Omicidio stradale: passi avanti in Parlamento

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Dopo anni di sollecitazioni , discussioni, ripensamenti, la politica ha infine dato un primo segno di vitalità sul tema dell’omicidio stradale. Il Senato ha infatti approvato un testo che modifica alcune norme vigenti e ne introduce di nuove per sanzionare comportamenti incivili e pericolosi degli utenti della strada.

In sintesi, il testo prevede che i responsabili della morte di una persona colti a guidare in stato di ebbrezza o sotto gli effetti delle droghe siano sanzionabili con una pena minima di 7 e 8 anni e massima di 12 anni, innalzati a 18 in caso di più vittime. Una pena accessoria comporta il ritiro della patente fino a 30 anni. Sono anche previsti dalle nuove norme il reato di lesioni stradali, l’arresto in flagranza di reato e pene più severe per i pirati della strada fuggiti dopo l’incidente.

Nonostante i passi in avanti per promuovere una maggiore sicurezza stradale, restano due considerazioni da fare: la gran maggioranza degli incidenti e delle vittime si verificano con guidatori non ubriachi e non drogati; non sono state modificate le norme sulla velocità.

Il vero problema, in città e fuori, resta infatti la velocità, killer numero uno riconosciuto a livello planatario. È su questo fattore che occorre incidere per conseguire una significativa riduzione degli incidenti e delle vittime. A tal fine esistono diversi antidoti: le zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, il controllo elettronico della velocità nei punti critici, le rotatorie “compatte”, le aree pedonali nei centri storici e presso i grandi poli attrattori (come le scuole), le ciclabili nelle strade trafficate, i percorsi pedonali.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

1915-2015: La Grande Guerra cent’anni dopo

soldati in bici

soldati in bici

Racconti di viaggio: LUNGO L’ISONZO. LA GUERRA MONDIALE
30 MAGGIO -1 GIUGNO 2015

1915-2015: La Grande Guerra cent’anni dopo
Beppe Amorelli

Come FIAB abbiamo dedicato a questo appuntamento con la storia quattro iniziative di cui due nella città di Modena e due sui fronti di combattimento: Caporetto e l’altopiano di Asiago (cima Ortegara). L’escursione lungo l’Isonzo, in particolare, era incentrata su Caporetto – dove abbiamo fatto tappa – e sul fronte orientale delle linee difensive italiane

Le nostre iniziative, come noto, sono caratterizzate dall’uso della bicicletta non solo come mezzo di trasporto, ma come compagna di viaggio per le emozioni di cui è spesso coprotagonista. Durante le escursioni sul tema della Prima Guerra Mondiale, tante riflessioni si sono infrante sulla tragicità di questa pagina di storia e di follia che ha sconvolto la vita di milioni di persone e seminato dolore in ogni casa. Un pensiero particolare però l’abbiamo rivolto anche al legame, che durante questa Guerra, in molte occasioni unì nella sorte gli uomini (soldati) e la bicicletta.

Dalle immagini, racconti e testimonianze raccolte all’interno di musei e sui luoghi di combattimento, è emerso che nella Prima Guerra mondiale la bicicletta è stata utilizzata da tutte le parti belligeranti; si calcola che complessivamente furono impiegate con utilizzi vari circa 550.000 biciclette. Tante biciclette con cui ragazzi russi, austriaci, italiani, tedeschi correvano fiduciosi, avanzavano verso il fronte con il sogno di combattere una guerra lampo, convinti che presto le loro biciclette li avrebbero riportati a casa.

Non fu così, un’intera generazione fu ingannata e le stesse bici con cui correvano verso il fronte rimasero lì, anch’esse, tra fango e trincee, anch’esse ad assistere, impotenti testimoni, a tanta violenza.

Quell’aria che logora la vita …

città inquinata

città inquinata

Dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione europea, anche il Ministero della salute italiano conferma che la miscela di polveri sottili, biossido di azoto e ozono provocano più di 30.000 vittime all’anno. I dati sono stati elaborati nel corso del progetto VIIAS che ha fotografato l’inquinamento dell’aria in Italia e il suo impatto sulla salute pubblica nelle varie aree del Paese.

Gli effetti dell’inquinamento sono particolarmente gravi nel Nord Italia, dove l’aspettativa di vita (solo per l’effetto del PM2.5) si riduce di 14 mesi, contro i 6,6 del Centro e i 5,7 del Sud e delle Isole. Situazione critica in Pianura Padana, dove si stimano 164 decessi ogni 100.000 residenti. L’Emilia-Romagna presenta un tasso di 124 decessi ogni 100.000 abitanti.

Se non interverranno iniziative di riduzione del traffico motorizzato, il progetto VIIAS prevede anche un peggioramento nel tempo: nel 2020 si stimano oltre 38.000 morti per inquinamento.

Mentre si riconosce la dimensione enorme del fenomeno, gli enti locali mettono in campo misure destinate a lasciare inalterata la situazione. Questo atteggiamento trova purtroppo conferma nel Piano della Mobilità ciclistica presentato dalla Giunta comunale di Modena: a fronte dell’obiettivo dichiarato di ridurre gli spostamenti autoveicolari a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e della pedonalità, l’elenco degli interventi che dovrebbero perseguire tale obiettivo risulta caotico e squilibrato (mancano ciclabili essenziali e le zone a 30 km/h sono irrilevanti), senza copertura finanziaria e indicatori di verifica dei risultati.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Una festa sul fiume sconosciuto

Logo Festa del Secchia

Logo Festa del Secchia

Il 2 giugno i ciclisti si riapproprieranno del fiume Secchia con una grande escursione che da Castellarano si snoderà lungo i suoi argini fino a Quingentole, alla confluenza col Po. Propiziata dai Parchi dell’Emilia Centrale e dalla UISP, l’iniziativa ha visto l’adesione di enti locali, associazioni e organizzazioni sociali (fra cui la Fiab di Modena) impegnati nella promozione della ciclabilità e della tutela ambientale. In ogni tratto di fiume attraversato sono previste numerose attività sociali e punti di ritrovo anche gastronomici.

Prima nel suo genere per dimensione e complessità organizzativa, la festa intende far riscoprire un habitat (quello del fiume) ignorato dai più e che riserva continue sorprese e sprazzi di flora e fauna inusuali. Occorre evidenziare che gli argini sono stati resi praticabili nella parte di pianura sia per i pedoni che per i ciclisti.

L’attività escursionistica è parte integrante del programma annuale offerto dalla Fiab e riscontra un successo crescente (nel 2015 sono in calendario una trentina di iniziative in Italia e all’estero).

Per promuovere la pratica cicloturistica e portare un concreto sostegno alle popolazioni terremotate, dal 2012 la Fiab ha avviato la realizzazione del progetto “Biciclette a fiumi” nell’area nord della provincia. L’obiettivo è di costruire il tracciato modenese di Eurovelo 7, l’autostrada per bici da Copenaghen a Malta, collegando i tratti a nord e a sud già realizzati. L’infrastruttura consentirà di far transitare i ciclo turisti provenienti dal nord Europa verso il sud Italia e di creare posti di lavoro.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

MTB al Ponte del Diavolo: il racconto di giornata

Scarica il tracciato GPX

Un buon accordo per la mobilità ciclo pedonale in Regione

FIAB firma l'accordo regionale

FIAB firma l’accordo regionale

“La mobilità ciclo pedonale non viene intesa unicamente come fruizione turistica o modalità secondaria di spostamento, ma come uno degli assi fondamentali di valore trasportistico”. È su questo assunto strategico che fa perno l’accordo 2015-17 in tema di mobilità sostenibile fra la Regione Emilia-Romagna e le principali associazioni ambientaliste (Fiab, Legambiente, WWF e UISP) e degli enti locali (UPI e ANCI).

Fra i risultati concreti del protocollo sottoscritto figurano l’attivazione di un Tavolo permanente di confronto, una legge regionale sulla mobilità ciclistica e la disponibilità di 8 milioni di euro per la promozione degli spostamenti in bici, a piedi e la moderazione del traffico.

Fra gli obiettivi di medio periodo (2020) figurano il raddoppio della quota di spostamenti ciclo pedonali (dal 10% al 20%), lo sviluppo delle “Città a 30 km/h” nelle 13 città più popolose della regione, interventi per il dimezzamento degli incidenti stradali e l’intermodalità treno-bici.

Questa iniziativa si segnala per tre elementi di valore: la collaborazione pragmatica fra la Regione e i soggetti più rappresentativi in tema di mobilità ciclo pedonale (6 organismi contro gli oltre 40 del Tavolo comunale modenese); la condivisione di un programma per lo sviluppo della mobilità ciclo pedonale; l’intreccio con la modifica del Codice della Strada, che agevolerà chi circola a piedi e in bici.

Se sostenuto anche nelle città, questo processo produrrà nel tempo la tanto attesa svolta nelle politiche della mobilità, ancora attardate sulla visione autocentrica e sullo spazio pubblico inteso come puro luogo di transito e non di socializzazione.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Proposta legge quadro mobilità ciclistica n. 2305: parte la discussione in Commissione Trasporti

rossella-codice-stradaUna proposta di legge “quadro” sulla mobilità ciclistica era stata tra le prime richieste che la FIAB aveva formulato, all’indomani delle elezioni politiche del 2013, all’intergruppo dei parlamentari per la mobilità nuova e ciclistica, ricostituito per iniziativa del precedente presidente FIAB, Antonio Dalla Venezia.

La pdl recante “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, è stata poi presentata alla Camera dei Deputati il 16 aprile con il n. 2305 e assegnata alla Commissione Trasporti il successivo 11 giugno.

Ora è partito l’iter parlamentare con la discussione in Commissione Trasporti della Camera.

Per conoscere la nostra proposta di legge consulta questa pagina del sito nazionale.

Cavalcavia Cialdini: quale scelte per la sicurezza stradale?

incidente sul cavalcavia cialdini

incidente sul cavalcavia cialdini

I ripetuti incidenti verificatisi in Viale Italia e Viale Cialdini hanno suscitato la reazione dell’Amministrazione comunale di Modena che -attraverso l’Assessore alla Mobilità, Gabriele Giacobazzi – ha per la prima volta riconosciuto che la velocità è l’elemento discriminante quando non la causa dei sinistri e che quindi è ora di ridurla con varie modalità.

Più che essere salutate come un deciso cambio dell’orientamento autocentrico finora perseguito, le dichiarazioni dell’Assessore hanno suscitato numerosi interrogativi: se il tratto Viale Italia-Zucchi-Cialdini-La Marmora costituisce una pericolosissima tangenziale interna all’area urbana perché intervenire solo sul cavalcavia Cialdini? La riduzione a 3 corsie sul Cialdini verrà attuata ricavando una ciclabile: da quando in qua le ciclabili servono a ridurre le dimensioni delle carreggiate invece di collegare (come qualsiasi altra infrastruttura) zone diverse della città per garantire la mobilità ciclistica sicura? Perché citare l’esigenza delle zone a 30 km/h come antidoto alle eccessive velocità del traffico e poi non prevederne alcun serio ampliarnento nei quartieri residenziali?

Questa storia di roboanti dichiarazioni pubbliche contro la velocità killer e di pressoché zero attuazioni pratiche appare subito come la montagna destinata a partorire il topolino. La vera preoccupazione dell’Amministrazione è quella sfuggita all’Assessore Giacobazzi a proposito della riduzione a 3 corsie sul cavalcavia Cialdini: in prossimità della rotatoria di Via delle Suore le 4 corsie verranno prontamente ripristinate per «evitare disagi al traffico veicolare». È l’ennesima dimostrazione che la mobilità sostenibile e sicura è estranea alla politica dell’Amministrazione comunale.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Il GRAB: la capitale si muove (in bici)

GRAB Roma

GRAB Roma

Dopo Mestre, Reggio Emilia e Bologna, anche la capitale comincia a pedalare verso la mobilità ciclistica con un primo nucleo di programma organico. È stato infatti lanciato il progetto GRAB (Grande Raccordo Anulare delle Biciclette), un intervento destinato a mettere a sistema ciclabili esistenti o in progetto per i collegamenti est-ovest e nord-sud della città, per un totale di 44,2 km di percorsi.

Naturalmente, nessuno si illude che questo progetto possa risolvere istantaneamente i problemi della mobilità nella metropoli romana, che pure vede una percentuale di uso delle automobili nettamente inferiore a quella di Modena, grazie soprattutto al trasporto pubblico urbano.

Quello che colpisce favorevolmente è la scelta strategica di individuare direttrici di collegamento in alcuni quadranti della città, evitando la costruzione di tratti indipendenti al di fuori di una logica di trasporto urbano efficiente.

Questo approccio strategico è finora mancato a Modena. Dopo anni di sollecitazioni, nel gennaio scorso l’Amministrazione comunale ha presentato un Piano della Mobilità Ciclistica che doveva costituire -nelle intenzioni dichiarate dal Sindaco- un punto di svolta per la promozione della mobilità ciclistica e la tendenziale riduzione di quella automobilistica. Purtroppo, in una città con oltre 200 km di ciclabili il Piano -che nel frattempo è evaporato dalla discussione pubblicaevita clamorosamente di affrontare i nodi della mancanza o carenza di ciclabili nelle direttrici chiave della città: Emilia Ovest (dalla Bruciata alla Madonnina), Corassori (nell’ultimo tratto verso Giardini), Morane, Vignolese, il tratto centrale di Nonantolana, Gramsci, Canaletto, Amendola-Don Minzoni-Gobetti (completamento).

E dunque ci si chiede: a che serve un Piano del genere?

Giuseppe Marano

Cerchiamo bici da donna inutilizzate da recuperare e regalare

rossella-donne-straniereAPPELLO AI SOCI

Anche quest’anno si é concluso con successo il primo dei due corsi annuali che la Fiab promuove per  insegnare alle donne straniere l’uso della bicicletta.

Agli incontri hanno partecipato nove donne di diversa nazionalità, affiancate da un gruppo di volontarie che hanno reso possibile il loro percorso di avvicinamento alla bicicletta.

Completato il corso, abbiamo però bisogno di aggiungere un ulteriore tassello per permettere alle future cicliste urbane di rendersi autonome utilizzando la bici.

Per questo rivolgiamo un appello ai soci ed ai simpatizzanti affinché ci aiutino a recuperare delle biciclette da donna che “riposano” magari nei loro box o cantine in quanto non più utilizzate.

La Fiab le rimetterà in uso, riparandole laddove necessario e le consegnerà, attraverso la intermediazione della Casa delle Donne a coloro che hanno frequentato il corso.

Per comunicare con noi telefonare ore serali a:

Luana      3384882782
Gabriella 3332897771
Diana       3474506510