-20%: la dieta del traffico, per città più a misura di persona

CAMPAGNA ELETTORALE IN (PER LA) BICICLETTA
-20%: la dieta del traffico, per città più a misura di persona

Il 2018 inizierà all’insegna della campagna elettorale per le Elezioni Politiche e, in alcuni casi, anche Regionali. Sono accadute molte cose sul tema della ciclabilità in questi 5 anni ed è bene ricordare a noi stessi che lo sviluppo della mobilità ciclistica è finalmente entrata nelle agende politiche di molti.

PREMESSA

Nel 2013 contattammo numerosi candidati cui chiedemmo un impegno su alcuni temi emersi dagli Stati Generali della Bicicletta del 2012 a Reggio Emilia (vedi documento allegato).

In particolare chiedemmo un impegno su 6 dei 10 punti citati:
1. Istituzione del Servizio Nazionale per la Mobilità Ciclistica;
2. Revisione organica del Codice della Strada e delle norme tecniche;
3. Aggiornamento della legge di finanziamento sulla mobilità ciclistica;
4. Equiparazione della bicicletta al trasporto pubblico nell’infortunio in itinere;
5. Monitoraggio e sicurezza stradale;
9. Promozione e valorizzazione del turismo sostenibile attraverso la realizzazione della rete ciclabile nazionale “BICITALIA”.

Su questi punti riteniamo che gli impegni presi allora da molti hanno portato dei frutti:
PUNTO 3: l’approvazione (alla Camera) della Legge Quadro sulla mobilità ciclistica ci sembra un passaggio innovativo, di esempio anche per altre realtà europee;
PUNTO 4: l’infortunio in itinere, dà più serenità ai cittadini e cittadine che scelgono la bicicletta per i loro spostamenti quotidiani di lavoro;
PUNTO 9: l’identificazione di una rete nazionale, denominata Bicitalia, che include la rete europea Eurovelo, e le risorse per la realizzazione di alcuni tracciati sono elementi che hanno dato l’avvio a molti altri progetti sui territori in una sorta di gara a fare di più tra Enti Pubblici.

A questi punti aggiungiamo il riconoscimento della bicicletta come mezzo di trasporto inserito nella Politica nazionale dei Trasporti (un altro dei punti del decalogo), il ruolo importante del segmento del cicloturismo all’interno delle politiche del Ministero del Turismo, il tema dell’intermodalità, con una nuova attenzione da parte di Trenitalia e RFI con cui FIAB ha attivato protocolli per un supporto anche di consulenza per le loro attività di  sviluppo dell’intermodalità treno+bici.

Pensiamo quindi che ci siano le condizioni oggi, più di ieri, per fare un salto di qualità soprattutto rispetto ai tempi necessari per un concreto sviluppo della mobilità ciclistica: le nostre città hanno bisogno di soluzioni concrete OGGI (e non fra qualche decennio) per i problemi legati all’inquinamento, al consumo dello spazio pubblico, alla salute e benessere dei cittadini, alla sicurezza sulle nostre strade. La bicicletta ha ampiamente dimostrato di essere una soluzione efficace che richiede investimenti contenuti con risultati in tempi brevi.

RICHIESTE

Obbiettivo per la prossima legislatura:

-20%: LA DIETA DEL TRAFFICO, 
per rispettare l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici

Il tema dei cambiamenti climatici e tutto ciò che questo significa è il nostro punto di riferimento: a quei temi occorre dare risposte in tempi brevissimi e la questione della mobilità va affrontata con un cambio radicale dei nostri stili di vita, che sono alla base di questa evoluzione negativa dei clima.
L’abuso dell’auto privata e dei trasporti su gomma ci hanno portato in questi decenni:
– ad un consumo ed impermeabilizzazione del suolo con le conseguenze di disastri ambientali che si ripropongo stagionalmente con una regolarità inquietante e costi enormi per la collettività
– ad un crescente tasso di inquinamento atmosferico con le conseguenze sanitarie conosciute
– ad un abbassamento della qualità di vita nelle nostre città che hanno perso il loro scopo primario di luoghi di aggregazione e convivenza
– ad una crescente sedentarietà, cui sono legate tante patologie
– ad un’insicurezza delle nostre strade che impediscono ai soggetti più vulnerabili e non dotati di un’auto privata – bambini, anziani e persone con ridotta mobilità – di poter avere l’autonomia necessaria per vivere dignitosamente la loro quotidianità.

Per questi motivi occorre puntare ad abbassare mediamente la percentuale delle auto private in circolazione (il -20% è il dato indicato nella legge regionale dell’Emilia Romagna per le città con più di 30.000 abitanti), attraverso una serie di azioni che devono puntare a sviluppare
le modalità di MOBILITÀ ATTIVA, a piedi, in bici e con TPL.

Per raggiungere questo obbiettivo chiediamo un impegno su alcune iniziative entro i primi 2 anni del nuovo Governo

  • ISTITUZIONE DEL SERVIZIO NAZIONALE PER LA MOBILITÀ CICLISTICA
    Le politiche per la ciclabilità interessano settori diversi e c’è necessità di avere una struttura di Governance chiaramente identificata all’interno della struttura burocratica.
  • RIFORMA DEL CODICE DELLA STRADA:
    30 km/h come standard di velocità nelle città, Contro senso ciclabile (doppio senso ciclabile nelle strade a senso unico delle città), casa avanzata ai semafori. La Riforma del Codice della Strada è indispensabile per cambiarne la visione e mettere al centro dell’azione normativa la persona e non l’automobile: la riforma organica è ciò che auspichiamo ma i punti indicati sono quelli che avrebbero subito un impatto positivo sulla sicurezza nelle nostre città e faciliterebbero la vita di chi sceglie di muoversi in modo sostenibile, a piedi o in bicicletta.
  • SOSTEGNO ECONOMICO ALL’ACQUISTO DEL MEZZO BICICLETTA (muscolare o a pedalata assistita)
    L’incentivo dovrebbe essere maggiore a fronte di una scelta di dismettere la propria auto o a fronte di un impegno ad un utilizzo quotidiano casa-lavoro o casa-scuola.
  • INCENTIVI/SCONTI FISCALI PER I NEGOZI CHE ATTREZZANO SPAZI PUBBLICI PER BICICLETTE
    È un intervento che ha anche lo scopo di incentivare e rivitalizzare il commercio locale. Più spazio alle biciclette significa più spazio alle persone: 1 posto auto significa 1 potenziale cliente; in 1 posto auto parcheggiano 10 biciclette, 10 potenziali clienti.
  • COMUNI CICLABILI, COMUNI VIVIBILI:
    rivedere gli standard urbanistici della legge Tognoli, che obbliga a dedicare ampie superfici per posteggi auto privati e pubblici, per permettere ai comuni di realizzare trasformazioni urbanistiche sostenibili che privilegino i collegamenti e servizi per biciclette e pedoni, il trasporto pubblico e collettivo e realizzazioni di spazi pubblici di incontro per i cittadini. In attesa di queste modifiche prevedere incentivi (facilitazioni sulla gestione delle spese dei bilanci comunali) per i comuni che realizzano interventi per la ciclabilità e l’accessibilità della città a persone con ridotta mobilità.
  • CITTA’ ATTIVE, CITTA’ SANE:
    prevedere incentivi fiscali per le aziende che facilitano l’utilizzo della bicicletta negli spostamenti casa-lavoro. La promozione della mobilità attiva a partire dagli spostamenti quotidiani ha numerosi riscontri positivi sul benessere psicofisico delle persone e il movimento quotidiano è uno degli elementi di prevenzione di molte delle malattie dell’era moderna, dall’obesità al diabete alle malattie cardiovascolari.

Molte altre sono le attività da mettere in campo per affrontare il vasto tema dei cambiamenti climatici, tuttavia riteniamo che questi siano passaggi che possono dare un aiuto significativo ai cittadini e cittadine che sempre più numerosi stanno cambiando stile di vita: rendere semplice e sicuro l’utilizzo della bicicletta in città è la chiave di volta per scendere dall’auto e muoversi in modo diverso. E i benefici sono per tutti, anche per quella fascia di persone che deve utilizzare necessariamente l’auto privata (indicativamente il 40% degli spostamenti modali).

Milano, 30 novembre 2017

Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Modena

Favorire l’uso dei modi di trasporto a minor impatto ambientale e sociale, riducendo la dipendenza dall’uso dell’auto, incentivare i comportamenti virtuosi dei cittadini, ottimizzare e integrare le infrastrutture e i servizi alla mobilità, promuovere l’impiego di tecnologie applicate ai sistemi della mobilità di persone e merci, e rendere la città accessibile a tutti portando a zero il rischio di incidentalità.

Sono questi i principali indirizzi del PUMS di Modena.

Gli obiettivi specifici e le azioni del PUMS di Modena, tuttavia,  verranno definiti insieme ai cittadini e portatori di interesse (stakeholder), partendo da alcuni obiettivi generali individuati a livello europeo, nazionale e regionale, come ad esempio l’Accordo di Parigi 2015 – COP 21 ed il Piano Aria-PAIR2020 (riduzione del 20%  dei flussi di traffico entro il 2020; riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030 e raggiungimento dei livelli minimi entro il 2050).

Per questo motivo è stata predisposta una indagine on-line in cui i cittadini sono invitati ad esprimersi rispetto agli obiettivi strategici proposti, attraverso un semplice questionario anonimo. Le priorità che emergeranno dall’indagine potranno così contribuire ad evidenziare le necessità percepite sul territorio e ad orientare le successive fasi di discussione del PUMS.

LA TUA OPINIONE È IMPORTANTE: PARTECIPA ALL’INDAGINE

Per partecipare a questo sondaggio è necessario inviare una e-mail, entro il 5 febbraio, all’Ufficio Organizzazione, formazione, programmazione e ricerche della Direzione generale del Comune di Modena all’indirizzo ufficioricerche@comune.modena.it, mettendo come oggetto “questionario PUMS”.

In risposta, all’indirizzo scrivente verrà inviata dall’Ufficio suddetto una email contenente la richiesta di disponibilità a partecipare alle ricerche svolte del Comune di Modena. In seguito, coloro che avranno dato disponibilità, saranno contattati per compilare il questionario online relativo al progetto PUMS.

Le priorità del PUMS a Modena

In questi giorni Fiab Modena partecipa alla consultazione pubblica che il Comune di Modena organizza per la stesura del PUMS, il Piano per la Mobilità Sostenibile, cioè le politiche per la mobilità che la città adotterà nei prossimi 10 anni. Pur salvaguardando la necessità individuale di spostamento, è condiviso da tutti l’obiettivo di avere una città meno stremata dal traffico, più vivibile, silenziosa e sicura, (ve la ricordate nei giorni del concerto di Vasco?) privilegiando l’autobus, la biciletta o andando a piedi invece che in auto.

Un appuntamento importantissimo per i modenesi di oggi e di domani, che verranno invitati a dare il loro parere sulle priorità del Piano stesso con un questionario, in una città dove gli spostamenti in auto con singolo conducente raggiungono quasi il 70% del totale e dei quali solo la metà supera distanze superiori ai 2,5 km.

Per decidere di lasciare l’auto a casa pensiamo sia fondamentale la concorrenzialità dei mezzi pubblici, a parità di tempo devono almeno essere più comodi: sapere se e quando passa l’autobus grazie ad applicativi ITC, le corsie preferenziali che ne garantiscono il transito dovrebbero essere priorità del PUMS.

Marciapiedi più larghi, ben pavimentati e illuminati, percorsi ciclabili adeguatamente collegati, attraversamenti pedonali più sicuri sarebbero garanzia non solo per gli utenti deboli, i ragazzi e gli anziani, ma per ognuno di noi, che diventa pedone o ciclista nel momento in cui scende dall’auto. Anche queste le possiamo considerare priorità del PUMS?

Tra 10 anni possiamo immaginare una maggiore diffusione della bicicletta elettrica che può diventare una vera alternativa all’auto anche su lunghe distanze. Già da ora dobbiamo porci la necessità di adeguare la nostra rete ciclabile a questo cambiamento, con ciclabili funzionali e parcheggi bici protetti in tutti gli edifici pubblici e privati, assicurazione contro i furti.

Anche la logistica delle merci dovrà cambiare: meno furgoni e camion e più cargo-bike (le simpatiche bici con cestone per il trasporto di grossi oggetti) per consegnare gli acquisti on-line e le merci nei negozi. Quindi strade più libere dalle auto parcheggiate a bordo strada, dal pericoloso traffico a velocità eccessiva per tutelare e favorire chi sceglierà di muoversi in bici, a piedi in autobus, perché questo dovrebbe essere il vero obiettivo di un Piano della Mobilità Sostenibile.

Paola Busani
www.modenainbici.it

Campionatore passivo, cittadino attivo.

È di pochi giorni la notizia che l’Italia è a rischio di procedura di infrazione in materia di qualità dell’aria; sarebbe “colpevole”, insieme ad altri paesi europei, di mantenere troppo alti i livelli di concentrazione di due inquinanti atmosferici: il biossido di azoto (NO2) e il particolato atmosferico. Il Ministro dell’Ambiente sarà convocato, entro fine mese, dal Commissario dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, il quale si attende di conoscere “come e in che tempi si vuole raggiungere il rispetto” delle principali direttive europee in materia di qualità dell’aria.

Sono già pronti a rispondere all’Europa, sopperendo all’inoperatività del governo italiano, i “cittadini sentinella” di Bologna, protagonisti e finanziatori di “Aria Pesa”, un’iniziativa di monitoraggio che definirà una mappatura puntuale della qualità dell’aria in città.

Saranno più di 200 i cittadini attivi nella rilevazione, verranno forniti di un “kit misuratore” di NO2 con relative istruzioni per l’uso. Il kit consta di una staffa, di tre fascette per il fissaggio e del campionatore, quest’ultimo è un tubetto di pochi centimetri che va installato nel luogo più aperto possibile a una distanza dal suolo non inferiore ai tre metri. Si può mettere su un balcone, accanto a un palo o fuori dalla finestra, in questo modo verrà misurata la qualità dell’aria nelle strade più frequentate, come quelle casa-lavoro, casa-scuola. Il monitoraggio avrà la durata di un mese, dal 25 gennaio al 25 febbraio, i dati raccolti saranno sottoposti ad uno studio scientifico, supportato dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna e confrontato con i dati regionali dell’Arpa, ad oggi presente in città di Bologna, con 3 centraline.

Aria Pesa” non è solo un esperimento civico su basi scientifiche, è una presa di coscienza collettiva, che va a contrastare le scelte dell’amministrazione pubblica che determinano gravi conseguenze sulla salute e la qualità di vita in città. Se da una parte la politica si affievolisce, dall’altra il risveglio dei cittadini può essere lo stimolo per motivare politiche più coraggiose di limitazione di veicoli inquinanti e promozione della mobilità sostenibile, portando un cambiamento profondo dei nostri stili di vita.

I cittadini si stanno attivando … e la politica?

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

Il destino del Ciclista Felice di Morane-Vaciglio

Come va di moda nelle moderne pubblicità, per indorare la pillola del discusso progetto Morane-Vaciglio, la nostra amministrazione ci ha propinato un rassicurante rendering del nuovo comparto, al centro del quale capeggia il classico Ciclista Felice. Tralascio la valutazione urbanistica del nuovo comparto (sulla quale vi consiglio il blog RiconnettereModena), ma sappiamo tutti benissimo quale è il triste destino del Ciclista Felice una volta fuori dall’accogliente parchetto del quartiere: ciclabili sconnesse, spezzate, scarsamente illuminate, non segnalate, strade di città larghe e pericolose come autostrade, parcheggi selvaggi fin sui marciapiedi e portabici mancanti.

Il vero deficit culturale delle amministrazioni locali in tema di ciclabilità si rivela proprio nella destinazione d’uso a cui viene relegata la bici: sgambate nei parchetti di quartiere con i bimbi, e scampagnate domenicali appena fuori città. Scopi per i quali in effetti Modena si distingue, ma senza mai affrontare un progetto organico (perché non imitare la Bicipolitana di Pesaro ad esempio?) per l’uso quotidiano scuola e lavoro.

Gli ultimi decenni hanno visto nascere a Modena diversi quartieri periferici come il Morane Vaciglio, dai quali per qualsiasi necessità (spesa, cure, svago, lavoro) ci si deve affidare a spostamenti rilevanti. Una situazione aggravata da altrettante scelte di decentramento di importanti poli aggregatori (si pensi solo al polo scolastico Leonardo, all’ Ospedale Baggiovara, ai vari Centri Commerciali) la cui dislocazione è stata fatta solo in funzione della comoda accessibilità automobilistica. Pensate solo all’area del Cinema Victoria, da quasi 10 anni principale centro di ritrovo per giovani e famiglie, con migliaia di presenze tutti i giorni, a 900 metri in linea d’aria dalla Ghirlandina, ancora senza una reale accessibilità pedonale e ciclabile dal centro, a meno di non volersi addentrare nel ripido sottopasso bunker del Cialdini.

Ed allora tutti in auto, anche chi potrebbe farne a meno, a discapito di chi l’auto la deve usare davvero per lavoro o necessità, e si ritrova inevitabilmente la città bloccata da un semplice cantiere in tangenziale, o per l’inaugurazione dell’ennesimo centro commerciale.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it