Una ricerca pubblicata nell’agosto 2025 sulla rivista Nature ha analizzato milioni di persone in migliaia di città, dimostrando che la “camminabilità” di un quartiere funziona di fatto come una medicina preventiva. Le persone che vivono in zone con marciapiedi sicuri, servizi raggiungibili a piedi e strade ben connesse si muovono di più e risultano più sane. Non solo la salute, anche le relazioni migliorano. A Cambridge, qualche anno fa, un quartiere è stato costruito appositamente attorno a una strada senza auto: in questo spazio sicuro i bambini hanno incominciato a giocare e i vicini a incontrarsi e conoscersi naturalmente. Ma l’esperimento ha avuto anche una controparte amara: non basta creare “oasi felici” se queste rimangono accerchiate dal traffico veloce che gli scorre intorno.
Queste circostanze confermano intuizioni di cinquant’anni fa. Nel 1969 l’urbanista Donald Appleyard studiò tre strade di San Francisco con diversi livelli di traffico. In quella più trafficata trovò case con tende chiuse, marciapiedi deserti, vicini sconosciuti. In quella più tranquilla i bambini giocavano per strada, gli anziani sedevano sulle verande, le persone dichiaravano di avere degli amici, in sostanza vi risiedeva una comunità. Il traffico, quindi, non divide solo fisicamente: lacera il tessuto sociale e genera stress cronico.
Questo può spiegare quello che succede anche a Modena. L’alto tasso di motorizzazione e arterie concepite per velocizzare il traffico, portano a comportamenti aggressivi come accelerate brusche, sorpassi rischiosi, clacson per futilità che generano un alto numero di scontri stradali anche con esito fatale. L’esito è quello di una conflittualità spinta, che tra l’altro autoalimenta il malessere generale, facendo perdere a chi guida il senso di attraversare una comunità e vedere solo ostacoli alla propria velocità.
Il problema è che questo comportamento, anche nella piccola strada di quartiere, rende nei fatti la città sempre meno vivibile. La “guida isterica” in una piccola città pianeggiante rivela quindi un paradosso: l’auto è diventata una corazza per proteggersi da quell’ostilità e scaricare quello stress che essa stessa contribuisce a creare.
Il modo in cui progettiamo le città plasma salute e relazioni sociali. Rendere Modena più camminabile e calma significa investire nella sanità pubblica, ricostruire legami sociali e creare un ambiente meno stressante per tutti. La battaglia per strade più umane è la battaglia per una città che cura invece di ferire.

