Ciclisti suonati

1,5 mt

Pedalare sentendo solo il rumore dell’ambiente e del proprio respiro è uno dei piaceri della vita. Ma cosa succede se all’improvviso un’auto, da molto vicino, dà un bel colpo di clacson? Ti fa letteralmente saltare il cuore in gola. Per chiunque dovrebbe essere facile immaginare che il rumore di un’auto viene percepito con largo anticipo dal ciclista e che il suono del clacson è molto più forte all’aperto che dentro l’abitacolo della propria auto.

Eppure qualche giorno fa, mentre salivamo verso Sestola in bicicletta, una ragazza in auto ha prontamente suonato, poi si è affiancata in curva e ci ha detto: lo dico per voi, ma state attenti perché è molto pericoloso. In buona fede ha sottinteso la strada è per le auto e che chi usa la bicicletta rischia di grosso.

Viene spontaneo pensare che in alcuni casi si usi il clacson per amplificare il proprio bisogno di farsi strada o addirittura per protestare contro coloro che non si spostano al nostro passaggio. Questo atteggiamento viene poi rafforzato dall’errata convinzione che il Codice della Strada vieti ai ciclisti di circolare appaiati, mentre ciò è chiaramente consentito nei centri abitati.

Sull’uso del clacson il Codice è chiaro: “deve essere usato con la massima moderazione e solamente ai fini della sicurezza stradale e la segnalazione deve essere più breve possibile”. Inoltre “nei centri abitati le segnalazioni acustiche sono vietate, salvo i casi di effettivo e immediato pericolo” e “fuori dei centri abitati l’uso il clacson “è consentito ogni qualvolta le condizioni ambientali o del traffico lo richiedano al fine di evitare incidenti, in particolare durante le manovre di sorpasso”.

Del resto chiunque abbia viaggiato può testimoniare che l’abuso del clacson è inversamente proporzionale al grado di civiltà e democrazia di un paese.

Speriamo che venga approvata al più presto la norma in discussione al Parlamento che vieta “il sorpasso di un velocipede a una distanza laterale minima inferiore a un metro e mezzo” così, invece che un colpo di clacson, si garantirebbe ai ciclisti uno spazio di sicurezza sufficiente. Sarebbe un altro metro e mezzo di civiltà.

Giorgio Castelli
www.modenainbici.it

Infortuni in itinere: passi avanti in Parlamento

incidente

incidente

La Commissione Ambiente del Senato ha recentemente approvato il testo di una norma che estende ai ciclisti l’indennizzo previsto per gli utilizzatori dei mezzi pubblici in caso d’infortuni in itinere, ossia per gli incidenti occorsi sui percorsi casa-lavoro. Ora si attende l’inserimento della proposta nel calendario parlamentare e la sua approvazione definitiva.

Attualmente, l’INAIL riconosce la copertura assicurativa per gli infortuni in bici solo se “necessitati”, ossia se non ci sono alternative alla bici (inesistenza di mezzi pubblici o incongruenza degli orari). Grazie ad un’interpretazione estensiva dell’Istituto, nel tempo l’utilizzo della bici è stato tutelato anche quando non c’è una reale necessità, ma limitatamente ai percorsi su piste ciclabili o strade protette.

In generale, però, essendo la bicicletta considerata un mezzo privato, molti lavoratori ciclisti si son visti negare il riconoscimento dell’infortunio dall’istituto assicurativo in quanto tenuti a usare il mezzo pubblico. In tal caso, l’infortunio viene degradato a semplice “malattia”, senza il riconoscimento di eventuali invalidità e delle tutele degli infortuni sul lavoro.

Sono quattro anni che la Fiab si batte per questo provvedimento con la campagna “In itinere“, cui ha aderito anche il Comune di Modena, finalizzata a superare gli attuali impedimenti normativi che svantaggiano i lavoratori-ciclisti, che pure non inquinano e praticano uno stile di vita salutare.

L’iniziativa parlamentare è stata assunta da Diego Zardini (primo firmatario), da Paolo Gandolfi e altri 24 deputati dell’Intergruppo Parlamentare Mobilità Nuova – Mobilità Ciclistica, che hanno presentato una proposta di legge per promuovere l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Omicidio stradale: passi avanti in Parlamento

incidente con bicicletta

incidente con bicicletta

Dopo anni di sollecitazioni , discussioni, ripensamenti, la politica ha infine dato un primo segno di vitalità sul tema dell’omicidio stradale. Il Senato ha infatti approvato un testo che modifica alcune norme vigenti e ne introduce di nuove per sanzionare comportamenti incivili e pericolosi degli utenti della strada.

In sintesi, il testo prevede che i responsabili della morte di una persona colti a guidare in stato di ebbrezza o sotto gli effetti delle droghe siano sanzionabili con una pena minima di 7 e 8 anni e massima di 12 anni, innalzati a 18 in caso di più vittime. Una pena accessoria comporta il ritiro della patente fino a 30 anni. Sono anche previsti dalle nuove norme il reato di lesioni stradali, l’arresto in flagranza di reato e pene più severe per i pirati della strada fuggiti dopo l’incidente.

Nonostante i passi in avanti per promuovere una maggiore sicurezza stradale, restano due considerazioni da fare: la gran maggioranza degli incidenti e delle vittime si verificano con guidatori non ubriachi e non drogati; non sono state modificate le norme sulla velocità.

Il vero problema, in città e fuori, resta infatti la velocità, killer numero uno riconosciuto a livello planatario. È su questo fattore che occorre incidere per conseguire una significativa riduzione degli incidenti e delle vittime. A tal fine esistono diversi antidoti: le zone a 30 km/h nei quartieri residenziali, il controllo elettronico della velocità nei punti critici, le rotatorie “compatte”, le aree pedonali nei centri storici e presso i grandi poli attrattori (come le scuole), le ciclabili nelle strade trafficate, i percorsi pedonali.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Proposta legge quadro mobilità ciclistica n. 2305: parte la discussione in Commissione Trasporti

rossella-codice-stradaUna proposta di legge “quadro” sulla mobilità ciclistica era stata tra le prime richieste che la FIAB aveva formulato, all’indomani delle elezioni politiche del 2013, all’intergruppo dei parlamentari per la mobilità nuova e ciclistica, ricostituito per iniziativa del precedente presidente FIAB, Antonio Dalla Venezia.

La pdl recante “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, è stata poi presentata alla Camera dei Deputati il 16 aprile con il n. 2305 e assegnata alla Commissione Trasporti il successivo 11 giugno.

Ora è partito l’iter parlamentare con la discussione in Commissione Trasporti della Camera.

Per conoscere la nostra proposta di legge consulta questa pagina del sito nazionale.

Codice della Strada: good news dal Parlamento

Zona 20 - Città Moderna

Zona 20 – Città Moderna

Buone nuove dal Parlamento: la riforma del Codice della Strada, il cui iter è iniziato nell’ottobre 2014, è in dirittura d’arrivo, essendo stata licenziata dalla Commissione Trasporti della Camera una proposta che sintetizza 22 bozze di legge. La riforma dovrà ora passare alla discussione e approvazione in aula.

L’evento riveste un notevole interesse per tutti gli utenti della mobilità, e in particolare per i ciclisti. Fra le altre norme, emerge per importanza una misura che responsabilizza gli automobilisti: l’ergastolo della patente. La patente viene revocata nel caso sia commesso l’omicidio colposo in stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica. Se il conducente non è provvisto di patente, non potrà più ottenerla.

Di una seconda importante misura caldeggiata da molte forze politiche, il reato di omicidio stradale, per il momento escluso dal testo approvato, c’è un generale impegno a reinserirlo durante la discussione in aula.

I ciclisti vedono premiati i loro sforzi, tesi ad adeguare le regole della circolazione per promuovere la mobilità sostenibile, vedendo accolte due norme: il senso unico eccetto bici e la sosta sui marciapiedi e nelle zone pedonali delle biciclette.

Per la prima norma, viene prevista la condizione del limite di velocità entro i 30 km/h nei centri urbani. Per renderla operativa, occorre un’ordinanza comunale e l’aggiunta ai segnali di senso unico del pannello integrativo “a eccezione dei velocipedi”.

Per la seconda, è consentita in mancanza di parcheggi bici nelle vicinanze e a condizione di non intralciare il flusso dei pedoni e dei disabili.

Pur tra tanti limiti, se approvata la riforma del Codice lo renderebbe meno autocentrico. Naturalmente, restano invariate tutte le altre condizioni, a carattere locale, per conseguire la riduzione dell’uso dell’automobile a favore dei mezzi ecologici.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it