Via Emilia est: necessario un progetto organico di riqualificazione

bozza del progetto di via emilia est

bozza del progetto di via emilia est

La recente presentazione di un progetto di ciclabile in via Emilia est da parte del Comune di Modena ha immediatamente suscitato una reazione negativa nelle associazioni di categoria artigianali e commerciali, basata essenzialmente sulla difesa della situazione attuale.

La soluzione prospettata dall’Amministrazione prevede una pista ciclabile e pedonale sul lato nord (a sinistra uscendo dalla città) e un percorso pedonale sul lato opposto (sud). Rete Imprese Italia Modena, che raccoglie le sigle degli artigiani e dei commercianti, ha evidenziato che l’operazione comporta il restringimento della carreggiata e la riduzione di 60-80 posti auto nel tratto compreso fra gli incroci di via Emilia est con viale Menotti e via Bonacini. Il progetto non terrebbe conto della consolidata presenza di esercizi commerciali in zona, con i loro dehor in strada, che ne verrebbero notevolmente penalizzati.

La nota critica di Rete Imprese Italia Modena richiama l’attenzione su una zona della città nella quale sono da tempo riscontrabili i rilevanti problemi derivanti dal traffico auto veicolare: inquinamento dell’aria e sonoro e dequalificazione urbana, oltre che una significativa incidentalità.

Per la sua importanza nella mobilità cittadina, via Emilia est richiede invece un disegno generale per la cui attuazioni potrebbero necessitare anche più esercizi di bilancio, ma che preveda chiaramente un cambiamento radicale di paradigma nell’uso dei mezzi di spostamento dei cittadini, non più basato quasi esclusivamente sull’automobile privata ma sulla valorizzazione dei veicoli ecologici.

Un organico progetto di riqualificazione di via Emilia est richiederebbe la realizzazione di ciclabili e pedonali su entrambi i sensi di marcia, separati fra loro, continui fra l’intersezione di via Trento Trieste e la tangenziale, riconnettendo tutti i tratti isolati oggi esistenti, adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separati).

Contemporaneamente, occorre ribadire che il traffico in ingresso da est dovrebbe approdare su parcheggi scambiatori collocati in periferia, collegati al centro attraverso il trasporto pubblico e la rete delle ciclabili.

È anche utile ricordare che, ovunque si realizzi una vera riqualificazione stradale, gli esercizi artigianali e commerciali ne traggono beneficio perché –migliorate le condizioni ambientali- si creano situazioni più adatte allo shopping e al passeggio, particolarmente dei residenti, pre-condizioni per incrementare e fidelizzare clientela e fatturato.

Il Coordinamento associazioni mobilità nuova di Modena

Ciclabile via Giardini: Il Coordinamento associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno delle modifiche del progetto comunale

Il Coordinamento delle associazioni mobilità nuova ha lanciato una raccolta di firme a sostegno delle modifiche al progetto di ciclo pedonale in Via Giardini, presentate all’Amministrazione a dicembre 2013 e che sono allo studio presso gli uffici comunali.

I volontari delle dieci associazioni del Coordinamento attueranno un presidio presso la Chiesa S. Faustino sia sabato 1 (ore 16 – 19) che domenica 2 marzo (ore 9.45 – 12.30) per illustrare ai cittadini le loro richieste e raccoglierne le firme per l’adesione. La stessa iniziativa sarà probabilmente ripetuta il week end successivo, con le medesime modalità. È prevista anche la raccolta delle firme on-line.

Le ragioni delle associazioni sono note da tempo e hanno trovata eco anche nella recente bocciatura del progetto da parte delle Circoscrizioni 1 (Centro storico) e 4 (S. Faustino): viene considerato inadeguato per la discontinuità del tracciato, ricavato parte sul lato est e parte sul lato ovest, con attraversamento all’ incrocio con Via Pace, oltre che per i costi eccessivi e la promiscuità ciclabile e pedonale.

Con la raccolta di firme, il Coordinamento si appella al Sindaco di Modena, al Presidente del Consiglio Comunale, ai Presidenti delle Circoscrizioni 1 e 4 affinché l’Amministrazione comunale sospenda l’attuazione del progetto approvato e lo modifichi per renderlo più sicuro e funzionale alle esigenze della mobilità ciclistica e pedonale, prevedendo:
1) il percorso continuo su entrambi i lati della strada (est e ovest);
2) la separazione del percorso pedonale da quello ciclabile;
3) la destinazione degli eventuali risparmi ottenuti dalla revisione del progetto alla riqualificazione del tratto di ciclo pedonale fra Viale Corassori e Viale Amendola, oggi del tutto inadeguato.
IL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI MOBILITÀ NUOVA

E’ possibile firmare la petizione online cliccando qui

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale, verificati costi superiori agli standard

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dubbi sulla ciclabile

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento associazioni mobilità nuova al progetto di ciclabile in Via Giardini del Comune di Modena, arrivano le bocciature politiche pesanti delle due Circoscrizioni interessate, la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino).

Infatti, il 13 febbraio 2014 il Consiglio della Circoscrizione 4 (San Faustino) ha espresso parere contrario al progetto Comunale, seguito 4 giorni dopo, il 17 febbraio, da eguale negativo parere de l Consiglio della Circoscrizione 1 (Centro Storico).

Il progetto era apparso subito inadeguato alle esigenze di mobilità sia dei ciclisti che dei pedoni. Oltre all’ ingiustificato “spezzatino” del percorso, previsto parte sul lato est e parte su quello ovest, e alla commistione di ciclabile e pedonale sul tratto del lato ovest previsto, è risultato particolarmente indigesto anche un aspetto finora trascurato: i costi.

La realizzazione del ciclo-pedonale, lungo in tutto circa 1,2 km, richiede una spesa superiore ai 650.000 euro, garantita in buona misura da un contributo della Regione Emilia Romagna. Fin dall’ inizio, le associazioni ambientaliste avevano evidenziato che sul lato est esiste una sottostrada di circa 250 m che può tranquillamente ospitare il percorso, senza praticamente alcuna spesa. Ciò avrebbe comportato un risparmio che poteva essere reinvestito per riqualificare la poco funzionale ciclabile esistente da Viale Corassori fino alla scuola media Guidotti.

Ma l’analisi economica effettuata sul progetto ha recentemente prodotto un esito sconcertante: il costo per metro lineare previsto dal Comune è di 557 € al metro, oltre il doppio del costo standard (250 €/m), sovra costo dovuto alla demolizione e al rifacimento di buona parte del marciapiede esistente e alla modifica di numerosi incroci stradali.

Non minore meraviglia hanno suscitato alcune specifiche previsioni di spesa: 75.800 € solo per la segnaletica e 13.600 € solo per i cestini portarifiuti, decisamente eccessive in una situazione di ristrettezze finanziarie degli enti locali.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, la Fiab di Modena e Salvaciclisti ribadiscono la richiesta di modifica del progetto comunale e invitano l’Amministrazione ad accogliere finalmente le proposte migliorative formulate nella comunicazione inviatale il 9 dicembre 2014 dal Coordinamento associazioni mobilità nuova.

FIAB Modena
Salvaciclisti

Mobilità: scelte “auto centriche” o “umano centriche”?

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doppio senso eccetto bici

«Le nuove “Linee guida” per la modifica del Codice della Strada in discussione in Parlamento affermano con chiarezza il principio che nel governo della mobilità urbana le norme devono evolversi da una cultura “auto centrica” a una “umano centrica”

Nel caso della circolazione delle biciclette nel centro storico, alcune delle condizioni previste dalle “Linee guida” appaiono però quasi proibitive: ad esempio, le strade devono essere larghe almeno 4 m senza parcheggi auto per consentire la circolazione delle bici in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico. Questa norma non solo sarà inutilizzabile nel centro cittadino, ma fornirà un alibi a chi non considera la mobilita ciclistica una risorsa per la sostenibilità ambientale.

Ne è un esempio eclatante la recente dichiarazione sull’ argomento dell’Assessore comunale all’ Ambiente, Simona Arletti, nella quale ha detto che darà mandato ai tecnici di verificare la presenza di questi requisiti. Non occorre essere tecnici per anticipare che in centro sarà pressoché impossibile individuare una strada con tali caratteristiche. Argomento chiuso? No.

Prima di archiviare la pratica, occorrerebbe osservare i comportamenti reali dei ciclisti, chiedendosi ad esempio che percorso dovrebbe fare chi ha deciso di fare la spesa al mercato di via Albinelli e deve rientrare in via Buon Pastore? Si scoprirebbe così che il percorso imposto ai ciclisti dalla segnaletica attuale (pensata in funzione degli autoveicoli) raddoppia la lunghezza del percorso (1.400 m invece di 700 m). Non è un caso che il ciclista sceglie regolarmente quello più corto, anche se questa scelta lo porta a violare le norme stradali percorrendo al contrario alcuni sensi unici (del che, naturalmente, si assume tutti i rischi del caso).

Lo stesso discorso vale per la ciclabile di via Giardini. Le associazioni ambientaliste considerano la proposta dell’Amministrazione sul lato ovest meno sicura, meno utile e più costosa, evidenziando che sul lato est si potrebbe ricavare una ciclabile più sicura, più economica e di grande interesse per i ciclisti. Il principale difetto di questa proposta è che richiede la rimozione di posti auto non regolamentati, cioè abusivi, cioè illegali.

E torniamo al quesito iniziale: vogliamo una città “auto centrica” o “umano centrica”?»

A. F.
(Gazzetta di Modena 22.2.2014)

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuovaal progetto di pista ciclo-pedonale sulla via Giardini proposto dal Comune di Modena, arrivano anche le bocciature politiche delle due Circoscrizioni interessate: la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino), che a grande maggioranza hanno espresso parere contrario all’ipotesi prevista dal Comune.

L’esito di queste consultazioni conferma la necessità urgente di una revisione e di una più ampia condivisione di quel progetto, ritenuto dalle associazioni ambientaliste obsoleto rispetto alle soluzioni di nuova concezione, presentate nel “Decalogo per la Mobilità Nuova”.

Oltre agli elementi più evidenti, come la discontinuità del tracciato spezzato in due tronconi, ed ai costi che appaiono eccessivi, il Coordinamento ha focalizzato la propria attenzione sulla promiscuità ciclabile e pedonale quale elemento di conflittualità tra queste due categorie costrette in spazi contenuti e agli elementi di pericolosità che ciò può provocare.

Le proposte del Coordinamento espresse nel “Decalogo” sono inquadrabili nell’ottica della realizzazione di una rete ciclabile efficiente (BiciPlan) in cui visibilità e sicurezza dei ciclisti, continuità e scorrevolezza dei percorsi pedonali e ciclabili e loro fruibilità in assenza di conflitto reciproco siano caratteristiche inderogabili.

Proposte realizzabili per buona parte del tracciato per le caratteristiche geometriche di Via Giardini, in cui la misura della sezione stradale in entrambi i sensi di marcia, è ampiamente superiore a quella prevista dal Codice della Strada. Una sezione che consentirebbe il mantenimento delle due corsie per senso di marcia, della sosta dei veicoli e della separazione dei percorsi dei ciclisti e pedoni.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, coinvolte territorialmente dal progetto, considerando l’importanza strategica di un percorso ciclabile su una via radiale di ingresso in città, il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova ribadisce la richiesta di modifica del progetto comunale e invita l’Amministrazione a valutare le proposte migliorative formulate e ad un maggiore coinvolgimento della cittadinanza.

Il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena(*)

Cerchiamo volontarie per il corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Cerchiamo volontarie per il progetto “I diversi colori della mobilità sostenibile”: corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Durante il mese di aprile partirà un nuovo ciclo di incontri che la Fiab organizza per insegnare l’uso della bicicletta alle donne straniere. Il corso si svolgerà a Modena, presso il Parco Novi Sad, data e orario sono in corso di definizione. Cerchiamo volontarie che ci aiutino a realizzare il nostro progetto

per informazioni e adesioni contattate Luana cell. 3371024234 luanamara@hotmail.it

Per dettagli leggi qui

COLAZIONE A RUBIERA: Rompiamo il digiuno, senza fretta

bici-gelato

bici-gelato

COLAZIONE A RUBIERA: Rompiamo il digiuno, senza fretta
di Maria Chiara Marchiò

Herberia è l’antico nome di Rubiera (lo conserva il suo teatro): sembra, dal celtico her-beria, “in mezzo alla pianura”. Anche per chi come me si confonde sempre con la geografia locale, la notizia è rassicurante: la “colazione a Rubiera” non comporta salite, e va proprio bene così, dopo il letargo dell’uggioso inverno.

Bello riprendere fuori la bici, sentire le gambe che assecondano contente il girare delle ruote, raggiungere la fatidica piazza Primo Maggio (chissà se fra 200 anni oltre al cippo che ricorda Ciro Menotti ci metteranno anche una targa per consacrare il punto di raduno Fiab?), ritrovare gli amici, e ce ne sono tanti, carichi come te di voglia di andare fuori città.

Bello pedalare senza doversi preoccupare di nulla: il percorso, stradine basse e ciclabili, lo hanno già studiato le organizzatrici; del poco traffico non ti devi dar pensiero se, al primo rumorino, almeno in quattro esclamano “Macchina!!”. Unica attenzione, una giusta distanza da chi ti precede. Quindi, puoi respirare a pieni polmoni negli spazi aperti di questa primavera precoce, e lasciar fluire dolcemente il movimento e tante tante chiacchiere: è un po’ che non si pedala insieme, nessuno vuole correre, si va solo, in compagnia, a far colazione … e buona stagione ciclistica a tutti.

Mobilità: incentivi per chi rispetta l’ambiente

rossella-citta-inquinata

inquinamento in città

L’elevato tasso d’inquinamento che affligge Modena deriva principalmente dagli scarichi dei veicoli a motore. Per ridurlo è quindi necessario puntare a ridimensionare l’elevatissima quota di spostamenti urbani effettuati con gli autoveicoli tradizionali (circa l’80% sul totale), rafforzando le alternative al mezzo privato.

A tale scopo, il Comune di Modena dovrebbe attuare una serie di misure finalizzate a promuovere i mezzi ecologici per aumentarne la quota utilizzata in città dal misero 20% attuale al 50% circa. Queste percentuali rispecchiano gli standard delle città europee più evolute, dove il trasporto pubblico e la bicicletta sono in vetta alla graduatoria dei mezzi più utilizzati dai cittadini.

Fra le numerose iniziative suggerite dalle buone esperienze italiane e internazionali, il Comune di Modena dovrebbe riprendere e sviluppare quella degli incentivi ai comportamenti eco friendly, avviata nel lontano 2001 e ridimensionata negli ultimi anni. A suggerirlo è anche il punto 5 del Decalogo per la mobilità nuova predisposto dalle associazioni ambientaliste modenesi e inviato al Comune di Modena affinché lo adotti e lo metta in pratica.

In concreto, di che si tratta? Viene richiesto al Comune di adoperarsi affinché le aziende pubbliche e private modenesi prevedano incentivi per i propri dipendenti che si spostino sui percorsi casa/lavoro con i mezzi ecologici. Ne sono stati sperimentati di diverso tipo: per chi usa la bicicletta possono funzionare da incentivo i parcheggi aziendali, le convenzioni con negozi di prodotti ciclistici e le botteghe per la manutenzione, i contributi per l’acquisto di mezzi elettrici (oggi fissati al 14% per tutti i cittadini).

Interessanti due esperienze condotte a Ravenna e a Milano. Un ospedale privato ravennate concede incentivi orari per chi si sposti in bicicletta, proporzionali alle distanze coperte, che si traducono in ore/giorni di congedo su base annua. Nel capoluogo meneghino, invece, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno adottato Pass Mobility, un benefit fornito dall’azienda gratuitamente ai dipendenti che scelgono il trasporto pubblico.

Giuseppe Marano

Trasite, favorite. Calabria in bici, storie di immigrazione ed accoglienza

foto di gruppo

foto di gruppo

Il nostro cicloviaggio alla scoperta delle realtà territoriali “resistenti” quest’anno ci ha portato in Calabria, nella parte più a sud dell’Appennino Meridionale, in Aspromonte e poi tra i due mari, lo Ionio e l’Adriatico.

La prima tappa ci ha condotto ad incontrare gli amici di “Sos Rosarno“, Peppe, Michele, Nino e tutti gli altri, nella colorata ed accogliente fattoria delle Terre di Vasia, circondata da distese di uliveti. Ci hanno accolto in tanti quella prima sera, tutti sorridenti e desiderosi di conoscerci, con una superlativa cena assolutamente vegetariana, carica dei sapori e degli odori di questa terra così fertile. Ci hanno raccontato la loro esperienza, il loro sogno. Un sogno nato dal desiderio di coniugare desiderio di legalità, emancipazione ed accoglienza.

Non è detto che a Rosarno e nella Piana l’unica maniera che hanno i contadini per sopravvivere alla miseria ed allo sfruttamento della grande distribuzione è quello di entrare in un circolo vizioso che provoca nuovi abusi su chi è già precario. Non è vero che si può uscire dalla povertà solamente provocando altra miseria.

Quella sera gli amici di Rosarno ci hanno raccontata un’altra storia. Ci hanno raccontato come sono riusciti, facendo rete ed utilizzando i G.A.S., a pagare un prezzo equo al bracciante e a ricavare una somma dignitosa per la solo sopravvivenza. Certo le difficoltà non mancano, ma hanno volontà e fiducia, fiducia che abbiamo deciso di fare nostra, acquistando subito i loro prodotti.

Alcuni li abbiamo apprezzati in loco: l’olio, la deliziosa marmellata di clementine, il miele al bergamotto, tutti rigorosamente biologici. Il tempo delle arance era già quasi scaduto, così, nell’attesa del prossimo inverno, ci siamo “accontentati” di inebriarci del dolce profumo delle zagare, che a tratti inondava la campagna, mentre scivolavamo via con le nostre bici, la mattina dopo, allontanandoci da Serrata per andare a visitare la Cooperativa Frutti del Sole, dove vengono immagazzinate e smistate le arance prima di prendere la strada dei gruppi di acquisto in tutta Italia. Ci siamo lasciati con una promessa: non perdiamoci di vista. E intanto, arrivederci a questo inverno, con le prime arance e clementine!

Le biciclette nei sensi unici: perché no?

Eccetto bici

Eccetto bici

La battaglia nazionale per la circolazione delle biciclette in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, fatta propria anche dalla Fiab di Modena (a partire dalla manifestazione in centro del 19 marzo 2011), sembra aver prodotto un effetto positivo. Il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha dichiarato che entro l’estate verrà introdotta nel Codice della Strada una norma che consente tale facoltà ai sindaci, sia pure con alcuni limiti. Sulla scorta di numerose esperienze italiane ed europee, D’Angelis attesta che il provvedimento non è destinato ad aumentare gli incidenti. Ha anche rivelato che sono in corso contatti con le società assicuratrici per predisporre polizze a copertura degli infortuni (peraltro la Fiab dispone di una polizza convenzionata per meno di 100 euro l’anno).

Il Governo sembra aver invertito le priorità in tema di mobilità, proponendo una nuova scala di priorità: “In futuro vogliamo che si parta innanzitutto dai pedoni, poi ci si occupi di biciclette, e solo alla fine delle automobili”. E i sindaci? Gli amministratori locali possono modificare autonomamente la segnaletica prevedendo nei sensi unici l’eccezione per le biciclette.

L’ordinanza del Comune di Reggio Emilia in proposito risale al 2005, sostenuta dall’istituzione della zona a 30 km/h. Alessandro Meriggiato, dirigente al Settore Mobilità di Reggio Emilia, ha opportunamente precisato: “Quando ci sono le dovute motivazioni e si applicano le dovute cautele, si può farlo in ogni città, perché il responsabile della mobilità nelle amministrazioni comunali è il sindaco”.

Una bella differenza con Modena! La lettera con cui la Fiab nel 2012 chiedeva di sperimentare in poche strade del centro la deroga per le bici nei sensi unici non ha mai ricevuto risposta dal Sindaco.

Giuseppe Marano