Le biciclette nei sensi unici: perché no?

Eccetto bici

Eccetto bici

La battaglia nazionale per la circolazione delle biciclette in entrambi i sensi di marcia nelle strade a senso unico, fatta propria anche dalla Fiab di Modena (a partire dalla manifestazione in centro del 19 marzo 2011), sembra aver prodotto un effetto positivo. Il sottosegretario ai Trasporti, Erasmo D’Angelis, ha dichiarato che entro l’estate verrà introdotta nel Codice della Strada una norma che consente tale facoltà ai sindaci, sia pure con alcuni limiti. Sulla scorta di numerose esperienze italiane ed europee, D’Angelis attesta che il provvedimento non è destinato ad aumentare gli incidenti. Ha anche rivelato che sono in corso contatti con le società assicuratrici per predisporre polizze a copertura degli infortuni (peraltro la Fiab dispone di una polizza convenzionata per meno di 100 euro l’anno).

Il Governo sembra aver invertito le priorità in tema di mobilità, proponendo una nuova scala di priorità: “In futuro vogliamo che si parta innanzitutto dai pedoni, poi ci si occupi di biciclette, e solo alla fine delle automobili”. E i sindaci? Gli amministratori locali possono modificare autonomamente la segnaletica prevedendo nei sensi unici l’eccezione per le biciclette.

L’ordinanza del Comune di Reggio Emilia in proposito risale al 2005, sostenuta dall’istituzione della zona a 30 km/h. Alessandro Meriggiato, dirigente al Settore Mobilità di Reggio Emilia, ha opportunamente precisato: “Quando ci sono le dovute motivazioni e si applicano le dovute cautele, si può farlo in ogni città, perché il responsabile della mobilità nelle amministrazioni comunali è il sindaco”.

Una bella differenza con Modena! La lettera con cui la Fiab nel 2012 chiedeva di sperimentare in poche strade del centro la deroga per le bici nei sensi unici non ha mai ricevuto risposta dal Sindaco.

Giuseppe Marano

Lo smog va a scuola: troppi studenti in auto

rossella-3-bimbe-scuolaUna delle principali fonti dell’inquinamento urbano è rappresentata dagli spostamenti casa-scuola effettuati con veicoli a motore. Una recente ricerca di Legambiente e Euromobility, attuata in 8 città italiane fra cui Bologna, rivela che gli studenti delle superiori impiegano mediamente 25 minuti per recarsi a scuola, percorrendo circa 8 km, perlopiù con motorino e auto (80% dei casi).

Questa diffusissima pratica genera un volume rilevante d’inquinanti gassosi, particolarmente di PM10 e anidride carbonica, direttamente proporzionale alla percentuale di utenti motorizzati: se a Torino producono 10 milligrammi/km di PM10, a Roma salgono a 29; per l’anidride carbonica, se a Torino risultano 50 g/km, a Roma salgono a 120.

Il generalizzato utilizzo dei veicoli inquinanti sui percorsi casa-scuola, che contribuisce all’ avvelenamento delle città e all’ incidentalità stradale, risulta tanto più paradossale se si considera che l’86% delle famiglie abita a meno di un quarto d’ora a piedi dai servizi scolastici.

A Modena la situazione rispecchia i dati nazionali e gli sforzi generosi fatti da genitori e insegnanti in alcuni poli scolastici per promuovere l’autonomia degli studenti non ha modificato sostanzialmente la realtà: Anche perché l’Amministrazione comunale non ha mostrato negli ultimi anni alcuna intenzione di intervenire sul problema, evitando accuratamente di investire per quelle soluzioni più volte indicate dalle associazioni ambientaliste e dai comitati locali in vari quartieri.

In uno dei punti (il settimo) del proprio Decalogo per la mobilità a scala cittadina, il Coordinamento della mobilità nuova delle associazioni modenesi chiede al Comune di ridurre l’uso dei veicoli motorizzati sui percorsi casa-scuola mettendoli in sicurezza, realizzando zone protette intorno alle scuole e attuando campagne di comunicazione per l’autonomia degli studenti. Cambiare si può, se si vuole…

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Comunicare, esistere, partecipare: come parla la Fiab

FIAB e Modena

FIAB e Modena

Dal 2004, anno di nascita della Fiab, molto è cambiato (attività, interessi, modalità organizzative, dirigenti…), ma uno degli aspetti che l’organizzazione ha sempre curato con determinazione è la comunicazione, sia interna che esterna. Essa ha contribuito a definire il carattere democratico dell’associazione e il suo profilo esterno. Gettiamo un’occhiata su questo importante versante di attività per conoscere meglio le modalità con cui manifestiamo le nostre idee e posizioni in città.

Il primo strumento di comunicazione attivato è il trimestrale “InfoBici”, l’organo d’informazione della Fiab. Destinato a soci, amici e persone impegnate a vario titolo sui temi della mobilità, è redatto da un gruppo di soci ed è stampato e spedito in circa 500 copie. In esso sono affrontati i temi del giorno e riportate le impressioni dei partecipanti alle ciclo escursioni. Non mancano le segnalazioni degli appuntamenti futuri, di letture selezionate, le curiosità e i consigli tecnici.

Il secondo mezzo di comunicazione è stato modenainbici, il sito web pubblicato nel 2006. Per anni ha presentato le informazioni sulla Fiab e le news sulle iniziative pubbliche, raggiungendo un pubblico certamente non limitato ai soli soci (annualmente sono state documentate circa 20.000 visite del sito, originate in tutta Italia e in alcune regioni europee. Il sito è stato recentemente aggiornato nella grafica e nel linguaggio.

In concomitanza con l’attivazione del sito web, abbiamo attivato la newsletter, a cui ci si poteva iscrivere direttamente attraverso modenainbici. Questo strumento garantisce un contatto diretto con gli interessati, consentendo di informarli tempestivamente sugli eventi organizzati. Anche in questo caso, si contano alcune centinaia di iscritti.

Il primo passo verso il mondo delle televisioni locali è stato effettuato nel 2010: programmati a supporto della campagna “Vèlo Volèe” contro i furti di biciclette, furono prodotti 10 video di tre minuti che – grazie ad una partnership con TRC – furono trasmessi in coda al telegiornale del network più diffuso in provincia nei due mesi dell’iniziativa.

La collaborazione con questa emittente è continuata positivamente: oltre a una trasmissione dedicata al contrasto dei furti nel 2011, nel 2013 abbiamo iniziato a partecipare alla trasmissione mattutina Detto fra noi, condotta da Miriam Accardo. Si tratta di appuntamenti monotematici a cadenza mensile che, iniziati a ottobre 2013, si concluderanno nel giugno 2014. Fra i temi affrontati i furti, la sicurezza stradale, Biciclette a Fiumi (24 gennaio).

Nel frattempo, la Fiab approdava sui social network. Nel 2013 abbiamo aperto la pagina facebook modenainbici, che vanta circa 300 fedeli seguaci. E già s’inizia a parlare di un profilo twitterIniziative, manco a dirlo, condotte da soci e amici a titolo di volontariato.

Infine, Due ruote a cura di Fiab, la rubrica domenicale ospitata dalla Gazzetta di Modena a partire dal 2012, che conta poco meno di un centinaio di articoli già apparsi, sui vari aspetti della mobilità ciclistica. Da circa un anno è attivo anche Modenainbici, un blog gestito direttamente dalla Fiab, collegato alla rete del gruppo Repubblica-L’Espresso.

Nel mondo odierno, comunicare è esistere. Ma è anche promuovere la partecipazione dei soci e degli amici alle attività interne ed esterne. Per questo rinnoviamo l’invito a segnalarci proposte di miglioramento, nuove opportunità di diffusione e la disponibilità a farsi coinvolgere in prima persona nelle iniziative. Insieme agli altri, in un’avventura entusiasmante che arricchisce tutti noi e ci riconcilia con una realtà sociale e politica non sempre esaltante.

10 punti per una Mobilità Nuova a Modena

Logo del Coordinamento

Logo del Coordinamento

Presentazione del Decalogo del Coordinamento delle Associazioni per una Mobilità Nuova

A partire dal 2013 le Associazioni del territorio impegnate sulle tematiche ambientali e di sicurezza stradale, hanno iniziato un percorso di dialogo e organizzato insieme una serie di inziative riguardanti la Mobilità Nuova.

Contestualmente agli incontri organizzati dall’amministrazione comunale – Tavoli per la mobilità sostenibile – ACSI Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab, Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo hanno deciso di costituirsi nel “Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova – Modena” con l’obiettivo di realizzare un iter di confronto sulle scelte tecniche in merito ad una nuova concezione di spostamento urbano, ormai consolidato in molti paesi europei.

La Mobilità Nuova è un paradigma di organizzazione e gestione dei flussi di persone che impone il passaggio da un’ottica autocentrica ad una umanocentrica: ridefinisce infatti i criteri di efficienza e le priorità, assegnando un peso maggiore a indicatori fino a oggi svalutati o sottostimati come la sicurezza, la salute delle persone, la vivibilità delle strade, l’equità sociale, la salvaguardia del territorio, la “rapidità diffusa” determinata da un sistema di trasporti che funziona e non da una velocità eccessiva e fuori controllo.

Per ottenere questo, è fondamentale il coinvolgimento di tutti gli utenti della strada al fine di renderli protagonisti della fruizione degli spazi della città, una casa condivisa e più vivibile.

La piattaforma comune per il raggiungimento di obiettivi a lungo termine trova la sua declinazione in un Decalogo, costituito dai punti fondamentali per la realizzazione di interventi a favore di una Mobilità Nuova, e ispirati alle buone pratiche già realizzate in Italia e in altri Paesi europei.

Il decalogo sarà la base da cui nasceranno le azioni del Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova per il futuro prossimo, al fine di perseguire gli obiettivi preposti in maniera organica e complessiva. Questo documento è anche una proposta da sottoporre ai candidati Sindaco per le prossime elezioni amministrative.

Coordinamento delle Associazioni per la Mobilità Nuova di Modena (*)
(*) Il Coordinamento delle associazioni per la Mobilità Nuova di Modena aderisce alla ReteMobilità Nuova e raggruppa le associazioni: ACSI
Ciclismo, Ciclofficina Popolare “Rimessa in Movimento”, Ciclostile, Comitato Sacca, SalviamoGigetto utenti ferrovia Modena-Sassuolo, Fiab,
Ingegneria senza frontiere – Modena, Legambiente, Salvaiciclisti e Uisp Ciclismo.

Il Coordinamento si propone di promuovere un processo di consultazioni fra le associazioni aderenti finalizzato a promuovere soluzioni ecocompatibili ai principali problemi del traffico e dell’inquinamento, coinvolgendo i cittadini e dialogando con gli enti locali.

Scarica il Decalogo delle Associazioni per una Mobilità Nuova

“Biciclette a fiumi“, la solidarietà a due ruote

Il territorio di "Biciclette a Fiumi" è proprio all'intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Il territorio di “Biciclette a Fiumi” è proprio all’intersezione di Eurovelo 7 ed 8

Nei giorni seguenti il sisma del 2012, la Fiab modenese ha promosso un progetto finalizzato a dare un aiuto concreto alle vittime. Dopo un confronto con la Provincia di Modena e con i Sindaci delle zone terremotate, è nato “Biciclette a fiumi“.

Frutto della collaborazione fra la Fiab e il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana, il progetto intende realizzare un intervento concreto e visibile, immediatamente utile e funzionale, ma anche proiettato verso il futuro.

In concreto, prevede di realizzare un circuito ciclabile fortemente attrattivo e funzionale per gli abitanti dei territori interessati e per le zone e le città circostanti. Tale circuito, che si sviluppa tra Modena e la Bassa, ha come assi portanti  gli argini del Fiume Secchia e del Fiume Panaro e tratti della ex ferrovia Modena – Mirandola – Finale E.

Il Progetto individua anche i collegamenti ciclabili tra il modenese e gli altri territori attraverso percorsi tra i più belli e interessanti d’Italia (Ciclovia del Po, EuroVelo 7 dalle Alpi agli Appennini e la Toscana, Ciclovia Emilia). La rete sarà realizzata secondo standard europei (fondo, segnaletica, servizi) e renderà più ricca e più fruibile la rete ciclabile EuroVelo, l’asse destinato a collegare Capo Nord e Malta, passando per l’Italia.

Nel territorio interessato riceverà un impulso significativo la nascita di imprese e cooperative giovanili impegnate nei servizi per il cicloturismo (albergabici, accoglienza ed informazione, assistenza meccanica, noleggio di biciclette, guide), a dimostrazione che la mobilità sostenibile non solo tutela l’ambiente, ma produce anche ricchezza.

La Fiab e il Circuito Città d’Arte hanno lanciato una campagna per la raccolta di fondi necessari alla realizzazione dei quasi 5 km fra piste e percorsi ciclabili nella Bassa modenese attraverso numerose iniziative (www.bicicletteafiumi.it).

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Bikenomics: un altro sviluppo è possibile

rossella_donna_invernoGli accordi internazionali intervenuti dal 1992 hanno orientato lo sviluppo economico al rispetto dell’ambiente, inducendo i paesi più ricchi ad adottare processi produttivi e stili di vita compatibili con l’ecosistema.

Molte iniziative concrete hanno seguito questo indirizzo, anche nel settore della mobilità urbana. Complici la crisi economica e la diffusione della sensibilità ecologista, sono emerse alcune tendenze che annunciano tempi nuovi: la più eclatante riguarda la vendita delle biciclette che, nel 2011 e nel 2012, ha superato in Italia quella delle automobili.

Come si riflette la diffusione della bicicletta sulle dinamiche di sviluppo cittadino? Una città in cui ci si muove in bici è migliore di una città in cui ci si muove in automobile? La nuova disciplina della bikenomics, nata sulla scia di questo fenomeno, ha evidenziato dati convincenti a favore della mobilità ciclistica.

È ormai assodato che l’uso della bicicletta induce molti benefici: chi usa la bici dispone di risparmi per comprare beni e servizi o da spendere in bar e ristoranti, è più in salute e impatta di meno sul sistema sanitario, contribuisce a ridurre il traffico e l’inquinamento, aiuta lo sviluppo del commercio locale (i negozi situati in prossimità di reti ciclabili registrano aumenti nelle vendite pari al 49%),  favorisce la riduzione la manutenzione stradale e lavora meglio.

Mentre in Europa si diffondono gli interventi a favore della mobilità (e dell’economia) sostenibile, l’Amministrazione comunale di Modena si attesta malinconicamente sul paradigma auto-centrico: blocca le zone a 30 km/h, realizza un megaparcheggio in struttura, tentenna a pedonalizzare Piazza Roma, inventa una ciclabile spezzata in Via Giardini, dissemina di ostacoli le ciclabili esistenti, impone una segnaletica penalizzante sulle ciclabili e sostiene i mezzi su gomma al posto dei treni sulla Modena – Sassuolo. Risultato: quasi l’80% degli spostamenti urbani sono effettuati in automobile. C’è da sorprendersi?

Giuseppe Marano

Ciclabile Via Giardini: un’occasione d’oro per la zona del Gallo

i parcheggi attuali in via giardini - zona gallo

i parcheggi attuali in via giardini – zona gallo

Il dibattito sul progetto di ciclo pedonale di Via Giardini (nel tratto Corassori/Risorgimento) approvato dal Comune di Modena ha finora trascurato un aspetto che invece riveste notevole valore per il Coordinamento associazioni mobilità nuova, la sigla che riunisce 10 organizzazioni ambientaliste cittadine.

La finalità prioritaria della proposta di ciclabile sul lato est di Via Giardini avanzata dal Coordinamento (alternativa a quella sul alto ovest approvata dal Comune) è di attuare una riqualificazione significativa dell’area del Gallo, di cui beneficeranno tanto gli esercizi commerciali e i residenti che i ciclisti e i pedoni.

Punto di partenza della proposta del Coordinamento è il declassamento di Via Giardini attuato dal PSC e dal POC vigenti (gli strumenti del piano regolatore) a strada urbana di quartiere, che prevede la riduzione delle ampiezze dei sensi di marcia degli autoveicoli e percorsi ciclabili e pedonali indipendenti su entrambi i lati della strada.

L’utilità e l’urgenza di questo intervento migliorativo emerge dalla ricognizione puntuale del lato est di Via Giardini che oggi appare molto trascurato e disordinato, dov’è difficile e pericoloso non solo spostarsi a piedi e in bicicletta per frequentare gli esercizi commerciali, ma anche in auto, a causa di diffusi e frequenti comportamenti contrari al codice della strada.

Particolarmente nella zona del Gallo, il lato est offre l’immagine di un assedio massiccio di automobili fin sulla soglia dei negozi e degli ingressi dei condomini residenziali, costringendo a una difesa strenua degli spazi pedonali che, in alcuni casi (Bar del Gallo), è stata attuata col ricorso massiccio a paletti metallici dissuasori.

Il percorso fra Piazzale Risorgimento e Via Pace è costellato di contenitori per i rifiuti raggruppati in modo disordinato e rastrelliere obsolete, mentre la sosta autoveicolare in doppia fila è la norma. Tra Via Lana a Via Vaccari circa 25 automobili parcheggiano abitualmente in area con divieto di fermata e sosta nella sottostrada che affianca Via Giardini. Lo stesso accade tra Via Vaccari e Via Pace, dove numerosi autoveicoli sostano direttamente sul marciapiede pubblico.

Proponendo al Comune di ricavare la ciclabile sul lato est nel tratto Pace / Risorgimento, il Coordinamento ha fatto dunque emergere l’esigenza impellente di risanare un ambiente urbano importante, alle porte del centro storico, dal carattere tipicamente residenziale e commerciale che oggi appare molto trascurato. L’intervento è realizzabile senza ridurre la sosta veicolare né spostare la linea elettrica dei filobus, ed è anche più economico perché utilizzerebbe la sottostrada esistente presso la sede della Polizia Stradale. Da questo punto di vista, sono apprezzabili le isole pedonali previste dal progetto comunale per l’attraversamento di Via Giardini finalizzate alla fruibilità e alla sicurezza dei cittadini e dei clienti.

Il risultato atteso sarebbe straordinario: a fronte di una spesa contenuta, affiancando la ciclabile al pedonale, si creerebbe un arioso e godibile corridoio, percorribile in sicurezza e piacere dai numerosi frequentatori della zona, generando così le condizioni ideali per lo shopping e l’incontro fra le persone, oltre che per la circolazione di bici e pedoni.

Per il Coordinamento associazioni mobilità nuova
Giorgio Castelli
(Fiab Modena)

Ciclisti a Modena: figli di un dio minore

il progetto di tangenziale delle biciclette di Bologna

il progetto di tangenziale delle biciclette di Bologna

La protesta dei ciclisti per il progetto della ciclabile di Via Giardini approvato dal Comune di Modena non accenna a placarsi. Due punti essenziali non convincono: la frammentazione dell’itinerario da Viale Corassori a Piazzale Risorgimento in due tratti, uno sul lato est e l’altro sul lato ovest dell’importante strada; la mancata riqualificazione del tratto ciclo pedonale fra Viale Corassori e Viale Amendola, ricavato su uno stretto marciapiede, pur in presenza di una carreggiata amplissima.

Gli amministratori non hanno precisato le ragioni delle scelte adottate né hanno finora accolto alcuna delle osservazioni formulate dal “Coordinamento associazioni mobilità nuova” (a cui aderiscono 11 organizzazioni) contenute in un documento dettagliato, inviato a dicembre al Comune e alla Regione (la Regione cofinanzia il 60% dell’opera).

Seppur non nuovo, questo atteggiamento ostile nei confronti delle istanze del territorio cozza contro il clima di collaborazione creato da altre amministrazioni comunali. L’esempio del progetto “Tangenziale delle biciclette” di Bologna evidenzia l’arretratezza metodologica degli amministratori modenesi.

Il progetto bolognese prevede la realizzazione di un anello ciclistico di circa 5 km intorno alla città, collegando al centro le piste esistenti. La novità dell’intervento è nel metodo: il progetto è frutto del lavoro congiunto dei tecnici del Comune, delle associazioni di ciclisti e dei cittadini che hanno partecipato al laboratorio di progettazione partecipata “In bici sui viali” (attivato nel 2011) da cui sono uscite le soluzioni più adeguate per il percorso, i materiali da utilizzare fino ai colori e agli arredi. Proprio com’è avvenuto a Modena per la ciclabile di Via Giardini.

Giuseppe Marano
Gazzetta di Modena – 5 gennaio 2014

Link al Laboratorio In bici sui Viali

 

Bad news e good news dal mondo per i ciclisti

Heathrow cycle hub

Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico ad alta quota (progetto Share) ha infranto un altro mito, secondo cui sul nostro pianeta esisterebbero aree incontaminate come le montagne. Grazie alle “Piramidi” (sistemi di rilevazione della composizione dell’aria) sparse su 28 alte vette in tutto il mondo, è emerso che -pur lontanissime dalle grandi città- queste località presentano livelli preoccupanti di black carbon (fuliggine) prodotti dal traffico e dalle lavorazioni industriali.

Rassegnarsi? No, grazie! Anche perché esistono concrete contromisure efficaci. Il punto di partenza è chiaro: il paradigma autocentrico (ci si sposta solo con gli autoveicoli) è superato dalla storia e va sostituito con un sistema di trasporti basato sui mezzi ecologici (bici, pedonalità, mezzi pubblici). Questo obiettivo è particolarmente importante per Modena, dove in un decennio gli spostamenti autoveicolari sono passati dal 76 al 79 per cento sul totale, peggiorando la situazione ambientale.

In Italia e nel mondo, molti enti pubblici e privati operano per il cambiamento. Due esempi daranno l’idea della rivoluzione in corso e costituiscono un esempio di buone pratiche anche per il Comune di Modena.

Il Comune di Lodi ha approvato il BiciPlan che definisce le linee di sviluppo della mobilità cittadina con le due ruote per i prossimi anni, prevedendo circa 80 interventi di promozione della ciclabilità, fra cui anche zone a 20 km/h.

L’aeroporto londinese di Heathrow ha attivato il Cycle hub per agevolare i ciclisti che si rechino in ufficio in bici. Grazie ad una tessera gratuita, i ciclo lavoratori possono godere di facilitazioni e sconti per l’acquisto di biciclette, abbigliamento e accessori, la custodia del mezzo, le riparazioni presso una ciclo officina. Piccoli incentivi che producono grandi risultati e mutamenti culturali.

Giuseppe Marano

Mobilità elettrica: UE corre, Modena ci ripensa

auto elettrica

Il rapporto “Ecosistema urbano 2012” di Legambiente collocava Modena al 19° posto nella graduatoria delle città capoluogo per gli interventi di tutela ambientale e risparmio energetico. In quello sulla “Mobilità sostenibile”, presentato da Euromobility nel 2013, la ritroviamo al 23° posto (su 50 centri monitorati). Non c’è da stare allegri: sprechiamo troppa energia e ci muoviamo troppo in automobile.

Nell’ inerzia letargica dell’Amministrazione comunale sulla mobilità sostenibile, che dura da almeno un quinquennio, i cittadini possono comunque adottare misure più amiche dell’ambiente e di se stessi. L’opzione dei mezzi elettrici (bici e auto), ad esempio, è ormai alla portata di tutti, grazie alla maggiore efficienza degli accumulatori e al contenimento dei prezzi. Peraltro, fin da 2001 il Comune meritoriamente eroga contributi per l’acquisto dei veicoli elettrici.

L’orientamento a favore della mobilità elettrica trova ora anche l’alleanza dell’Europa, ben più lungimirante dell’Italia: sarà approvato nel 2014 un ambizioso piano per realizzare entro il 2020 una rete di colonnine di ricarica dei mezzi elettrici (72.000 punti solo nel Bel Paese). L’obiettivo è di sostituire nel tempo i veicoli funzionanti a idrocarburi. Sulla carta è un ottimo progetto, ma richiederà un forte impegno promozionale per favorirne la fruizione, se non si vuole assistere allo stesso fallimento cui è andato incontro il progetto di Hera (che ha dislocato in città 10 colonnine, abbandonate a se stesse, pressoché sconosciute e inutilizzate!).

Nel campo delle politiche a sostegno della mobilità elettrica, dobbiamo infine riportare la notizia che il Comune di Modena -sorprendendoci una volta tanto per la sua prontezza decisionale- ha riscoperto … l’acqua calda. Con una specifica ordinanza nel 2013, infatti, ha aperto la ZTL ai veicoli elettrici e ha concesso loro la sosta gratuita nelle aree tariffate. Peccato che queste stesse decisioni fossero state assunte già nel 2001, per poi essere fatte colpevolmente decadere negli ultimi anni. Ma va bene così: meglio ri-tardi che mai!

Giuseppe Marano
Gazzetta di Modena, 22-12-2013