Velocità & sicurezza: scelte ragionevoli

ciclista ferita

ciclista ferita

A Modena gli incidenti stradali continuano a provocare una silenziosa strage che i numeri nudi e crudi non riescono a evidenziare nel dibattito pubblico: ogni anno sulle strade cittadine perdono la vita una dozzina di persone, mentre i feriti sono circa 1.500. E sono aumentati n modo sproporzionato i ciclisti e i pedoni coinvolti negli eventi. I danni materiali sono ingentissimi: una stima indica in oltre 200 milioni di euro il costo complessivo degli incidenti.

I tre principali interventi posti in campo dal Comune di Modena sono la moltiplicazione delle rotatorie, l’installazione di fotored e autovelox, l’attivazione della zona a 30 km/ in centro storico. A questi interventi si sono associate iniziative di informazione/formazione nelle scuole, principalmente ad opera della Polizia Municipale e delle associazioni di volontariato.

Sul tema occorre essere chiari: il primo fattore dell’incidentalità è la velocità eccessiva, considerata in rapporto alle caratteristiche psico-fisiologiche umane e alla tipologia dello spazio stradale. Pochi sanno che l’occhio degli automobilisti nel 25% dei casi circa esclude ciclisti e pedoni dalla percezione consapevole: l’occhio vede, la mente rimuove. È poi controintuitivo, ma è accertato, che le strade rettilinee e larghe creano più incidenti e più gravi di quelle non rettilinee e strette.

Su questi aspetti il Comune di Modena va controcorrente: negli ultimi dieci anni ha realizzato una sola zona a 30 km/h (centro storico). E quando ha installato le nuove tecnologie per il controllo della velocità (è il caso di via Contrada) ha sempre ondeggiato sotto l’assalto concentrico di cittadini sanzionati, lobby e soggetti politici più attenti ai vantaggi elettorali che alla sicurezza pubblica.

Giuseppe Marano

www.modenainbici.it

Sabato 7 giugno: prova le nuove MTB Decathlon sul percorso natura

decathon modena

decathon modena

Decathlon sabato 7 giugno farà provare in modo totalmente gratuito alcuni dei nuovi modelli mountain bike, e mette a disposizione anche il casco e alcuni nuovi prodotti energizzanti.

L’iscrizione si può fare via telefono, basta chiamare al 059 847445, farsi passare il reparto ciclismo e lasciare nome cognome e numero di telefono!

Per ora sono programmati un paio di giri, uno alle 9 del mattino e uno alle 16, nel percorso natura che passa proprio dietro al negozio, è un percorso abbastanza semplice quindi è un tipo di iscrizione aperta veramente a tutti!

Via Emilia est: una strada ridotta a parcheggio?

bozza del progetto di via emilia est

bozza del progetto di via emilia est

Mentre i temi della mobilità sono spariti dal dibattito elettorale, le organizzazioni dei commercianti riunite in Rete Impresa Italia Modena lanciano un ultimatum al Comune sul progetto di ciclabile sul lato nord di via Emilia est: nel chiedere perentoriamente il blocco del progetto, sostengono l’esigenza non solo di conservare i posti auto attuali, ma addirittura di incrementarli recuperando altri spazi pubblici. L’appello di Rete Impresa associa la guerra alla ciclabile scatenata dai commercianti di Emilia est a quella di via Giardini.

Come spesso accade a chi teme il futuro perché non sa adeguarsi alle situazioni emergenti, l’associazione dei commercianti si è chiusa nella difesa a oltranza della mobilità esistente e degli interessi corporativi che la rendono insensibile ai problema della città.

Come attestano le analisi sulla qualità dell’aria a Modena, l’ambiente urbano versa in una situazione grave a causa delle emissioni velenose del traffico, molto superiori ai limiti europei. Il Comune quindi dovrebbe perseguire l’obiettivo strategico di ridurre emissioni e incidentalità, due piaghe direttamente proporzionali all’uso stratosferico degli autoveicoli a Modena (oltre il 76% degli spostamenti è in auto).

Pur essendo una strada urbana inserita in quartieri densamente popolati, via Emilia est ha le caratteristiche fisiche di un’autostrada, presenta una sosta autoveicolare asfissiante e spazi per ciclisti e pedoni del tutto residuali. In questa condizione, nessun miglioramento sarà possibile per la qualità urbana dei residenti.

Le soluzioni sono indicate dalle esperienze delle città meno autocentriche di Modena: restringere la carreggiata a due corsie normali, spostare verso il centro i parcheggi, tariffare la sosta e creare spazio per percorsi ciclabili e pedonali su entrambi i lati della strada. Solo questo approccio è in grado di riqualificare le infrastrutture e creare le condizioni per la migliore accessibilità ai servizi pubblici e privati.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il Coordinamento Mobilità Nuova sulla campagna elettorale a Modena

rossella_associazioni_mobilitaQuella che stiamo vivendo in queste settimane pare essere una delle campagne elettorali più strane degli ultimi anni: a breve ci recheremo alle urne eppure sui temi reali che interessano la città ed i suoi spazi ben poco si parla e si discute nei dibattiti pre-elettorali.

Dopo l’incontro promosso dal Coordinamento per la Mobilità Nuova con gli aspiranti al ruolo di sindaco, avvenuto lo scorso 28 aprile, la panoramica sulla situazione cittadina pare essere la seguente:

  • la vicenda “chioschi” nel parco delle Rimembranze è stata accantonata, bollata come responsabilità della giunta uscente: una scomoda eredità che concerne l’uso – e l’abuso – delle aree e degli spazi pubblici che in ogni caso il futuro governo cittadino dovrà affrontare;
  • i progetti di edificazione sulle zone F sono ignorati e non considerati argomento di confronto, così da poter dare a chiunque la possibilità di dichiararsi paladino del “consumo zero” di territorio;
  • la cosiddetta “cura del ferro” per la mobilità urbana ed extra, proposta in occasione delle primarie del PD, è stata respinta al mittente;
  • non si sa più niente dello studio di fattibilità sulla ferrovia Modena-Sassuolo commissionato dal Comune alla Camera di Commercio per definire il futuro di Gigetto (dove peraltro da oltre un anno la maggioranza dei passeggeri viaggia gratis perchè le obliteratrici non funzionano e ovviamente questo porta alla ovvia conclusione che il servizio non rende e va dismesso);
  • il Documento di Indirizzo sulla redazione del Piano Strategico Comunale che avrebbe dovuto essere approvato entro Febbraio scorso è svanito nel nulla;
  • i risultati del percorso partecipativo sul PSC, dove il tema della mobilità in generale era al secondo posto dell’attenzione dei modenesi, sono stati completamente dimenticati.

In sintesi, il tema della mobilità considerato a parole da tutti i candidati quale elemento determinante nel futuro sviluppo urbano, aldilà delle frasi di circostanza e della presenza formale in alcuni dei programmi elettorali, pare essere lontano dagli impegni concreti che la maggioranza dei candidati ha assunto con la cittadinanza.

Città compatta, consumo zero di territorio, valorizzazione degli spazi pubblici e delle strade come elementi di sviluppo urbano e di coesione sociale, rafforzamento del commercio al dettaglio e di vicinato, a scapito di espansioni immotivate di centri commerciali sia nella città di Modena che nei comuni limitrofi, sono tutti temi che possono – anzi dovrebbero – essere declinati sui temi della mobilità nuova.

Parigi ha classificato come zone 30 buona parte della metropoli, Anversa ha commissionato un Piano di Sviluppo Urbano dove a partire dal 2030 ci saranno forti limitazioni sull’uso dell’auto, Bolzano e tanti altri Comuni in Italia ed in Europa stanno velocemente ridisegnando le loro città secondo i ritmi ed i temi di una nuova mobilità basata sul mezzo pubblico, la ciclabilità, la pedonalità,  che a loro volta avranno un influsso notevole sulla nuova occupazione, sul lavoro, sui costi dell’urbanità (meno inquinamento, più occupazione pulita e green, più salute, meno morti e feriti da incidenti).

Insomma il cambio di paradigma che una nuova mobilità impone sull’economia, il welfare, l’occupazione, la salute e il modo di costruire, è un tema ormai ineludibile ed al centro di tutte le agende delle città più sensibili del continente europeo, mentre a Modena non si è in grado di mettere in un programma elettorale una forte estensione delle zone 30 a tutta la città, la possibilità di andare in bici nei sensi unici, dei regolamenti edilizi ed urbanistici conseguenti ad una mobilità nuova, il downsizing dei centri commerciali a favore di strutture di vicinato, la riqualificazione dello spazio stradale in funzione non solo automobilistica ma della mobilità tutta e della qualità urbana.

Da qui lo sconcerto del Coordinamento delle Associazioni per una Mobilità Nuova ed un richiamo a tutte le forze politiche per un rinnovato impegno, a inserire prima e ad attuare poi iniziative concrete e coerenti di mobilità urbana sostenibile.

A tale scopo, per stimolare una discussione che a nostro avviso è stata accantonata, lanceremo sul profilo Twitter del Coordinamento (@MobNuovaMo) una serie di domande ai candidati sul tema della mobilità.

Sardegna in tutti i sensi: tra spiagge bianche, miniere abbandonate e nuraghi

IN SARDEGNA TRA SPIAGGE BIANCHE, MINIERE ABBANDONATE E NURAGHI

1-12 MAGGIO 2014

Primo, l’olfatto: i nasi, liberi dalle puzze cittadine, inalavano beati il profumo dei fiori . Portato dal vento, il rumore del mare (per 600 km non lo abbiamo quasi mai lasciato) deliziava le orecchie. Quanto al tatto, beh, il sellino l’abbiamo sentito, in 5500 m di dislivello; un giorno ci siamo infradiciati di pioggia, poi abbiamo sempre goduto la carezza del sole, e alcuni anche quella, rude, del mare di maggio.

Per il gusto occorre citare le cene, dove si testava la nostra capacità di spazzolare quantità enormi degli squisiti cibi sardi.

Superfluo menzionare la gioia della vista perché si sa – e chi ne percorre la costa lentamente, in bici, lo sa ancora di più – che il mare della Sardegna è unico al mondo. Come lo è la sua gente, di cui abbiamo apprezzato l’ospitalità e la fiera dignità di chi ha pagato e ancora paga nella storia del nostro Paese un prezzo alto: la durezza delle miniere, ma anche della loro dismissione, il giogo pesante delle basi militari. Alghero, i nuraghi, le miniere abbandonate, Piscinas, Porto Pino, Carbonia, Cagliari, Arbatax …

Impossibile una graduatoria di bellezza in giorni intensi, vissuti nella condivisione di un gruppo super-affiatato, che gemella Modena, Pordenone, Padova, Bologna. Grazie di nuovo agli organizzatori, e aspettiamo compatti il programma del prossimo viaggio.

Maria Chiara Marchiò

Conclusione del laboratorio Didattico sulla bicicletta alle scuole medie Calvino di Modena

abbiamo il kit!

abbiamo il kit!

in classe con i ragazzi e l'insegnate

in classe con i ragazzi e l’insegnate

Gli insegnati di "bici"

Gli insegnati di “bici”

Lunedì 12 maggio la scuola media Calvino di Modena ha consegnato i kit illuminazione e kit riparazione gomma ai ragazzi che in aprile hanno partecipato al laboratorio didattico pomeridiano sulla bicicletta, organizzati da Fiab – Amici della Biciletta Modena nell’ambito degli itinerari didattici per le scuole.
Con molto piacere abbiamo saputo che l’istituto Calvino, ha vinto il primo premio al concorso “lavoro sicuro” organizzato dalla provincia di Modena, proprio proponendo un progetto sulla bicicletta “Andare a scuola in bicicletta il primo giorno di primavera, in tutta sicurezza”.
I nostri complimenti ai ragazzi, ma soprattutto alla Prof.sa Sghedoni che li ha coordinati e che ci ha confessato la sua passione per la bici e che da Marzaglia, tutte le mattine, raggiunge la sua scuola a Modena in biciletta!

 

Primo-premio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La provincia pedala: rassegna stampa Aprile 2014

SAN CESARIO – Ciclabile per San Cesario, c’è l’accordo

Da Modena a San Cesario in bicicletta. Sarà possibile grazie alla realizzazione, entro la primavera del 2015, di una pista ciclopedonale prevista nell’ambito di un accordo tra Provincia di Modena, Comuni (Modena, San Cesario, Castelfranco e Campogalliano) e la Società Autostrade che prevede anche interventi di mitigazione e riforestazione ambientale già indicati nel progetto della quarta corsia dell’Autosole da Modena a Bologna.

 

SASSUOLO – Ciclisti si diventa, via alle lezioni pratiche

Al termine di 27 (una per ogni classe)  lezioni di teoria che si sono svolte da gennaio a marzo, prima parte del progetto realizzato dalla polizia municipale in collaborazione con la pubblica istruzione ed il coinvolgimento del team Iaccobike, che ha messo a disposizione biciclette e strumentazione, ha preso il via la parte pratica.

Un progetto di educazione stradale volto all’insegnamento di un corretto comportamento alla guida della bicicletta, per conoscere alcuni tra i principali segnali stradali. Il progetto è rivolto agli alunni dell’ultimo anno delle scuole materne sassolesi e del primo anno delle scuole elementari.

 

Succede in Francia: un premio per chi va in bicicletta

Succede in Francia, dove il Ministro dei Trasporti mette a punto un pacchetto di riforme per agevolare l’utilizzo del mezzo a due ruote, invitando le aziende ad aderire al suo piano sulla mobilità dolce, che consiste nel donare 25 centesimi ai propri dipendenti per ogni chilometro percorso nel tragitto casa-lavoro. Questo piano è già stato attuato da alcune aziende della Silicon Valley, tra cui Google, e in Francia si prevede possa  interessare circa 3 milioni di francesi (tali sono per ora i cittadini d’oltralpe che utilizzano la bicicletta per gli spostamenti quotidiani). Sempre secondo le statistiche francesi, sono oltre 17 milioni i francesi che utilizzano la bicicletta almeno una volta la settimana ed è per questo che la riforma del governo francese non riguarda solamente un benefit economico da elargire a chi contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente; essa mira, infatti, a modificare alcuni articoli del codice della strada, allo scopo di agevolare l’uso della bicicletta sul piano della scorrevolezza, della sicurezza e del contrasto ai furti di bici.

Le misure che saranno messe in atto consistono, ad esempio, nel permettere la svolta a destra in caso di semaforo rosso, in condizioni di sicurezza, oppure sancisce la fine dell’obbligo di tenere la destra nella carreggiata di marcia, condizione quest’ultima che preserverà il ciclista dall’incappare in buche ed ostacoli, oltre che nella classica apertura improvvisa dello sportello delle macchine parcheggiate lungo la strada. Si prevede inoltre la costruzione di parcheggi sicuri lungo le principali stazioni ferroviarie e all’interno delle aziende entro il 2020.

Il costo del progetto, stimato in circa 110 miliardi, avrà senz’altro un ritorno positivo in termini di sicurezza stradale e salute, al punto che i benefici senz’altro supereranno i costi previsti. Già Belgio, Danimarca e Paesi Bassi hanno previsto, con grande successo, misure analoghe.

Il confronto con il nostro paese ci spingerebbe a deprimerci, ma noi siamo degli inguaribili ottimisti  e continueremo a batterci affinché i nostri amministratori si decidano ad allungare lo sguardo verso nord, e poi ancora oltre, verso l’unico futuro possibile, prima che sia troppo tardi.

 

Voglio usare la mia bici … anche in volo!

Probabilmente in questo periodo, dopo aver passato l’inverno a decidere la meta del giro delle vacanze estive, per chi ha scelto di andare lontano da casa, portando con sé la sua bicicletta, si deve decidere il mezzo di trasporto più idoneo. Se automuniti, ci sono pochi problemi. Nel caso invece di mete che richiedono l’uso di mezzi di trasporto quali treni o aerei, bisogna pianificare come devono essere trasportate. In entrambi i casi, non si può pensare di spedire la bici senza smontarla, sicuramente eventuali parafanghi devono essere smontati prima di partire e lasciati a casa; occorre pianificare il materiale che ci serve per la spedizione e che – a seconda del percorso programmato -, potrà essere lasciato in un eventuale deposito, o trasportato come bagaglio.

Ci si deve munire di una custodia o comunque di materiale per proteggere le varie parti che si smontano, le ruote, forse i freni, i pedali (per queste operazioni potrebbe essere necessaria una chiave particolare); le parti smontate devono essere fissate provvisoriamente al telaio, la sella deve essere o smontata o abbassata fin dove il tubo piantone lo permette.

In ogni caso potrebbero esserci delle misure massime da rispettare e un peso limite, oltre il quale si pagano dei supplementi, il che però ci permetterebbe di trasportare, insieme alla bici, parte dei bagagli.

Una bici da turismo in media pesa sui 10/15 kg, di solito si calcola in aereo un limite di 20/23 kg, quindi nel pianificare che cosa trasportare, ricordatelo.

Quindi: plastica con le bolle, per proteggere e avvolgere il tutto, fascette di plastica di varie misure, almeno due rotoli di nastro da pacchi, alcuni stracci che verranno usati alla bisogna, a meno che non ricorriate a borse per bici; ci sono di varie dimensioni e costi.

Buon Viaggio.

È tempo di bilanci

FIAB e Modena

FIAB e Modena

È tempo di bilanci
di Giorgio Castelli

Alla fine di Maggio si svolgeranno le elezioni per la scelta di numerosi sindaci e, come abbiamo fatto prima delle ultime elezioni, abbiamo invitato tutti i candidati a illustrare i propri programmi sulla mobilità ed ambiente. Sarà un’occasione pubblica per conoscere la loro sensibilità su questi temi e per un confronto sui contenuti del decalogo, che abbiamo stilato assieme alle altre associazioni del Coordinamento della Mobilità Nuova.

Questo è anche il tempo dei consuntivi di una legislatura, che era iniziata con impegni e speranze, che poi sono state in gran parte tradite.

Numerose sono state le richieste avanzate dalla FIAB al Comune di Modena nel corso di questi 5 anni:

  • la realizzazione dei tratti mancanti sulle principali strade di accesso al centro città (Via Emilia Est, Vignolese, Giardini e Cialdini),
  • il miglioramento dei percorsi di accesso in bicicletta al centro storico,
  • la rimozione delle numerose barriere che ostacolano il transito delle biciclette nelle piste esistenti,
  • il posizionamento dei segnali di precedenza prima delle piste, affinché anche i ciclisti vengano rispettati,
  • la modifica di alcuni semafori per renderli meno penalizzanti per pedoni e ciclisti,
  • la riduzione della velocità nelle zone residenziali,
  • una politica sistematica di contrasto ai furti di biciclette, promossa con una impegnativa azione dalla FIAB, al livello locale e nazionale, e concordata con tutte le Forze dell’ordine.

Non sono richieste da ciclisti intransigenti, che pretendono il primato della bicicletta, ma sono proposte per favorire una migliore integrazione ed un maggiore equilibrio tra i diversi mezzi di trasporto. Sono in gran parte provvedimenti che non richiedono ingenti investimenti, anzi molti sono a costo zero.

Nell’insieme si è chiesto alle amministrazioni pubbliche di destinare alla mobilità pedonale e ciclabile attenzione e risorse almeno proporzionali agli spostamenti che si compiono giornalmente con queste modalità. E l’esperienza di numerose città italiane ed europee dimostra che decisioni politiche coerenti possono affermare modi di trasporto rispettosi delle persone e dell’ambiente, aumentando il consenso dei cittadini.

Ma dal Comune abbiamo ricevuto risposte scarse e negative: non una di queste richieste ha trovato soluzione e spesso è stato difficile farci ascoltare.

Gli assessori competenti hanno fatto fatica a riceverci, spesso non hanno dato risposte, neanche negative. L’assessore Sitta si è distinto per insensibilità ed arroganza promettendoci, nel caso del cavalcavia Cialdini, soluzioni fantasiose ed irrealizzabili, per poi lasciare tutto come prima.

Nel frattempo prosciugava il bilancio per realizzare costose passerelle, che collegano il niente col nulla, inutili piste ed un parcheggio per il centro storico in gran parte inutilizzato.

Gli assessori che gli sono succeduti, Arletti e Giacobazzi, hanno disfatto il settore traffico e si sono barcamenati fino alla fine della legislatura.

Poi, a pochi mesi dagli esami, hanno cercato di recuperare con proposte di ciclabili in via Giardini e in via Emilia Est, scontentando tutti.

Purtroppo anche Modena conferma quanto è scritto nel Manuale della Commissione Europea “Città in bicicletta” indirizzato ai politici delle città medie: “I politici e i tecnici sono più cauti di qualsiasi altro gruppo di persone interrogate, compresi gli automobilisti, forse perché confondono le proprie esigenze di mobilità con quelle della media dei cittadini. Il pubblico è in realtà maturo per un cambiamento di atteggiamento da parte delle autorità, sono questi ultimi ad essere in ritardo rispetto all’opinione pubblica”.

Noi, col nostro inguaribile ottimismo, insisteremo anche con i prossimi amministratori, continuando a collaborare alle iniziative rivolte ai cittadini e alle scuole, sperando di essere percepiti per ciò che siamo: una risorsa.