Furti di biciclette a Modena: nuovi pericoli e nuove difese

È successo a ogni ciclista. Torna dove ha lasciato la bici e trova solo aria, o una catena divelta. Lo sconforto che sale, e quel pensiero fisso: “Ma come hanno fatto?”. A Modena succede ogni giorno. E mentre il Pums punta al 20% di spostamenti in bici entro il 2030, i modenesi lasciano sempre più spesso la bicicletta in cantina. Troppo rischio, troppa frustrazione.

Il furto di una bicicletta viene considerato un reato minore, e non è comprensibilmente nelle priorità delle forze dell’ordine, ma è un crimine che colpisce la salute di tutti. Ogni bici rubata è un cittadino che spesso torna all’auto, contribuendo a inquinamento, traffico, stress urbano. Moltiplichiamo per le 350.000-500.000 biciclette rubate ogni anno in Italia: non sono solo furti, ma un vero e proprio ostacolo allo sviluppo della mobilità attiva.

E dietro? Non solo il balordo che ruba per arrivare a sera, ma bande organizzate con logistica da azienda: flessibili a batteria, furgoni, rotte internazionali. A Modena le bici rubate prendono spesso il treno regionale per le altre piazze regionali in un sistema osmotico rodato. Le e-bike di valore finiscono all’estero, rivendute online o smontate a pezzi.

Se il flessibile a batteria è la nuova arma dei ladri, gli smart tag GPS possono essere una difesa concreta. Piccoli ed invisibili, si nascondono nella bici e se sparisce, la si traccia in tempo reale. Oppure ci sono i dissuasori sonori: si tocca la bici e parte un allarme.

E le difese non si fermano solo a buoni lucchetti, ma possono essere integrate con la marcatura. I dati del Registro Italiano Bici non mentono: le bici marchiate subiscono solo 30 furti ogni 1.000, contro i 160-200 delle anonime. Una riduzione dal 16% al 3%. Perché? Perché una bici marcata non si rivende.

I depositi protetti a Modena non mancano: via Carteria, Novi Sad, Stazione, Porta Nord. Circa 400 posti totali, 20 euro di cauzione. Li usano 1.200 modenesi, ma quanti ne servirebbero davvero? Il triplo? Il quadruplo? La domanda c’è, l’offerta è ancora poco diffusa sul territorio.

I furti di biciclette sono una questione di salute pubblica, di vivibilità urbana ed infine di contrasto alla criminalità organizzata. Serve investire in protezione seria da parte del cittadino: marcatura (7 euro), una catena antifurto valida (50 euro circa), magari uno smart tag. Serve che il Comune crei più depositi protetti. Serve che le forze dell’ordine colpiscano ricettatori locali e reti organizzate.
Modena nel 2014 contava 200.000 biciclette, è un peccato che restino in cantina per paura.

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