Le ciclabili della discordia: via Giardini e via Emilia est

bici acquisti

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Il Comune di Modena presenta nel giro di pochi mesi due progetti di ciclabili in due strade importanti della città: via Giardini e via Emilia Est, suscitando numerose polemiche sia fra coloro che sostengono l’uso della bicicletta che fra i rappresentanti delle categorie dei commercianti e degli artigiani. Cosa c’è dietro?

Mentre il Coordinamento Associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno della modifica del progetto comunale di ciclabile in via Giardini, chiedendone la continuità fino a Piazzale Risorgimento e la distinzione fra percorso destinato ai ciclisti e ai pedoni, si accendono le polemiche sull’ altro progetto di ciclabile, quello in via Emilia est.

Il Comune ha presentato la soluzione che prevede una pista ciclabile sul lato nord (a sinistra uscendo dalla città) e la riqualificazione del percorso pedonale sul lato opposto (sud). La Rete Imprese Italia Modena, che raccoglie le sigle degli artigiani e dei commercianti, ha evidenziato che l’operazione comporta il restringimento della carreggiata e la riduzione di 60-80 posti auto nel tratto compreso fra gli incroci con viale Menotti e via Bonacini. Il progetto non terrebbe conto della consolidata presenza di esercizi commerciali in zona, che ne verrebbero notevolmente penalizzati.

Questa reazione difensiva, identica a quella verso la ciclabile di via Giardini, rispecchia fedelmente l’impostazione degli operatori commerciali sul tema del traffico: più automobili passano davanti al mio negozio, più ne traggo benefici. E se l’inquinamento dell’aria sale, non ci possiamo fare nulla: non è un nostro problema.

La cultura autocentrica, in base alla quale l’unico mezzo usabile per gli spostamenti urbani è l’automobile, ha completamente travolto ogni spazio di discorso pubblico: senza l’auto ci sentiamo orfani inconsolabili, deprivati del diritto inalienabile alla mobilità e votati al fallimento economico.

Una simile impostazione non tiene conto dell’opportunità che gli operatori avrebbero dalla ciclabile, rendendo più facile e piacevole l’accesso dei potenziali clienti ai loro negozi, liberati dai vincoli asfissianti dell’auto. Ovunque sono stati realizzati ciclabili e pedonali, i negozi hanno invece registrato incrementi di fatturato. Naturalmente, occorre cambiare e adeguarsi a questo nuovo pubblico: forse è questa la vera paura che si cela dietro la critica alle ciclabili …

Via Emilia est: necessario un progetto organico di riqualificazione

bozza del progetto di via emilia est

bozza del progetto di via emilia est

La recente presentazione di un progetto di ciclabile in via Emilia est da parte del Comune di Modena ha immediatamente suscitato una reazione negativa nelle associazioni di categoria artigianali e commerciali, basata essenzialmente sulla difesa della situazione attuale.

La soluzione prospettata dall’Amministrazione prevede una pista ciclabile e pedonale sul lato nord (a sinistra uscendo dalla città) e un percorso pedonale sul lato opposto (sud). Rete Imprese Italia Modena, che raccoglie le sigle degli artigiani e dei commercianti, ha evidenziato che l’operazione comporta il restringimento della carreggiata e la riduzione di 60-80 posti auto nel tratto compreso fra gli incroci di via Emilia est con viale Menotti e via Bonacini. Il progetto non terrebbe conto della consolidata presenza di esercizi commerciali in zona, con i loro dehor in strada, che ne verrebbero notevolmente penalizzati.

La nota critica di Rete Imprese Italia Modena richiama l’attenzione su una zona della città nella quale sono da tempo riscontrabili i rilevanti problemi derivanti dal traffico auto veicolare: inquinamento dell’aria e sonoro e dequalificazione urbana, oltre che una significativa incidentalità.

Per la sua importanza nella mobilità cittadina, via Emilia est richiede invece un disegno generale per la cui attuazioni potrebbero necessitare anche più esercizi di bilancio, ma che preveda chiaramente un cambiamento radicale di paradigma nell’uso dei mezzi di spostamento dei cittadini, non più basato quasi esclusivamente sull’automobile privata ma sulla valorizzazione dei veicoli ecologici.

Un organico progetto di riqualificazione di via Emilia est richiederebbe la realizzazione di ciclabili e pedonali su entrambi i sensi di marcia, separati fra loro, continui fra l’intersezione di via Trento Trieste e la tangenziale, riconnettendo tutti i tratti isolati oggi esistenti, adottando un unico standard (ciclabili e pedonali separati).

Contemporaneamente, occorre ribadire che il traffico in ingresso da est dovrebbe approdare su parcheggi scambiatori collocati in periferia, collegati al centro attraverso il trasporto pubblico e la rete delle ciclabili.

È anche utile ricordare che, ovunque si realizzi una vera riqualificazione stradale, gli esercizi artigianali e commerciali ne traggono beneficio perché –migliorate le condizioni ambientali- si creano situazioni più adatte allo shopping e al passeggio, particolarmente dei residenti, pre-condizioni per incrementare e fidelizzare clientela e fatturato.

Il Coordinamento associazioni mobilità nuova di Modena

Ciclabile via Giardini: Il Coordinamento associazioni mobilità nuova lancia una raccolta di firme a sostegno delle modifiche del progetto comunale

Il Coordinamento delle associazioni mobilità nuova ha lanciato una raccolta di firme a sostegno delle modifiche al progetto di ciclo pedonale in Via Giardini, presentate all’Amministrazione a dicembre 2013 e che sono allo studio presso gli uffici comunali.

I volontari delle dieci associazioni del Coordinamento attueranno un presidio presso la Chiesa S. Faustino sia sabato 1 (ore 16 – 19) che domenica 2 marzo (ore 9.45 – 12.30) per illustrare ai cittadini le loro richieste e raccoglierne le firme per l’adesione. La stessa iniziativa sarà probabilmente ripetuta il week end successivo, con le medesime modalità. È prevista anche la raccolta delle firme on-line.

Le ragioni delle associazioni sono note da tempo e hanno trovata eco anche nella recente bocciatura del progetto da parte delle Circoscrizioni 1 (Centro storico) e 4 (S. Faustino): viene considerato inadeguato per la discontinuità del tracciato, ricavato parte sul lato est e parte sul lato ovest, con attraversamento all’ incrocio con Via Pace, oltre che per i costi eccessivi e la promiscuità ciclabile e pedonale.

Con la raccolta di firme, il Coordinamento si appella al Sindaco di Modena, al Presidente del Consiglio Comunale, ai Presidenti delle Circoscrizioni 1 e 4 affinché l’Amministrazione comunale sospenda l’attuazione del progetto approvato e lo modifichi per renderlo più sicuro e funzionale alle esigenze della mobilità ciclistica e pedonale, prevedendo:
1) il percorso continuo su entrambi i lati della strada (est e ovest);
2) la separazione del percorso pedonale da quello ciclabile;
3) la destinazione degli eventuali risparmi ottenuti dalla revisione del progetto alla riqualificazione del tratto di ciclo pedonale fra Viale Corassori e Viale Amendola, oggi del tutto inadeguato.
IL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI MOBILITÀ NUOVA

E’ possibile firmare la petizione online cliccando qui

Mobilità: scelte “auto centriche” o “umano centriche”?

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doppio senso eccetto bici

«Le nuove “Linee guida” per la modifica del Codice della Strada in discussione in Parlamento affermano con chiarezza il principio che nel governo della mobilità urbana le norme devono evolversi da una cultura “auto centrica” a una “umano centrica”

Nel caso della circolazione delle biciclette nel centro storico, alcune delle condizioni previste dalle “Linee guida” appaiono però quasi proibitive: ad esempio, le strade devono essere larghe almeno 4 m senza parcheggi auto per consentire la circolazione delle bici in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico. Questa norma non solo sarà inutilizzabile nel centro cittadino, ma fornirà un alibi a chi non considera la mobilita ciclistica una risorsa per la sostenibilità ambientale.

Ne è un esempio eclatante la recente dichiarazione sull’ argomento dell’Assessore comunale all’ Ambiente, Simona Arletti, nella quale ha detto che darà mandato ai tecnici di verificare la presenza di questi requisiti. Non occorre essere tecnici per anticipare che in centro sarà pressoché impossibile individuare una strada con tali caratteristiche. Argomento chiuso? No.

Prima di archiviare la pratica, occorrerebbe osservare i comportamenti reali dei ciclisti, chiedendosi ad esempio che percorso dovrebbe fare chi ha deciso di fare la spesa al mercato di via Albinelli e deve rientrare in via Buon Pastore? Si scoprirebbe così che il percorso imposto ai ciclisti dalla segnaletica attuale (pensata in funzione degli autoveicoli) raddoppia la lunghezza del percorso (1.400 m invece di 700 m). Non è un caso che il ciclista sceglie regolarmente quello più corto, anche se questa scelta lo porta a violare le norme stradali percorrendo al contrario alcuni sensi unici (del che, naturalmente, si assume tutti i rischi del caso).

Lo stesso discorso vale per la ciclabile di via Giardini. Le associazioni ambientaliste considerano la proposta dell’Amministrazione sul lato ovest meno sicura, meno utile e più costosa, evidenziando che sul lato est si potrebbe ricavare una ciclabile più sicura, più economica e di grande interesse per i ciclisti. Il principale difetto di questa proposta è che richiede la rimozione di posti auto non regolamentati, cioè abusivi, cioè illegali.

E torniamo al quesito iniziale: vogliamo una città “auto centrica” o “umano centrica”?»

A. F.
(Gazzetta di Modena 22.2.2014)

Mobilità: incentivi per chi rispetta l’ambiente

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inquinamento in città

L’elevato tasso d’inquinamento che affligge Modena deriva principalmente dagli scarichi dei veicoli a motore. Per ridurlo è quindi necessario puntare a ridimensionare l’elevatissima quota di spostamenti urbani effettuati con gli autoveicoli tradizionali (circa l’80% sul totale), rafforzando le alternative al mezzo privato.

A tale scopo, il Comune di Modena dovrebbe attuare una serie di misure finalizzate a promuovere i mezzi ecologici per aumentarne la quota utilizzata in città dal misero 20% attuale al 50% circa. Queste percentuali rispecchiano gli standard delle città europee più evolute, dove il trasporto pubblico e la bicicletta sono in vetta alla graduatoria dei mezzi più utilizzati dai cittadini.

Fra le numerose iniziative suggerite dalle buone esperienze italiane e internazionali, il Comune di Modena dovrebbe riprendere e sviluppare quella degli incentivi ai comportamenti eco friendly, avviata nel lontano 2001 e ridimensionata negli ultimi anni. A suggerirlo è anche il punto 5 del Decalogo per la mobilità nuova predisposto dalle associazioni ambientaliste modenesi e inviato al Comune di Modena affinché lo adotti e lo metta in pratica.

In concreto, di che si tratta? Viene richiesto al Comune di adoperarsi affinché le aziende pubbliche e private modenesi prevedano incentivi per i propri dipendenti che si spostino sui percorsi casa/lavoro con i mezzi ecologici. Ne sono stati sperimentati di diverso tipo: per chi usa la bicicletta possono funzionare da incentivo i parcheggi aziendali, le convenzioni con negozi di prodotti ciclistici e le botteghe per la manutenzione, i contributi per l’acquisto di mezzi elettrici (oggi fissati al 14% per tutti i cittadini).

Interessanti due esperienze condotte a Ravenna e a Milano. Un ospedale privato ravennate concede incentivi orari per chi si sposti in bicicletta, proporzionali alle distanze coperte, che si traducono in ore/giorni di congedo su base annua. Nel capoluogo meneghino, invece, sono oltre 4.000 i lavoratori che hanno adottato Pass Mobility, un benefit fornito dall’azienda gratuitamente ai dipendenti che scelgono il trasporto pubblico.

Giuseppe Marano

Il coordinamento per una Mobilità Nuova e gli Amministratori Locali

gli amministratori non pedalano con noi

gli amministratori non pedalano con noi

Quest’anno la Fiab ha lavorato assiduamente con altre associazioni che si occupano di mobilità e che propongono una organizzazione più moderna dello spazio pubblico.

Abbiamo iniziato con Legambiente, Uisp ciclismo e CSI, promuovendo la mobilità ciclistica nelle domeniche senza auto, ed abbiamo proseguito coinvolgendo Salvaciclisti, Ciclofficicna, Ciclostile, Ingegneria Senza Frontiere, Acsi Ciclismo, Comitato Sacca e Comitato utenti della ferrovia Modena Sassuolo.

Assieme abbiamo proposto agli assessori del Comune di Modena, Arletti e Giacobazzi, l’istituzione della Consulta della mobilità, come ha fatto Bologna e, di fronte al rifiuto, abbiamo costituito il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova.

Chi ci amministra non conosce cosa avviene nelle strade, non raccoglie dati sulle diverse modalità di spostamento e nelle classifiche nazionali Modena continua a perdere posizioni. La nostra città, nota in Italia per dinamicità e innovazione, ha ipotecato tutte le risorse dei prossimi decenni per realizzare un parcheggio sovradimensionato, proprio mentre l’ANCI (l’Associazione dei Comuni Italiani) propone 30 km. all’ora come massima di velocità nelle aree urbane, il doppio senso di circolazione alle biciclette nelle vie a senso unico, parcheggi a spina di pesce a sinistra per favorire le corsie ciclabili a destra, linee d’arresto avanzate per le biciclette ai semafori per dare sicurezza ai ciclisti.

Nel rincorrere un ipotetico consenso, che nel frattempo si sposta altrove, propongono iniziative di facciata e cercano di usare le nostre associazioni come manodopera gratuita, salvo scordarsi o respingere le proposte che avanziamo da tempo.

Gli amministratori hanno dimenticato l’impegno assunto per migliorare gli attraversamenti ciclabili della ferrovia e i ciclisti continuano a rischiare sui cavalcavia Cialdini e Mazzone, non hanno tolto gli ostacoli e le continue interruzioni delle piste ciclabili, non facilitano l’accesso al centro storico in bicicletta, non fanno iniziative per il rispetto degli attraversamenti ciclabili e pedonali. Sono provvedimenti che non richiedono investimenti ma sono importantissimi per la mobilità, anzi riducono le spese di manutenzione.

Utilizzano le scarse risorse per migliorare la qualità dell’aria per realizzare la tanto attesa pista di via Giardini, ma divisa in due tronconi su lati diversi, obbligando i ciclisti ad attraversare inutilmente via Giardini, via Gaddi e viale Jacopo Barozzi. Mantengono la via Giardini con i caratteri degli anni 60, soffocata dal traffico e con un commercio che langue, dimenticando di averla classificata di quartiere nel piano regolatore.

Privi di una seria politica sulla mobilità e sull’ambiente, gli amministratori galleggiano sull’esistente, dimenticando che una politica sulle mobilità pedonale e ciclabile facilita anche la mobilità automobilistica: più biciclette uguale meno auto e meno auto uguale meno traffico e più fluidità. Non facilitano i pedoni, i ciclisti ed il trasporto pubblico che possono dare respiro al commercio e dare dignità allo spazio pubblico.

Il Coordinamento si è organizzato per sostenere il cambiamento, nella convinzione che i cittadini siano più avanti dei politici mediocri, che non sanno immaginare una mobilità più efficiente, una città più sicura e più civile.

Bikenomics: un altro sviluppo è possibile

rossella_donna_invernoGli accordi internazionali intervenuti dal 1992 hanno orientato lo sviluppo economico al rispetto dell’ambiente, inducendo i paesi più ricchi ad adottare processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ecosistema.

Molte iniziative concrete hanno seguito questo indirizzo, anche nel settore della mobilità urbana. Complici la crisi economica e la diffusione della sensibilità ecologista, sono emerse alcune tendenze che annunciano tempi nuovi: la più eclatante riguarda la vendita delle biciclette che, nel 2011 e nel 2012, ha superato in Italia quella delle automobili.

Come si riflette la diffusione della bicicletta sulle dinamiche di sviluppo cittadino? Una città in cui ci si muove in bici è migliore di una città in cui ci si muove in automobile? La nuova disciplina della bikenomics, nata sulla scia di questo fenomeno, ha evidenziato dati convincenti a favore della mobilità ciclistica.

È ormai assodato che l’uso della bicicletta induce molti benefici: chi usa la bici dispone di risparmi per comprare beni e servizi o da spendere in bar e ristoranti, è più in salute e impatta di meno sul sistema sanitario, contribuisce a ridurre il traffico e l’inquinamento, aiuta lo sviluppo del commercio locale (i negozi situati in prossimità di reti ciclabili registrano aumenti nelle vendite pari al 49%),  favorisce la riduzione la manutenzione stradale e lavora meglio.

Mentre in Europa si diffondono gli interventi a favore della mobilità (e dell’economia) sostenibile, l’Amministrazione comunale di Modena si attesta malinconicamente sul paradigma auto-centrico: blocca le zone a 30 km/h, realizza un megaparcheggio in struttura, tentenna a pedonalizzare Piazza Roma, inventa una ciclabile spezzata in Via Giardini, dissemina di ostacoli le ciclabili esistenti, impone una segnaletica penalizzante sulle ciclabili e sostiene i mezzi su gomma al posto dei treni sulla Modena – Sassuolo. Risultato: quasi l’80% degli spostamenti urbani sono effettuati in automobile. C’è da sorprendersi?

Giuseppe Marano

Sopralluogo in Via Giardini con i cittadini

Questa mattina il Coordinamento delle Associazioni sulla Mobilità Nuova ha illustrato ad un numeroso gruppo di cittadini il progetto della ciclabile di via Giardini proposto dall’Amministrazione ed il progetto alternativo proposto dal Coordinamento. Un gran bell’esempio di partecipazione con la speranza di riuscire ancora a modificarne le criticità.
Nella foto, appunto, uno dei punti più tortuosi della futura ciclabile proposta dai tecnici comunali, il doppio attraversamento di viale Jacopo Barozzi.

sopralluogo via giardini

sopralluogo via giardini

Ciclabile Via Giardini: un’occasione d’oro per la zona del Gallo

i parcheggi attuali in via giardini - zona gallo

i parcheggi attuali in via giardini – zona gallo

Il dibattito sul progetto di ciclo pedonale di Via Giardini (nel tratto Corassori/Risorgimento) approvato dal Comune di Modena ha finora trascurato un aspetto che invece riveste notevole valore per il Coordinamento associazioni mobilità nuova, la sigla che riunisce 10 organizzazioni ambientaliste cittadine.

La finalità prioritaria della proposta di ciclabile sul lato est di Via Giardini avanzata dal Coordinamento (alternativa a quella sul alto ovest approvata dal Comune) è di attuare una riqualificazione significativa dell’area del Gallo, di cui beneficeranno tanto gli esercizi commerciali e i residenti che i ciclisti e i pedoni.

Punto di partenza della proposta del Coordinamento è il declassamento di Via Giardini attuato dal PSC e dal POC vigenti (gli strumenti del piano regolatore) a strada urbana di quartiere, che prevede la riduzione delle ampiezze dei sensi di marcia degli autoveicoli e percorsi ciclabili e pedonali indipendenti su entrambi i lati della strada.

L’utilità e l’urgenza di questo intervento migliorativo emerge dalla ricognizione puntuale del lato est di Via Giardini che oggi appare molto trascurato e disordinato, dov’è difficile e pericoloso non solo spostarsi a piedi e in bicicletta per frequentare gli esercizi commerciali, ma anche in auto, a causa di diffusi e frequenti comportamenti contrari al codice della strada.

Particolarmente nella zona del Gallo, il lato est offre l’immagine di un assedio massiccio di automobili fin sulla soglia dei negozi e degli ingressi dei condomini residenziali, costringendo a una difesa strenua degli spazi pedonali che, in alcuni casi (Bar del Gallo), è stata attuata col ricorso massiccio a paletti metallici dissuasori.

Il percorso fra Piazzale Risorgimento e Via Pace è costellato di contenitori per i rifiuti raggruppati in modo disordinato e rastrelliere obsolete, mentre la sosta autoveicolare in doppia fila è la norma. Tra Via Lana a Via Vaccari circa 25 automobili parcheggiano abitualmente in area con divieto di fermata e sosta nella sottostrada che affianca Via Giardini. Lo stesso accade tra Via Vaccari e Via Pace, dove numerosi autoveicoli sostano direttamente sul marciapiede pubblico.

Proponendo al Comune di ricavare la ciclabile sul lato est nel tratto Pace / Risorgimento, il Coordinamento ha fatto dunque emergere l’esigenza impellente di risanare un ambiente urbano importante, alle porte del centro storico, dal carattere tipicamente residenziale e commerciale che oggi appare molto trascurato. L’intervento è realizzabile senza ridurre la sosta veicolare né spostare la linea elettrica dei filobus, ed è anche più economico perché utilizzerebbe la sottostrada esistente presso la sede della Polizia Stradale. Da questo punto di vista, sono apprezzabili le isole pedonali previste dal progetto comunale per l’attraversamento di Via Giardini finalizzate alla fruibilità e alla sicurezza dei cittadini e dei clienti.

Il risultato atteso sarebbe straordinario: a fronte di una spesa contenuta, affiancando la ciclabile al pedonale, si creerebbe un arioso e godibile corridoio, percorribile in sicurezza e piacere dai numerosi frequentatori della zona, generando così le condizioni ideali per lo shopping e l’incontro fra le persone, oltre che per la circolazione di bici e pedoni.

Per il Coordinamento associazioni mobilità nuova
Giorgio Castelli
(Fiab Modena)

Ciclabile via Giardini: le puntualizzazioni del coordinamento associazioni mobilità nuova

via giardini

via giardini – parcheggi abusivi?

In questi giorni si è sviluppato un ampio e acceso dibattito sul progetto comunale del percorso ciclabile della via Giardini, da tempo richiesto dai cittadini.

Il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova, che raggruppa 11 associazioni modenesi fortemente interessate a una mobilità più sicura ed efficiente, ha presentato agli assessori Arletti e Giacobazzi una serie di proposte migliorative, illustrate in un’assemblea pubblica e ai mezzi di informazione.

Come in tutti i dibattiti vi sono state inevitabili semplificazioni e forzature, ma nelle dichiarazioni dell’assessore Arletti sono comparse delle imprecisioni sulle proposte del Coordinamento delle associazioni che richiedono alcune precisazioni.

La proposta migliorativa del Coordinamento non prevede l’eliminazione di nessun posto auto rispetto agli attuali, né la soppressione di una corsia stradale, che invece è stata proposta dal Comune.

Le associazioni chiedono un percorso dedicato alle biciclette non promiscuo con i pedoni, com’è invece previsto nel progetto comunale. I pedoni hanno diritto alla sicurezza e i ciclisti hanno diritto alla scorrevolezza, come ogni cittadino che si debba recare al lavoro o a scuola in tempo utile. Nessuno chiede percorsi da ciclista professionista, come ha dichiarato l’assessore, perché i professionisti usano la “bici da strada” e vanno solo in strada.

Merita alcune osservazioni anche la sensibilità degli assessori alla partecipazione dei cittadini. Il progetto preliminare è stato elaborato dal Comune nei primi mesi dello scorso anno ed è stato ammesso al finanziamento regionale alla fine di aprile 2013. Le associazioni, che in quei mesi hanno collaborato col Comune alle domeniche senz’auto e che si sono incontrate tre volte al tavolo comunale sulla mobilità, ne sono state informate solo il 29 di novembre 2013. Alle nostre prime osservazioni critiche gli assessori Giacobazzi e Arletti hanno risposto che i tempi per un’eventuale revisione non c’erano, pena la perdita del finanziamento regionale.

Va segnalato che numerosi Comuni che l’hanno chiesto, hanno già ottenuto una proroga.

All’assemblea pubblica convocata dal Comune il 9 dicembre al Memo, pubblicizzata con un comunicato stampa con due giorni di preavviso e senza avvertire direttamente le associazioni, era presente una sola cittadina, oltre a noi, che ha chiesto un intervento su viale Jacopo Barozzi. Speriamo che vi sia il modo di sviluppare a breve un confronto costruttivo, pubblico e aperto a tutti.

Per il Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova
Giorgio Castelli