Ciclabile via Giardini: Il Coordinamento associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno delle modifiche del progetto comunale

Il Coordinamento delle associazioni mobilità nuova ha lanciato una raccolta di firme a sostegno delle modifiche al progetto di ciclo pedonale in Via Giardini, presentate all’Amministrazione a dicembre 2013 e che sono allo studio presso gli uffici comunali.

I volontari delle dieci associazioni del Coordinamento attueranno un presidio presso la Chiesa S. Faustino sia sabato 1 (ore 16 – 19) che domenica 2 marzo (ore 9.45 – 12.30) per illustrare ai cittadini le loro richieste e raccoglierne le firme per l’adesione. La stessa iniziativa sarà probabilmente ripetuta il week end successivo, con le medesime modalità. È prevista anche la raccolta delle firme on-line.

Le ragioni delle associazioni sono note da tempo e hanno trovata eco anche nella recente bocciatura del progetto da parte delle Circoscrizioni 1 (Centro storico) e 4 (S. Faustino): viene considerato inadeguato per la discontinuità del tracciato, ricavato parte sul lato est e parte sul lato ovest, con attraversamento all’ incrocio con Via Pace, oltre che per i costi eccessivi e la promiscuità ciclabile e pedonale.

Con la raccolta di firme, il Coordinamento si appella al Sindaco di Modena, al Presidente del Consiglio Comunale, ai Presidenti delle Circoscrizioni 1 e 4 affinché l’Amministrazione comunale sospenda l’attuazione del progetto approvato e lo modifichi per renderlo più sicuro e funzionale alle esigenze della mobilità ciclistica e pedonale, prevedendo:
1) il percorso continuo su entrambi i lati della strada (est e ovest);
2) la separazione del percorso pedonale da quello ciclabile;
3) la destinazione degli eventuali risparmi ottenuti dalla revisione del progetto alla riqualificazione del tratto di ciclo pedonale fra Viale Corassori e Viale Amendola, oggi del tutto inadeguato.
IL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI MOBILITÀ NUOVA

E’ possibile firmare la petizione online cliccando qui

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale, verificati costi superiori agli standard

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dubbi sulla ciclabile

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento associazioni mobilità nuova al progetto di ciclabile in Via Giardini del Comune di Modena, arrivano le bocciature politiche pesanti delle due Circoscrizioni interessate, la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino).

Infatti, il 13 febbraio 2014 il Consiglio della Circoscrizione 4 (San Faustino) ha espresso parere contrario al progetto Comunale, seguito 4 giorni dopo, il 17 febbraio, da eguale negativo parere de l Consiglio della Circoscrizione 1 (Centro Storico).

Il progetto era apparso subito inadeguato alle esigenze di mobilità sia dei ciclisti che dei pedoni. Oltre all’ ingiustificato “spezzatino” del percorso, previsto parte sul lato est e parte su quello ovest, e alla commistione di ciclabile e pedonale sul tratto del lato ovest previsto, è risultato particolarmente indigesto anche un aspetto finora trascurato: i costi.

La realizzazione del ciclo-pedonale, lungo in tutto circa 1,2 km, richiede una spesa superiore ai 650.000 euro, garantita in buona misura da un contributo della Regione Emilia Romagna. Fin dall’ inizio, le associazioni ambientaliste avevano evidenziato che sul lato est esiste una sottostrada di circa 250 m che può tranquillamente ospitare il percorso, senza praticamente alcuna spesa. Ciò avrebbe comportato un risparmio che poteva essere reinvestito per riqualificare la poco funzionale ciclabile esistente da Viale Corassori fino alla scuola media Guidotti.

Ma l’analisi economica effettuata sul progetto ha recentemente prodotto un esito sconcertante: il costo per metro lineare previsto dal Comune è di 557 € al metro, oltre il doppio del costo standard (250 €/m), sovra costo dovuto alla demolizione e al rifacimento di buona parte del marciapiede esistente e alla modifica di numerosi incroci stradali.

Non minore meraviglia hanno suscitato alcune specifiche previsioni di spesa: 75.800 € solo per la segnaletica e 13.600 € solo per i cestini portarifiuti, decisamente eccessive in una situazione di ristrettezze finanziarie degli enti locali.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, la Fiab di Modena e Salvaciclisti ribadiscono la richiesta di modifica del progetto comunale e invitano l’Amministrazione ad accogliere finalmente le proposte migliorative formulate nella comunicazione inviatale il 9 dicembre 2014 dal Coordinamento associazioni mobilità nuova.

FIAB Modena
Salvaciclisti

Mobilità: scelte “auto centriche” o “umano centriche”?

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doppio senso eccetto bici

«Le nuove “Linee guida” per la modifica del Codice della Strada in discussione in Parlamento affermano con chiarezza il principio che nel governo della mobilità urbana le norme devono evolversi da una cultura “auto centrica” a una “umano centrica”

Nel caso della circolazione delle biciclette nel centro storico, alcune delle condizioni previste dalle “Linee guida” appaiono però quasi proibitive: ad esempio, le strade devono essere larghe almeno 4 m senza parcheggi auto per consentire la circolazione delle bici in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico. Questa norma non solo sarà inutilizzabile nel centro cittadino, ma fornirà un alibi a chi non considera la mobilita ciclistica una risorsa per la sostenibilità ambientale.

Ne è un esempio eclatante la recente dichiarazione sull’ argomento dell’Assessore comunale all’ Ambiente, Simona Arletti, nella quale ha detto che darà mandato ai tecnici di verificare la presenza di questi requisiti. Non occorre essere tecnici per anticipare che in centro sarà pressoché impossibile individuare una strada con tali caratteristiche. Argomento chiuso? No.

Prima di archiviare la pratica, occorrerebbe osservare i comportamenti reali dei ciclisti, chiedendosi ad esempio che percorso dovrebbe fare chi ha deciso di fare la spesa al mercato di via Albinelli e deve rientrare in via Buon Pastore? Si scoprirebbe così che il percorso imposto ai ciclisti dalla segnaletica attuale (pensata in funzione degli autoveicoli) raddoppia la lunghezza del percorso (1.400 m invece di 700 m). Non è un caso che il ciclista sceglie regolarmente quello più corto, anche se questa scelta lo porta a violare le norme stradali percorrendo al contrario alcuni sensi unici (del che, naturalmente, si assume tutti i rischi del caso).

Lo stesso discorso vale per la ciclabile di via Giardini. Le associazioni ambientaliste considerano la proposta dell’Amministrazione sul lato ovest meno sicura, meno utile e più costosa, evidenziando che sul lato est si potrebbe ricavare una ciclabile più sicura, più economica e di grande interesse per i ciclisti. Il principale difetto di questa proposta è che richiede la rimozione di posti auto non regolamentati, cioè abusivi, cioè illegali.

E torniamo al quesito iniziale: vogliamo una città “auto centrica” o “umano centrica”?»

A. F.
(Gazzetta di Modena 22.2.2014)

La ciclabile di Via Giardini: le Circoscrizioni 1 e 4 bocciano il progetto comunale

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Dopo le critiche circostanziate sollevate dal Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuovaal progetto di pista ciclo-pedonale sulla via Giardini proposto dal Comune di Modena, arrivano anche le bocciature politiche delle due Circoscrizioni interessate: la 1 (Centro storico) e la 4 (San Faustino), che a grande maggioranza hanno espresso parere contrario all’ipotesi prevista dal Comune.

L’esito di queste consultazioni conferma la necessità urgente di una revisione e di una più ampia condivisione di quel progetto, ritenuto dalle associazioni ambientaliste obsoleto rispetto alle soluzioni di nuova concezione, presentate nel “Decalogo per la Mobilità Nuova”.

Oltre agli elementi più evidenti, come la discontinuità del tracciato spezzato in due tronconi, ed ai costi che appaiono eccessivi, il Coordinamento ha focalizzato la propria attenzione sulla promiscuità ciclabile e pedonale quale elemento di conflittualità tra queste due categorie costrette in spazi contenuti e agli elementi di pericolosità che ciò può provocare.

Le proposte del Coordinamento espresse nel “Decalogo” sono inquadrabili nell’ottica della realizzazione di una rete ciclabile efficiente (BiciPlan) in cui visibilità e sicurezza dei ciclisti, continuità e scorrevolezza dei percorsi pedonali e ciclabili e loro fruibilità in assenza di conflitto reciproco siano caratteristiche inderogabili.

Proposte realizzabili per buona parte del tracciato per le caratteristiche geometriche di Via Giardini, in cui la misura della sezione stradale in entrambi i sensi di marcia, è ampiamente superiore a quella prevista dal Codice della Strada. Una sezione che consentirebbe il mantenimento delle due corsie per senso di marcia, della sosta dei veicoli e della separazione dei percorsi dei ciclisti e pedoni.

Per tutte queste motivazioni, ancor più rafforzate dai pareri negativi delle Circoscrizioni 1 e 4, coinvolte territorialmente dal progetto, considerando l’importanza strategica di un percorso ciclabile su una via radiale di ingresso in città, il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova ribadisce la richiesta di modifica del progetto comunale e invita l’Amministrazione a valutare le proposte migliorative formulate e ad un maggiore coinvolgimento della cittadinanza.

Il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena(*)

Cerchiamo volontarie per il corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Cerchiamo volontarie per il progetto “I diversi colori della mobilità sostenibile”: corso per insegnare alle donne straniere ad andare in bicicletta

Durante il mese di aprile partirà un nuovo ciclo di incontri che la Fiab organizza per insegnare l’uso della bicicletta alle donne straniere. Il corso si svolgerà a Modena, presso il Parco Novi Sad, data e orario sono in corso di definizione. Cerchiamo volontarie che ci aiutino a realizzare il nostro progetto

per informazioni e adesioni contattate Luana cell. 3371024234 luanamara@hotmail.it

Per dettagli leggi qui

Mobilità: incentivi per chi rispetta l’ambiente

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inquinamento in città

L’elevato tasso d’inquinamento che affligge Modena deriva principalmente dagli scarichi dei veicoli a motore. Per ridurlo è quindi necessario puntare a ridimensionare l’elevatissima quota di spostamenti urbani effettuati con gli autoveicoli tradizionali (circa l’80% sul totale), rafforzando le alternative al mezzo privato.

A tale scopo, il Comune di Modena dovrebbe attuare una serie di misure finalizzate a promuovere i mezzi ecologici per aumentarne la quota utilizzata in città dal misero 20% attuale al 50% circa. Queste percentuali rispecchiano gli standard delle città europee più evolute, dove il trasporto pubblico e la bicicletta sono in vetta alla graduatoria dei mezzi più utilizzati dai cittadini.

Fra le numerose iniziative suggerite dalle buone esperienze italiane e internazionali, il Comune di Modena dovrebbe riprendere e sviluppare quella degli incentivi ai comportamenti eco friendly, avviata nel lontano 2001 e ridimensionata negli ultimi anni. A suggerirlo è anche il punto 5 del Decalogo per la mobilità nuova predisposto dalle associazioni ambientaliste modenesi e inviato al Comune di Modena affinché lo adotti e lo metta in pratica.

In concreto, di che si tratta? Viene richiesto al Comune di adoperarsi affinché le aziende pubbliche e private modenesi prevedano incentivi per i propri dipendenti che si spostino sui percorsi casa/lavoro con i mezzi ecologici. Ne sono stati sperimentati di diverso tipo: per chi usa la bicicletta possono funzionare da incentivo i parcheggi aziendali, le convenzioni con negozi di prodotti ciclistici e le botteghe per la manutenzione, i contributi per l’acquisto di mezzi elettrici (oggi fissati al 14% per tutti i cittadini).

Interessanti due esperienze condotte a Ravenna e a Milano. Un ospedale privato ravennate concede incentivi orari per chi si sposti in bicicletta, proporzionali alle distanze coperte, che si traducono in ore/giorni di congedo su base annua. Nel capoluogo meneghino, invece, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno adottato Pass Mobility, un benefit fornito dall’azienda gratuitamente ai dipendenti che scelgono il trasporto pubblico.

Giuseppe Marano

Le biciclette nei sensi unici: perché no?

Eccetto bici

Eccetto bici

La battaglia nazionale per la circolazione delle biciclette in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, fatta propria anche dalla Fiab di Modena (a partire dalla manifestazione in centro del 19 marzo 2011), sembra aver prodotto un effetto positivo. Il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha dichiarato che entro l’estate verrà introdotta nel Codice della Strada una norma che consente tale facoltà ai sindaci, sia pure con alcuni limiti. Sulla scorta di numerose esperienze italiane ed europee, D’Angelis attesta che il provvedimento non è destinato ad aumentare gli incidenti. Ha anche rivelato che sono in corso contatti con le società assicuratrici per predisporre polizze a copertura degli infortuni (peraltro la Fiab dispone di una polizza convenzionata per meno di 100 euro l’anno).

Il Governo sembra aver invertito le priorità in tema di mobilità, proponendo una nuova scala di priorità: “In futuro vogliamo che si parta innanzitutto dai pedoni, poi ci si occupi di biciclette, e solo alla fine delle automobili”. E i sindaci? Gli amministratori locali possono modificare autonomamente la segnaletica prevedendo nei sensi unici l’eccezione per le biciclette.

L’ordinanza del Comune di Reggio Emilia in proposito risale al 2005, sostenuta dall’istituzione della zona a 30 km/h. Alessandro Meriggiato, dirigente al Settore Mobilità di Reggio Emilia, ha opportunamente precisato: “Quando ci sono le dovute motivazioni e si applicano le dovute cautele, si può farlo in ogni città, perché il responsabile della mobilità nelle amministrazioni comunali è il sindaco”.

Una bella differenza con Modena! La lettera con cui la Fiab nel 2012 chiedeva di sperimentare in poche strade del centro la deroga per le bici nei sensi unici non ha mai ricevuto risposta dal Sindaco.

Giuseppe Marano

Lo smog va a scuola: troppi studenti in auto

rossella-3-bimbe-scuolaUna delle principali fonti dell’inquinamento urbano è rappresentata dagli spostamenti casa-scuola effettuati con veicoli a motore. Una recente ricerca di Legambiente e Euromobility, attuata in 8 città italiane fra cui Bologna, rivela che gli studenti delle superiori impiegano mediamente 25 minuti per recarsi a scuola, percorrendo circa 8 km, perlopiù con motorino e auto (80% dei casi).

Questa diffusissima pratica genera un volume rilevante d’inquinanti gassosi, particolarmente di PM10 e anidride carbonica, direttamente proporzionale alla percentuale di utenti motorizzati: se a Torino producono 10 milligrammi/km di PM10, a Roma salgono a 29; per l’anidride carbonica, se a Torino risultano 50 g/km, a Roma salgono a 120.

Il generalizzato utilizzo dei veicoli inquinanti sui percorsi casa-scuola, che contribuisce all’ avvelenamento delle città e all’ incidentalità stradale, risulta tanto più paradossale se si considera che l’86% delle famiglie abita a meno di un quarto d’ora a piedi dai servizi scolastici.

A Modena la situazione rispecchia i dati nazionali e gli sforzi generosi fatti da genitori e insegnanti in alcuni poli scolastici per promuovere l’autonomia degli studenti non ha modificato sostanzialmente la realtà: Anche perché l’Amministrazione comunale non ha mostrato negli ultimi anni alcuna intenzione di intervenire sul problema, evitando accuratamente di investire per quelle soluzioni più volte indicate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali in vari quartieri.

In uno dei punti (il settimo) del proprio Decalogo per la mobilità a scala cittadina, il Coordinamento della mobilità nuova delle associazioni modenesi chiede al Comune di ridurre l’uso dei veicoli motorizzati sui percorsi casa-scuola mettendoli in sicurezza, realizzando zone protette intorno alle scuole e attuando campagne di comunicazione per l’autonomia degli studenti. Cambiare si può, se si vuole…

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il coordinamento per una Mobilità Nuova e gli Amministratori Locali

gli amministratori non pedalano con noi

gli amministratori non pedalano con noi

Quest’anno la Fiab ha lavorato assiduamente con altre associazioni che si occupano di mobilità e che propongono una organizzazione più moderna dello spazio pubblico.

Abbiamo iniziato con Legambiente, Uisp ciclismo e CSI, promuovendo la mobilità ciclistica nelle domeniche senza auto, ed abbiamo proseguito coinvolgendo Salvaciclisti, Ciclofficicna, Ciclostile, Ingegneria Senza Frontiere, Acsi Ciclismo, Comitato Sacca e Comitato utenti della ferrovia Modena Sassuolo.

Assieme abbiamo proposto agli assessori del Comune di Modena, Arletti e Giacobazzi, l’istituzione della Consulta della mobilità, come ha fatto Bologna e, di fronte al rifiuto, abbiamo costituito il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova.

Chi ci amministra non conosce cosa avviene nelle strade, non raccoglie dati sulle diverse modalità di spostamento e nelle classifiche nazionali Modena continua a perdere posizioni. La nostra città, nota in Italia per dinamicità e innovazione, ha ipotecato tutte le risorse dei prossimi decenni per realizzare un parcheggio sovradimensionato, proprio mentre l’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) propone 30 km. all’ora come massima di velocità nelle aree urbane, il doppio senso di circolazione alle biciclette nelle vie a senso unico, parcheggi a spina di pesce a sinistra per favorire le corsie ciclabili a destra, linee d’arresto avanzate per le biciclette ai semafori per dare sicurezza ai ciclisti.

Nel rincorrere un ipotetico consenso, che nel frattempo si sposta altrove, propongono iniziative di facciata e cercano di usare le nostre associazioni come manodopera gratuita, salvo scordarsi o respingere le proposte che avanziamo da tempo.

Gli amministratori hanno dimenticato l’impegno assunto per migliorare gli attraversamenti ciclabili della ferrovia e i ciclisti continuano a rischiare sui cavalcavia Cialdini e Mazzone, non hanno tolto gli ostacoli e le continue interruzioni delle piste ciclabili, non facilitano l’accesso al centro storico in bicicletta, non fanno iniziative per il rispetto degli attraversamenti ciclabili e pedonali. Sono provvedimenti che non richiedono investimenti ma sono importantissimi per la mobilità, anzi riducono le spese di manutenzione.

Utilizzano le scarse risorse per migliorare la qualità dell’aria per realizzare la tanto attesa pista di via Giardini, ma divisa in due tronconi su lati diversi, obbligando i ciclisti ad attraversare inutilmente via Giardini, via Gaddi e viale Jacopo Barozzi. Mantengono la via Giardini con i caratteri degli anni 60, soffocata dal traffico e con un commercio che langue, dimenticando di averla classificata di quartiere nel piano regolatore.

Privi di una seria politica sulla mobilità e sull’ambiente, gli amministratori galleggiano sull’esistente, dimenticando che una politica sulle mobilità pedonale e ciclabile facilita anche la mobilità automobilistica: più biciclette uguale meno auto e meno auto uguale meno traffico e più fluidità. Non facilitano i pedoni, i ciclisti ed il trasporto pubblico che possono dare respiro al commercio e dare dignità allo spazio pubblico.

Il Coordinamento si è organizzato per sostenere il cambiamento, nella convinzione che i cittadini siano più avanti dei politici mediocri, che non sanno immaginare una mobilità più efficiente, una città più sicura e più civile.

10 punti per una Mobilità Nuova a Modena

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Presentazione del Decalogo del Coordinamento delle Associazioni per una Mobilità Nuova

A partire dal 2013 le Associazioni del territorio impegnate sulle tematiche ambientali e di sicurezza stradale, hanno iniziato un percorso di dialogo e organizzato insieme una serie di inziative riguardanti la Mobilità Nuova.

Contestualmente agli incontri organizzati dall’amministrazione comunale – Tavoli per la mobilità sostenibile – ACSI Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab, Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo hanno deciso di costituirsi nel “Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova – Modena” con l’obiettivo di realizzare un iter di confronto sulle scelte tecniche in merito ad una nuova concezione di spostamento urbano, ormai consolidato in molti paesi europei.

La Mobilità Nuova è un paradigma di organizzazione e gestione dei flussi di persone che impone il passaggio da un’ottica autocentrica ad una umanocentrica: ridefinisce infatti i criteri di efficienza e le priorità, assegnando un peso maggiore a indicatori fino a oggi svalutati o sottostimati come la sicurezza, la salute delle persone, la vivibilità delle strade, l’equità sociale, la salvaguardia del territorio, la “rapidità diffusa” determinata da un sistema di trasporti che funziona e non da una velocità eccessiva e fuori controllo.

Per ottenere questo, è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli utenti della strada al fine di renderli protagonisti della fruizione degli spazi della città, una casa condivisa e più vivibile.

La piattaforma comune per il raggiungimento di obiettivi a lungo termine trova la sua declinazione in un Decalogo, costituito dai punti fondamentali per la realizzazione di interventi a favore di una Mobilità Nuova, e ispirati alle buone pratiche già realizzate in Italia e in altri Paesi europei.

Il decalogo sarà la base da cui nasceranno le azioni del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova per il futuro prossimo, al fine di perseguire gli obiettivi preposti in maniera organica e complessiva. Questo documento è anche una proposta da sottoporre ai candidati Sindaco per le prossime elezioni amministrative.

Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena (*)
(*) Il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova di Modena aderisce alla ReteMobilità Nuova e raggruppa le associazioni: ACSI
Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab,
Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo.

Il Coordinamento si propone di promuovere un processo di consultazioni fra le associazioni aderenti finalizzato a promuovere soluzioni ecocompatibili ai principali problemi del traffico e dell’inquinamento, coinvolgendo i cittadini e dialogando con gli enti locali.

Scarica il Decalogo delle Associazioni per una Mobilità Nuova