E non chiamiamolo più “lavoretto”

Gli impieghi sorti come risultato di quella che all’inizio si chiamava “sharing economy” (economia collaborativa) sono degenerati in una nuova classe di lavoratori senza diritto di reclamare nulla alla loro azienda, semplicemente perché questa non li considera dipendenti.

Sono i ciclo-fattorini di Deliveroo , Foodora, Just Eat, Glovo, Sgnam e sono chiamati «rider».

Sono organizzati tramite una app, non si conoscono anche se talvolta si incrociano in strada tra una consegna e una pausa.

Poche settimane fa a Bologna, i riders hanno interrotto il servizio il di consegna, per rivendicare diritti e condizioni lavorative e contrattuali degne. In città i riders sono circa duecento, un gruppo eterogeneo fatto di studenti , stranieri, ma anche persone di 40-50 anni rimaste fuori dal mercato del lavoro che hanno trovato un’ancora nella cosiddetta “economia dei lavoretti”, ma che per molti è tutt’altro che un lavoretto. Per ogni turno, che dura in media tre ore, i ciclo-fattorini arrivano a macinare fino a cinquanta chilometri sui pedali. Per ogni consegna hanno circa mezz’ora di tempo da quando il cliente fa partire l’ordine, per una paga oraria che non supera i sette euro e che non contempla indennità in caso di maltempo o lavoro festivo. Non sono previste ferie, malattia, né tariffe differenziate tra consegne notturne e diurne. Dopo mesi di iniziative e pressioni collettive, per il miglioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza, la situazione peggiora, per alcuni le retribuzioni passano da 6,40 a 4,40 euro netti; il cottimo, come nell’Ottocento, sembra l’unica forma di retribuzione e il ritmo di lavoro è sempre più intenso.

I riders scioperando si rivolgono anche ai clienti: “Vogliamo far comprendere a tutta la cittadinanza che la nostra battaglia è una battaglia di tutti e per tutti, per un modello di città dove i servizi “on demand” non minino i diritti ad un lavoro degno e sicuro e alla salute. Per questo, a chiunque voglia solidarizzare con noi, chiediamo di far sentire la propria voce: potete telefonare al numero clienti delle piattaforme, dichiarando di sostenere le nostre rivendicazioni”.

Ricordiamocelo tutti, quando li vediamo sfrecciare in strada con una pizza, una birra o un pacco: le nostre consegne.

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

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