per il Comune di Modena di valorizzare gli investimenti per la mobilità ciclo pedonale, ma anche un’occasione per confrontarsi con le migliori esperienze italiane nel campo della mobilità sostenibile. Nel sollecitare l’Amministrazione ad aderire a «Comuni ciclabili», la Fiab di Modena si dichiara sin d’ora disponibile a prestare la propria collaborazione tecnica in ogni fase della candidatura.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Via Emilia est: il progetto che non c’è

incroci

Via Emilia est: il progetto che non c’è

Negli ultimi anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili in via Emilia est, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti.

La Fiab, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione della trafficatissima strada modenese avrebbe richiesto marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. La dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso;

2) sarebbe stato prioritario riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui, riorganizzando gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) in una città inquinata come Modena occorrerebbe perseguire la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile. A tale scopo, il traffico proveniente da est andrebbe accolto in un parcheggio scambiatore, da cui poi in bici e bus proseguire verso il centro.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Ciclabile Via Emilia Est: manca un progetto unitario

ciclabile via emilia modena – un comodo accesso

CICLABILE VIA EMILIA EST: MANCA UN PROGETTO UNITARIO

La realizzazione della ciclabile in via Emilia est, da tempo auspicata dalla Fiab, risponde ad un’esigenza largamente diffusa di protezione dei ciclisti dai rischi di incidenti in una delle strade più trafficate e pericolose della città. Nel tratto fra Largo Garibaldi e la tangenziale, la densità dei residenti, degli esercizi commerciali e di servizi di pubblico interesse rende questa strada uno dei percorsi preferiti dai ciclisti.

Occorre evidenziare che lungo via Emilia est esistono da tempo numerosi tratti ciclabili, per l’esattezza 9, realizzati in fasi successive su lati alterni e dotati di caratteristiche diverse tra loro per larghezza, pavimentazione, segnaletica.

Negli ultimi quattro anni, l’Amministrazione comunale ha deciso di realizzare due nuovi tratti di ciclabili, alternandoli uno sul lato nord e l’altro sul lato sud, ancora una volta diversi fra loro, portando così a 11 il variegato arcobaleno delle piste esistenti. Le proteste non si sono fatte attendere, sia dal mondo dei commercianti, ipersensibili ai parcheggi ‘sacrificati’ per la sicurezza dei ciclisti, che degli automobilisti ‘disturbati’ dai cantieri.

E i ciclisti? La Fiab, pur non condividendo le obiezioni di chi continua a fare resistenza passiva alle ciclabili, fin dalla presentazione dei progetti ha espresso un parere critico su entrambi gli interventi per le seguenti considerazioni:

1) la riqualificazione e la messa in sicurezza della principale strada modenese avrebbe imposto la realizzazione di marciapiedi e ciclabili continui su entrambi i lati per non costringere pedoni e ciclisti a pericolosi slalom nel traffico. L’ampia dimensione della carreggiata avrebbe consentito di realizzare due comodi marciapiedi e due piste monodirezionali di 1.5 m di larghezza, sull’intero percorso. Questo avrebbe permesso di riorganizzare la sosta e di riqualificare le aree antistanti gli esercizi commerciali, oggi assediate dalle auto che ne lambiscono gli ingressi;

2) una visione organica della mobilità ciclistica avrebbe dovuto consigliare l’Amministrazione comunale di riordinare i tratti di ciclabili esistenti adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separate), per renderli omogenei e continui. Sarebbe stata anche l’occasione per riorganizzare gli incroci e le fermate del trasporto urbano;

3) l’inquinamento dell’aria ed il rumore, che il Comune irresponsabilmente trascura, imporrebbero la riduzione del traffico motorizzato in aree urbane così centrali, facilitando il trasporto pubblico e la mobilità pedonale e ciclabile.

Per queste ragioni la Fiab chiede ancora una volta al Comune una vera politica di riqualificazione stradale e un sensibile miglioramento ambientale, condizioni necessarie per valorizzare lo spazio pubblico e promuovere la socializzazione, il passeggio e le attività commerciali e di servizio.

Queste argomentate indicazioni sono state ripetutamente sottoposte all’Amministrazione comunale, con atteggiamento non ideologico, esclusivamente volto alla soluzione dei problemi. In quanto al Tavolo della mobilità, il metodico rifiuto dell’Assessore alla Mobilità di ogni richiesta avanzata dall’associazione ne ha determinato la decisione di uscirne, sottraendosi ad un gioco delle parti in cui il Comune presentava scelte progettuali immodificabili e le associazioni dovevano limitarsi alla loro ratifica.

Questo gioco si è ripetuto anche nel caso delle ultime due ciclabili di via Emilia est, confermando la mancanza di un disegno politico chiaro e moderno sulla mobilità urbana da parte dell’Amministrazione, con la conseguenza di operare scelte parziali e contraddittorie che, fra l’altro, scontentano tutti.

Giorgio Castelli
Presidente Fiab Modena
19 aprile 2017

InfoBici n.45: Voglia di sicurezza

sicurezza: cosa fare?

Infobici n.45: “Voglia di Sicurezza”

infobici – Pubblicazione edita dalla FIAB-Modena
Numero 45 – Anno XIII – Aprile 2017

In questo numero:

  • Il senso del ciclista per la sicurezza
    Ermes Spadoni
  • Sicurezza stradale: no a riserve indiane, si a spazi condivisi.
    Giorgio Castelli
  • Se il piano piange
    Giuseppe Marano
  • A scuola a piedi o in bici: insieme il Comune di Novi e Fiab
    Giuseppe Marano
  • Come cambiare il Codice della Strada
    Le proposte Fiab a sostegno della mobilità ciclistica
    Giorgio Castelli
  • Decalogo salvavita per ciclisti impenitenti
    Giuseppe Marano
  • Bici da leggere
    Ilaria Sesana, La manutenzione della bicicletta e il ciclista di città.
  • Sicurezza e spazio come bene comune inalienabile
    Lorenzo Carapellese
  • L’analisi della situazione modenese
    – Come si spostano i modenesi
    – Caratteristiche della rete ciclabile
    – Gli incidenti stradali a Modena
    – La ‘top five’ delle strade pericolose
    – Come avvengono gli incidenti stradali
    – Il ‘case study’: Centro storico Zona 30 km/h
    – Segnali ciclabili: una vera giungla

scarica infobici 45

Gli spostamenti ciclistici a Modena: un pò di numeri

un piano per la mobilità a modena?

Come si spostano i modenesi

Sorpresa: non ci sono statistiche che descrivano compiutamente la situazione della mobilità modenese in ogni aspetto, ma solo per gli spostamenti casa-scuola e casa-lavoro (censimento Istat 2011). I dati casa-lavoro sono eclatanti: la componente ciclistica vale il 10.38% del totale, contro il 74.97% degli auto/motoveicoli, il 7.53% della pedonalità e il 7.12% del trasporto pubblico.

Ci si chiede allora come verrà rilevato l’andamento dei ciclo spostamenti previsto dal PMC nell’1.5% annuo? Non è molto chiaro: si parla di dispositivi di conteggio bici e auto come i 2 già esistenti, per i quali sono riportati costi non finanziati (30.000 euro).

Caratteristiche della rete ciclabile (km)
Su una rete estesa 216.7 km, in realtà sono meno di 160 i km di vere ciclabili. Il resto sono percorsi extra stradali. Una curiosità: meno della metà delle intersezioni cittadine censite per lo studio presenta attraversamenti ciclabili.

  • Ciclabile 27.562 (12,70%)
  • Ciclo-pedonale 90.723 (41,9%)
  • Contiguo 39.670 (18,30%)
  • Parchi 13.853 (6,4%)
  • Percorsi Natura 39.786 (18,4%)
  • F-bis 3.476 (1,6%)
  • Sottopassi 1.379 (0,6%)
  • Isole Attraversamento 297 (0,1%)
  • Totale 216.746 (100,0%)

Gli incidenti stradali a Modena (morti e feriti)
Nella dolorosa contabilità delle vittime degli incidenti stradali, pedoni e ciclisti pagano un prezzo salato, ben superiore alla loro quota sul totale degli altri utenti della mobilità. Purtroppo, nell’ultimo triennio è ripreso un trend di crescita delle vittime, seguito a un periodo di regressione. Gli orari di punta dei sinistri sono 8-9, 12-13 e 18-19.

  • 2004 – 98 pedoni – 214 ciclisti (2.148 tot.)
  • 2005 – 104 pedoni – 179 ciclisti (1.926 tot.)
  • 2006 – 104 pedoni – 231 ciclisti (2.095 tot.)
  • 2007 – 128 pedoni – 235 ciclisti (1.998 tot.)
  • 2008 – 129 pedoni – 233 ciclisti (1.817 tot.)
  • 2009 – 143 pedoni – 247 ciclisti (1.844 tot.)
  • 2010 – 134 pedoni – 242 ciclisti (1.932 tot.)
  • 2011 – 138 pedoni – 274 ciclisti (1.829 tot.)
  • 2012 – 96 pedoni – 227 ciclisti (1.564 tot.)
  • 2013 – 117 pedoni – 232 ciclisti (1.689 tot.)
  • 2014 – 125 pedoni – 236 ciclisti (1.599 tot.)

La ‘top five’ delle strade pericolose
Non c’è da illudersi: tutte le principali strade modenesi sono pericolose per i ciclisti e ovunque bisogna essere vigili e prudenti per prevenire incidenti e problemi. Nell’elenco delle 15 strade più pericolose, abbiamo estratto la top five che segue.

  • Menotti/Santa Caterina – 20 incidenti e 22 feriti
  • Crispi/Bruni Intersezione – 20 incidenti e 21 feriti
  • Canaletto/Attiraglio – 20 incidenti e 20 feriti
  • Divisione Acqui/Menotti – 14 incidenti e 15 feriti
  • Emilia est (S. Giovanni Bosco – Bonacini) – 13 incidenti e 13 feriti

Come avvengono gli incidenti stradali
Le intersezioni si confermano i punti più pericolosi per la mobilità, anche per i ciclisti: dei 1.460 incidenti totali nel periodo 2010-15, oltre la metà (804, con 832 feriti) si sono verificati agli incroci, mentre gli altri lungo le strade (656, con 688 feriti).
L’auto è di gran lunga il ‘lupo nero’ dei ciclisti, essendo il fattore di incidentalità più ricorrente (1.104 eventi).

Il ‘case study’: Centro storico Zona 30 km/h
Istituita zona a 30 km/h nel 2011, l’area del centro offre la possibilità di valutare l’esperienza ai fini di una riproposizione in altri quartieri della città. Confrontando i dati del quadriennio precedente (2006-10) e quello successivo (2011-15) alla modifica della velocità di circolazione, risulta che sono calati sia gli incidenti globali (243-174, -28%) che quelli dei ciclisti (107-80, -25%).
È una conferma dell’efficacia del provvedimento, specialmente nelle aree densamente abitate. Proprio per questo, non si capisce perché una misura così poco costosa e rapida nei risultati, non venga generalizzata: su 866 km di strade, solo 91 km sono zone a 30 km/h (9.93% del totale). Una curiosità: sulle carreggiate cittadine sono stati censiti ben 426 ‘dissuasori di velocità’, quei dispositivi che fanno rallentare solo i… ciclisti.

Segnali ciclabili: una vera giungla
Coniata dal drammaturgo tedesco Bertold Brecht per intitolare una delle sue opere teatrali, l’espressione ‘giungla della città’ trova conferma perfetta nella situazione… indescrivibile della segnaletica ciclistica modenese. La metafora è perfetta e calzante: un terzo dei segnali non è a norma. Un bel record!
I ciclisti devono diffidare della segnaletica che dovrebbe invece guidarli e proteggerli, e guardarsi dai pericoli che nasconde costantemente. A ogni incrocio, devono incrociare le dita: sarà quella buona o è la solita fregatura? E allora, sai che ti dico? Me ne vado in strada, almeno la situazione è più chiara. O no?

  • Segnali esistenti 2.405 – Mancanti 1.116
  • Degli esistenti:
  • A norma 1.621
  • Da eliminare (non a norma c/o attraversamenti ciclo-pedonali e ciclabili) 81
  • Da eliminare (errato – segnale doppio/inutile) 166
  • Da sostituire (errato – tipologia segnale sbagliato) 537