A chi non è mai capitato di notare il solco scavato dal continuo andirivieni di passanti sul tappeto erboso di un’aiuola cittadina, un tracciato non previsto dal progettista ma che evidentemente risulta un percorso logico ed istintivo per la maggioranza dei cittadini? Ebbene quella è una “linea del desiderio”, un itinerario desiderabile spontaneamente tracciato delle persone.
Sono situazioni che rappresentano scorciatoie, vie maggiormente dirette od istintive che conducono a una meta: può essere l’aiuola attraversata dal pedone, ma anche il tratto percorso da un ciclista sul marciapiede o controsenso. Nonostante siano vietati, sappiamo bene quanto siano frequenti questi comportamenti, indotti anche da politiche di mobilità che hanno relegato tutti gli spostamenti non motorizzati in zone marginali, sconnesse e non curate.
Infatti, il design delle nostre città impone spesso percorsi frammentati, su marciapiedi con angoli retti, con ostacoli o dimensioni ristrette che non permettono il camminamento fianco a fianco, o che rendono il tragitto più lungo del necessario e magari esposto al sole (o non illuminato alla notte) in zone sgradevoli o poco attrattive.
Tanto da sfociare, poi, in casi non solo vietati ma anche molto pericolosi. Emblematica, in questo senso, la notizia a Modena di decine persone (non solo studenti) che tutti i giorni attraversano Viale Italia in corrispondenza delle strutture scolastiche e sportive che insistono sui due lati della strada ad alto scorrimento. Una volta esploso il problema, per adesso si è provveduto a mettere una barriera metallica: è un palliativo buono per l’urgenza, ma è insensato chiedere a tanti ragazzi allungare il percorso tutti i giorni di qualche centinaio di metri per raggiungere le prime strisce pedonali. Per il futuro, qui e negli altri casi, è necessario trovare soluzioni per dare priorità a pedoni e ciclisti e ristabilire i collegamenti desiderati se si vuole rendere la città più vivibile e fruibile.
Ad esempio, proprio per accorciare i percorsi ciclabili e renderli più naturali, in quasi tutte le nazioni europee è diffusissimo il “senso unico eccetto bici” che rende pedalabile nei due sensi le strade a senso unico per le auto. Un provvedimento che tra l’altro ha dappertutto aumentato la sicurezza di chi pedala.
La mobilità delle nostre città va ripensata, e nel farlo dovremmo ispirarci ad una campagna canadese di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale, in cui compaiono due bambini in strada con la bici e questo messaggio “loro non sono in mezzo alla tua via, sei tu che stai guidando dove loro vivono”.