Ciclisti e pedoni – un conflitto non risolto

A Modena prosegue la campagna della Polizia locale all’insegna di “è vietato circolare in bici sui marciapiedi e c’è l’obbligo di servirsi della pista ciclabile

E’ una campagna importante, come sempre quando si parla di sicurezza e soprattutto se è rivolta all’utenza debole della strada: per questo motivo vorremmo portare il nostro contributo.

A Modena la rete ciclabile è composta sia da piste ciclabili – percorsi dedicati esclusivamente alle bici – che da ciclopedonali – spazi a bordo strada condivisi da pedoni, carrozzine, cani, monopattini, ciclisti, cargobike etc – .

Vista la conflittualità di questi percorsi, la normativa dal 1999 stabilisce che in città “i ciclopedonali possono essere realizzati solo in particolari situazioni, in assenza di centri attrattori, con scarsa presenza di pedoni e, se non esistono alternative, per brevi tratti. Comunque devono avere una larghezza superiore a 3,00 metri.

Il Comune ha dichiarato che i ciclopedonali a Modena costituiscono 42% del totale dei percorsi. Di questi solo pochi superano i 3 metri di larghezza e una parte non supera nemmeno i 2 metri.

A nostro parere, per la sicurezza, i ciclisti non devono utilizzare i marciapiedi ma, con l’attuale rete di ciclopedonali, vengono costretti a spostarsi in spazi ridotti e promiscui, assieme a pedoni, cani, carrozzine, monopattini. Gli stessi spazi che sono occupati anche da centraline telefoniche, distributori di sigarette, caprette di bar ristoranti ed edicole, cestini, cartelli stradali e pericolosi paletti.

Il transito appare ancora più conflittuale e difficile nei ciclopedonali di via Amendola, via Della Pace o via Gobetti che, per lunghi tratti, non superano i 2 metri di larghezza, non rispettano alcuna norma di legge e sono pericolosi sia per i pedoni, che per i ciclisti.

Non a caso il Codice della Strada obbliga i ciclisti ad usare solo le piste ciclabili e non i ciclopedonali.

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