Via Panni in panne

Nei giorni scorsi Claudio Borsari, Andrea Cavani, Giulio Orsini, Silvia Sitton, Federico Zanfi, in qualità di professionisti e studiosi impegnati a vario titolo in progetti che riguardano la città, si sono interrogati sulla complicata questione della intersezione tra la linea ferroviaria Modena-Sassuolo e via Panni.

Abbiamo letto con interesse la loro lettera indirizzata al Sindaco ed all’Assessore competente: certamente l’introduzione di una variante tecnologica ai sistemi di segnalamento con un ripensamento del tracciato e delle funzioni della attuale ferrovia Modena-Sassuolo fa risaltare quanto siano perlomeno ridondanti le soluzioni proposte dall’Amministrazione. Da questo punto di vista aderiamo e sottoscriviamo l’appello, al quale ci permettiamo di aggiungere il tema di un trasporto pubblico a salvaguardia e sviluppo dell’intermodalità treno+bici, ad oggi garantita quasi solo sul trasporto ferroviario.

Pensiamo che nella discussione con l’Amministrazione, AMO e FER sia necessario partire da quanto sia totalmente non più sostenibile la quantità di veicoli privati che quotidianamente sia la città che il territorio della provincia debbano sopportare.

Come ben sappiamo, abbiamo un rapporto di 640 auto per 1000 abitanti ma se si escludono i cittadini sotto i 18 anni e quelli sopra gli 80 probabilmente siamo bel al di sopra di ogni media nazionale o europea senza contare che nel biennio 2016-2018 il tasso di motorizzazione è aumentato dell’1,6%. Gli effetti negativi di tale abnorme motorizzazione (addirittura in aumento) sono a tutti noti, ma nella pianificazione del trasporto pubblico, sia esso su gomma o su ferro non entrano mai, come nel caso sovrappasso/sottopasso, minimamente in considerazione. E ci meraviglia che tali opere siano considerate prioritarie se non cantierabili già entro la fine dell’anno come asserito recentemente dal Sindaco. Che dimostra che, come abbiamo sempre sostenuto, nel PUMS l’unica cosa certa sono tempi e denari per le infrastrutture automobilistiche. Ad esempio, la soluzione di un passaggio sicuro per i ciclisti sul cavalcavia Mazzoni, che aspetta una risposta da oltre 30 anni, può attendere tranquillamente un altro decennio.

Invece di pensare sempre a come fluidificare il traffico con sovra e sottopassi, rotonde, svincoli, complanari e tangenziali che semplicemente spostano il problema all’incrocio ed al lustro successivo, sarebbe ora di iniziare a scoraggiasse l’uso dell’auto privata in favore del trasporto pubblico e del trasporto non motorizzato: forse non ci sarebbe bisogno di questa ulteriore cesura del territorio, viste le attuale frequenze del Gigetto, con molte meno auto in attesa ai passaggi a livello su Via Panni e Via Morane.

Sorprende che tali opere siano talmente urgenti da non aspettare nemmeno le conclusioni dello studio di fattibilità commissionato di recente da AMO che dovrebbe essere pronto entro il prossimo Novembre. Quindi o il progetto commissionato è già stato consegnato, è noto ai committenti e quindi anche al Sindaco, oppure si è deciso che si debbano fare a prescindere senza un progetto sul futuro di questa iconica ferrovia che potrebbe avere un ruolo ben più incisivo nella mobilità complessiva della Provincia di Modena. In quest’ultimo caso ci si chiede allora perché spendere soldi su uno studio di fattibilità quando tutto è deciso in altra sede.

Mobilità sostenibile: qualcosa si muove?

La seduta del consiglio comunale del 13 febbraio è stata riservata alla discussione di diversi OdG sulla mobilità sostenibile; si tratta di un fatto a cui FIAB Modena attribuisce particolare importanza.

Gli OdG sono stati presentati, cosa abbastanza inusuale, quasi tutti da esponenti della maggioranza, con Diego Lenzini e Lucia Connola in prima fila, e le votazioni finali si sono tenute il 27 febbraio con un risultato sorprendente: il voto favorevole della maggioranza e dei 5stelle e l’astensione del centro destra; insomma, il tema della mobilità sostenibile non è più di parte, ma seppur con sfaccettature diverse, sembra diventare un comune sentire.

Ma di cosa si è parlato nelle due sedute? Quattro i temi: uno su Gigetto, il secondo sulla mobilità ciclabile, il terzo sui furti di biciclette, il quarto (presentato dalla Lega) sulla valorizzazione della “Strada del sole” (Eurovelo7). Sono argomenti che Fiab Modena, spesso inascoltata, sta tenacemente portando avanti da anni. Ci sentiamo quindi pienamente coinvolti a darne una valutazione.

1) Linea Modena Sassuolo: “ … condividere con tutte le amministrazioni interessate per sostenere davanti alla Regione e a TPER la necessità di un’analisi approfondita su come rendere la linea davvero funzionale; a inserire nel Pums soluzioni coerenti con questo obiettivo; a valutare l’avvio di uno studio di fattibilità per il prolungamento della linea; a prevedere un incremento della frequenza e delle fermate…

FIAB Modena: l’obiettivo di costruire una infrastruttura che serva ai pendolari di mezza provincia è un obiettivo strategico. Certo che da un PUMS dove il TPL è trattato in poche pagine senza dire nulla sulle risorse che intende allocare, siamo arrivati ad un piano di fattibilità del valore di 80.000 euro (pochino) senza nessuna indicazione precisa circa a che fattibilità si intenda verificare e senza un ventaglio di proposte anche alternative o integrative fra loro. Non sappiamo quante risorse nei prossimi 5 -10 anni si vogliono dedicare sia al trasporto urbano che a quello interurbano, e non c’è nessun indicatore di prospettiva e vincolante su quanto fra 5 o 10 anni debba essere il trasporto privato e quello pubblico. Crediamo necessario ridiscutere da capo il PUMS anche con le sue relazioni con il trasporto provinciale. Perché ad oggi le uniche risorse certe nel PUMS sono quelle dedicate al trasporto privato.
Piccola chiosa: se non avessimo sprecato 20 anni ed una montagna di soldi per fare una Modena Sassuolo autostradale, oggi potevamo aprire i cantieri del nuovo Gigetto, invece di una inutile e dannosa seconda camionabile verso il comprensorio ceramico. Avremmo ottenuto l’effetto tra l’altro di ridurre i transiti auto nelle ore di punta sull’attuale Modena Sassuolo, unici momenti in cui questa è davvero sovraccarica.

2) Mobilità ciclabile:… prevedere piste ciclabili a elevato scorrimento sulle direttrici strategiche del Pums. Sistemi alternativi per garantire la sicurezza dei ciclisti anche penalizzando, se necessario, la mobilità veicolare e prevedendo eventualmente il doppio rosso ai semafori. Prevedere piste ciclabili sulla sede stradale ogni volta che la larghezza della carreggiata lo consente, stabilendo nel Pums un crono programma per la loro realizzazione prioritaria; di proseguire l’opera di ricucitura dei vari tratti di ciclabili impegnando immediatamente adeguate risorse per la manutenzione dei punti più dissestati; di scorporare i percorsi pedonali da quelli ciclabili e di realizzare nuovi depositi protetti.

FIAB Modena: le ciclabili sulle direttrici strategiche servono per le strade principali, mancano completamente i riferimenti a Modena città a 30 km/h strumento “economico” ed efficace non solo per la viabilità di tutti, ma anche per la qualità della vita nei nostri quartieri residenziali. I singoli proponimenti sono encomiabili, ma la mobilità ciclistica si svilupperà davvero solo quando la velocità dei mezzi privati sarà compatibile con gli altri mezzi di trasporto sostenibili. Così potremo passare da “piste ciclabili ogni volta che la larghezza della strada lo permetta” a “corsie ciclabili ogni qualvolta la velocità delle auto lo permetta”. La ricucitura delle attuali ciclabili non è più sufficiente, perché sono quasi tutte bidirezionali, promiscue ciclopedonali. In questa ottica, sarà fondamentale che gli uffici tecnici non cadano più negli errori progettuali del passato quando si è disegnato e costruito in barba a tutte le buone pressi della mobilità ciclistica.

3) Prevenzione dei furti in bici:… rafforzare le campagne di comunicazione per marchiare le bici, comprare solo mezzi di provenienza lecita e presentare sempre denuncia in caso di furto; ampliare l’iniziativa delle aste delle bici usate a basso costo; chiedere nuovi incentivi per sostenere l’acquisto di dispositivi GPS da installare sulle bici; aumentare i depositi protetti per bici negli spazi pubblici e le rastrelliere a partire dal centro storico

FIAB Modena: Esiste un registro privato legato alla targatura delle bici. Non esiste però alcun registro pubblico istituzionale. La maggior diffusione di depositi protetti, magari in centro storico, l’assoluta inadeguatezza delle classiche rastrelliere basse montate davanti ad uffici pubblici e supermercati, in realtà poco adatte a parcheggiare le biciclette ed a cui è impossibile legare le bici in maniera efficace. Sostituirli con porta bici adeguati e magari aumentarne il numero anche nei quartieri residenziali ove ci siano esercizi commerciali e servizi. L’importanza di denunciare i furti e l’adozione di autocertificazioni dell’usato come si fa da anni, per esempio, con le attrezzature fotografiche. L’importanza di dotarsi di antifurto di qualità ed imparare ad usarli.

4) Valorizzazione della “Strada del sole” (EuroVelo7): “… sollecita a realizzare una segnaletica coordinata che renda il percorso visibile e riconoscibile; di fare in modo che la pista sia il più possibile scorrevole e sicura, tenendo conto delle progettazioni europee più avanzate; di mettere a punto una comunicazione efficace sui servizi offerti dalla città di Modena ai cicloturisti.

FIAB Modena: Il cicloturismo è una risorsa importante ed in espansione per i prossimi anni. In passato la provincia ha mappato e tabellato tutta l’Eurovelo7 in provincia di Modena, da Concordia a Modena e Vignola, fino ad uscire in provincia di Bologna a Vergato (infatti trovate le indicazioni EV7 dappertutto in città). Peccato che, nonostante le nostre sollecitazioni, nessuno abbia pensato a sfruttare questo grande lavoro, e farne un pacchetto turistico, e che nel frattempo i cugini bolognesi siano riusciti a farsi finanziare la Verona – Bologna, che diventerà il corridoio principale di Eurovelo7 (nonostante sia ancora quasi tutto da fare – e comunque sono stati aperti i cantieri). Quindi la segnaletica va sicuramente potenziata, ma più di tutto bisogna che il sistema turistico modenese punti fortemente ad infrastrutturare di servizi il nostro tracciato e venderlo come pacchetto alternativo, e secondo noi (per luoghi ed esperienze) altrettanto appetibile rispetto a quello bolognese. Perché il turista sceglie in base ai servizi ed alle bellezze da vedere, ed in questo campo non siamo secondi a nessuno.

Quindi la Fiab di Modena plaude sicuramente all’approvazione degli OdG, che vanno tutti nella giusta direzione, ma nel contempo si impegna a mantenere un’ alta vigilanza sugli impegni presi; molte, troppe volte, già in passato, sono stati approvati orientamenti di questo genere senza che vi fosse poi fatto seguito.

Non condividiamo l’affermazione dell’assessore Filippi che gli OdG rappresentino una “sostanziale condivisione sulla direzione da intraprendere, che è la stessa che abbiamo tracciato nel Pums”. Riteniamo, al contrario, che essi rappresentino una sostanziale discontinuità col PUMS e siano maggiormente in linea con le osservazioni da noi presentate.

In un precedente comunicato avevamo sottolineato come non vedevamo nessuno che ci presentasse il PUMS come uno strumento per combattere una guerra all’abuso dell’auto in città. Alcune affermazioni ci fanno sperare. Per prima Paola Aime (Verdi), “abbiamo sempre pensiamo che tra i nostri bisogni ci sia usare l’auto e andare veloci. Oggi cominciamo a pensare ad una situazione in cui è l’auto l’intralcio”. Per il Pd, Diego Lenzini ha ribadito che oggi le esigenze sono cambiate “e le nostre ciclabili devono adeguarsi, diventando più veloci e competitive con l’auto privata”. Per Lucia Connola (Pd) gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento richiedono di “ragionare in modo completamente diverso sulla mobilità, puntando sulla multimodalità del trasporto pubblico per ottenere una mobilità più sostenibile e smart”. È un risultato che richiede anche un cambiamento nei comportamenti e per questo, secondo la consigliera, è fondamentale la sensibilizzazione dei cittadini.

Adesso aspettiamo a vedere se in giunta i segnali sono arrivati. La nostra disponibilità a sostenerli non mancherà.

Buoni propositi per la Ferrovia Modena-Sassuolo

Un segnale positivo da parte di alcuni consiglieri regionali, che sorprendentemente si sono incontrati proprio lì: tra i ritardi, il disservizio, la fatiscenza delle carrozze e il disagio dei pendolari; alla stazione ferroviaria di Carpi. Presente anche l’assessore alla mobilità Cesare Galantini per dibattere sullo stato in cui riversa la linea ferroviaria Modena-Carpi-Mantova.

Tra le richieste, che i consiglieri regionali hanno avanzato, che tradurranno ben presto in documento politico, c’è la proposta di estendere la linea Ferrovia Modena-Sassuolo fino a Carpi; su cui, tra l’altro, è già favorevole la nostra assessora all’ambiente, Alessandra Filippi. Sperando che la richiesta, insieme alle altre, venga sostenuta in Assemblea Legislativa con il megafono, sappiamo di certo che aumentare la capillarità del servizio, e quindi la sua estensione, non può prescindere dal potenziamento e da una revisione complessiva dell’intera linea ferroviaria. Inoltre investire nell’ ammodernamento dei mezzi non è sufficiente; occorre intervenire sul “paesaggio infrastrutturale”, che comprende un rinnovamento urbano di ampia visione. Si parte dalle stazioni implementandone il numero e l’accessibilità, trasformandole in luoghi pubblici di qualità e sicurezza, e con sistemi anti-evasione, ma soprattutto predisponendo un ordine di interscambio con altri mezzi di trasporto, per dare la possibilità di intraprendere percorsi casa-lavoro, casa-scuola e casa-ospedale attraverso una mobilità collettiva e alternativa; togliendo così dalla strada un numero elevato si autovetture.

Non dimentichiamoci che è di pochi giorni fa il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea per smog, perché come prevedibile i livelli di Pm10 restano ancora troppo elevati.

Un’occasione persa fino ad oggi per il nostro bistrattato “Gigetto”, che attraversando 6 comuni che rappresentano il 50% della popolazione e il 60% dei posti di lavoro della Provincia di Modena, genera quotidianamente 110,000 spostamenti, un grande potenziale per la vita urbana del nostro territorio.

Marina Beneventi
www.modenainbici.it

 

Gigetto: il tramonto di un’èra

gigetto a sassuolo

gigetto a sassuolo

Gigetto: il tramonto di un’èra

Il destino della ferrovia Modena-Sassuolo continua a suscitare proposte e commenti. I favorevoli e i contrari alla sua sopravvivenza hanno sfoderato i più vari argomenti, cimentandosi in un confronto talvolta interessante, più spesso originale, a volte decisamente irreale: i discorsi sono gli stessi da vent’anni, come i tristi vagoni che compongono i convogli della linea.

Ma la considerazione critica espressa da un lettore su un giornale cittadino è apparsa particolarmente disarmante: il treno va soppresso perché il suo passaggio nel cuore di Modena provoca lunghe file di auto. Tutto il resto non conta. Semplice, diretto, definitivo.

In realtà, dietro questo approccio schematico e individualista, si profila il tema vero, ossia la funzione del trasporto pubblico quale risorsa del sistema della mobilità (meno del 10% degli spostamenti).

Dal punto di vista di chi sostiene il modello autocentrico, condiviso da un ampio fronte delle forze politiche modenesi, la linea ferroviaria costituisce un’incongruità costosa in un mondo largamente segnato dall’(ab)uso degli autoveicoli. L’unica condizione affinché funzioni è che il treno somigli sempre più alle… auto. È la “cura della gomma”, sbandierata oggi senza infingimenti da quegli stessi presentatisi alle ultime elezioni con la promessa di una severa “cura del ferro” e dello “zero consumo di suolo”.

D’altronde, appare coerente con le scelte strategiche operate dal Comune: fra una stentata ciclabilina e l’altra, gli investimenti pesanti sono stati finalizzati alle nuove autostrade (2.9 miliardi di euro dello Stato) e agli utili di gestione del Novi Park (quasi 100 milioni di euro a fine contratto da parte del Comune). E, allora, è così strano che negli ultimi 20 anni la quota di mobilità automobilistica sia restata inchiodata al 75% del totale?

Quanto lontano appare oggi l’èra in cui il fischio del treno era sinonimo di civiltà e di fiducia nel futuro!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

 

 

 

 

Innamorarsi di Fattori il giorno di San Valentino

14/02/2016 Mostra Giovanni Fattori al Palazzo Zabarella Padova

Innamorarsi di Fattori il giorno di San ValentinoMostra Fattori by Diana Altiero
Seguendo una guida dall’insolito nome, Mosè, andiamo alla scoperta di Fattori, a Padova.

L’originalità di questo pittore sta nel rifiuto dell’uso del disegno come guida alla pittura, tant’è che nelle sue opere è particolarmente evidente che i quadri non si possono vedere solo in fotografia o sullo schermo di un computer, perché in realtà sono anche un po’ sculture, piene di rilievi e avallamenti.

 

A Padova una pioggia discreta ci accompagna lungo il percorso che ci porta a Palazzo Zabarella e che si interrompe brevemente per una sosta irrinunciabile al Caffè Pedrocchi per degustare il noto caffè e respirare l’atmosfera elegante e signorile.

Al Palazzo Zabarella la guida che ci accoglie si presenta: “Mi chiamo Mosè”, un nome che suona strano, non comune, pervenuto direttamente dalla Bibbia a noi, suggerendo quasi riverenza, soggezione. Iniziamo il viaggio nella mostra di Fattori con Mosè che ci racconta, con fare personale e appassionato, di come sia differente vedere i quadri in foto o su un monitor di computer. Infatti sostiene che anche i quadri potrebbero essere visti come sculture in quanto anch’essi presentano rilievi e spessori visibili solo con l’opera davanti agli occhi. Fattori viene “dipinto” come un precursore rispetto alle correnti artistiche successive, anche se lui, come altri del suo tempo, si è tenuto lontano da Parigi.

L’originalità sta nel rifiuto dell’uso del disegno come guida alla pittura e nella scelta del formato stretto e lungo, per alcune opere, quasi a suggerire un movimento dello sguardo che conduce al soggetto protagonista. Le opere di guerriglie risorgimentali sono trattate non com’era d’obbligo al suo tempo, cioè come una storia celebrativa, ma come una storia delle retrovie, dell’uomo soldato. I luoghi di battaglia erano scelti e divenivano oggetto di osservazione per la successiva ambientazione nella quale inscenare la sua verità di guerriglia; infatti in “Posta militare sul campo“ vi sono raffigurati momenti di vita quotidiana.

Non mancano altri soggetti quali ritratti e marine, come “La rotonda di Palmieri“, in cui le donne sono appena accennate da figure essenziali, quasi delle macchie; e poi animali,  quali i bovi nel “Pio bove”, in sintonia con l’omonimo sonetto di Carducci.

Mosè ha compiuto in modo esaustivo e professionale la sua missione traghettandoci da una sponda all’altra della mostra e lasciandoci innamorati di Fattori proprio nel giorno della festa degli innamorati.

Diana Altiero
FIAB Modena