Record da togliere il fiato

Dopo il primato regionale di cittadini a piedi o in bici uccisi in collisioni, ne arriva un altro altrettanto nefasto: quanto a mortalità prematura per inquinamento da polveri sottili (PM10, PM5 e PM2,5) e diossido di azoto, ci sono ben tre comuni modenesi tra i primi 60 posti su 859 città europee nella classifica del Barcelona Institute for Global Health, con Carpi 33esima, Modena 50esima e Sassuolo 60esima.

ARPAE ha rilevato che la maggiore responsabilità dell’inquinamento da polveri sottili è in capo al traffico, che impatta per il 34%. Passare alle auto elettriche? Non basta. Osserva infatti Sergio Harari, direttore dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano: “il tubo di scappamento degli autoveicoli incide per il 50% nella produzione delle polveri sottili da traffico, ma l’usura soprattutto di freni, asfalto e pneumatici influisce per il restante 50% […] con microscopici frammenti di metalli, minerali e gomma che poi si disperdono nell’aria e vengono inalati”.

Nelle strade urbane, affiancate da palazzine, rischia poi di crearsi un effetto canyon, con microvortici d’aria che fanno ristagnare gli inquinanti a livello del marciapiede, specie sul lato sottovento (con picchi anche 4 volte superiori rispetto all’altro lato). Si capisce allora perché i maggiormente esposti sono bambini e anziani: i primi hanno il naso più vicino al suolo, dove si concentrano gli inquinanti, e sono ancora in via di sviluppo; i secondi sono indeboliti dall’età.

Polveri sottili e diossido di azoto hanno effetti diretti devastanti sulla salute: ictus, broncopneumopatia cronica ostruttiva, tracheiti, bronchiti e tumori polmonari, asma e infezioni delle basse vie respiratorie. Secondo l’OMS ci sono poi effetti indiretti su diabete di tipo 2, obesità, infiammazione sistemica, Alzheimer e demenza.

ISDE Medici per l’Ambiente ha giustamente lanciato l’allarme, chiedendo interventi a tutti i livelli. Per cominciare, si potrebbe abbassare a 30 km/h il limite di velocità su tutte le strade urbane, come raccomanda il Parlamento Europeo. Meno sgasate, meno accelerate e frenate, tempi di percorrenza sostanzialmente invariati, strade più sicure che potrebbero convincere qualcuno ad andare a scuola, al lavoro, alla spesa in bici o a piedi anziché in auto, il che alleggerirebbe il traffico e l’inquinamento.

Ovunque sia stata attuata, la politica della Città 30 ha innescato un circolo virtuoso che ha portato più salute a tutti i cittadini, in primis ai bambini. Cosa aspettiamo?

Manovra antismog: finalmente si fa sul serio

inquinamento

Il persistente alto livello di polveri sottili nell’aria ha acceso i riflettori sui rischi per la salute. In effetti, la situazione è molto grave: non si tratta solo delle polveri sottili (PM10), quanto di quelle ultrasottili (PM2,5) che – insieme a numerosi altri veleni – hanno creato un aerosol stagnante sulla Pianura Padana estremamente pericoloso e climalterante. Le sorgenti del fenomeno sono note: traffico, riscaldamento, attività industriali e agricole.

L’immissione incontrollata delle scorie nella terra, nel mare e nell’atmosfera ha raggiunto un livello impressionante e oggi assedia gli stessi fattori chiavi della vita: l’aria, l’acqua, il cibo. È ora di svegliarsi dal torpore che induce a pensare che questa faccenda si risolverà da sola.

I cittadini devono rendersi conto che devono cambiare stile di vita e di mobilità, ad esempio accogliendo i pressanti inviti a usare i mezzi di trasporto ecologici. Anche le istituzioni hanno un ruolo chiave nel dare segnali convincenti e precisi per contrastare l’inquinamento e ricostituire un ambiente sano.

Su quest’ultimo versante, intravediamo segnali rassicuranti. Di fronte all’emergenza, il Comune è corso ai ripari con misure radicali antismog: la domenica ‘ecologica’, l’abbassamento della temperatura nelle case e negli uffici, la conversione di Gigetto in linea-bus e, soprattutto, il blocco della bruciatura delle sterpaglie, evento assai frequente in una zona altamente agricola come quella modenese. Fa anche piacere scoprire – fra le pieghe del bilancio comunale – che una voce è stata prevista per il compenso di uno sciamano cherokee, esperto nella danza della pioggia, assoldato appositamente per provocare utili tempeste scacciaveleni. Possiamo dirlo: finalmente si fa sul serio!

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Smog: il piacere vale il rischio?

smog

Modena è immersa in una cappa di velenoso aerosol che a lungo andare, e silenziosamente, ammazza la vita. Tuttavia, non solo le amministrazioni, ma anche molti cittadini si cullano nell’illusione che tutto proceda normalmente e che la faccenda non ci riguardi. È un problema degli altri, l’iniziativa tocca ad altre istituzioni, è una questione irrisolvibile, lo smog è un prezzo dello sviluppo…

E così, di amenità in amenità, la nostra vita annaspa nell’aria ammorbata senza che se ne intravveda una via d’uscita. Dobbiamo dunque rassegnarci e affidarci alla legge dei grandi numeri, come fanno certi fumatori incalliti, secondo cui ‘il piacere vale il rischio’? E se così non fosse?

Poiché la classe dirigente attuale non è all’altezza dei problemi da risolvere, occorre che ogni cittadino rifletta sul contributo che può dare per migliorare la situazione, per sé e per chi ci seguirà in questo mondo bello, ma fragile e unico.

Guardiamo ai fatti: gran parte degli spostamenti in auto sono individuali e a corto raggio (2-3 km); la quattro ruote è costosa da mantenere, pericolosa e inquinante. Cosa ci impone dunque di usarla nei viaggi lunghi come nei brevi?

Al contrario, la bici si rivela un mezzo agile, confortevole per la nostra realtà, economica, pulita e salutare, competitiva negli spostamenti brevi. E divertente. I più ‘comodosi’ possono ricor29rere alla bici elettrica, i più esigenti a ogni sorta di cargo-bike per le merci. È anche creativa: a Copenhagen due giovani italiani riscuotono successo con la loro pizzeria ambulante su due ruote.

L’auto è un (pericoloso) residuo del passato. Se provassimo a cambiare?

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Esiste una politica contro lo smog?

città inquinata

città inquinata

Una lettera pubblicata da un quotidiano il 4 gennaio solleva il tema dell’inquinamento pericoloso per la salute. Di fronte all’aumento delle patologie respiratorie, il lettore lancia un appello all’ “amministrazione, deputata e responsabile del monitoraggio a tutela della nostra salute” affinché attui i “provvedimenti previsti per legge” e che, evidentemente, vengono elusi.

La domanda sottesa all’appello del cittadino è semplice: esiste una politica di riduzione dell’inquinamento?

Com’è noto, i fattori che causano lo smog sono vari: riscaldamento domestico, mobilità, attività agricole e industriali. Focalizzando l’attenzione sulla mobilità urbana, un dato su tutti chiarirà le dimensioni del fenomeno: i tre quarti degli spostamenti sono attuati con autoveicoli. L’insidia del PM 10 e del più pericoloso PM 2,5 è in questa percentuale da brivido. O ne riduciamo il volume o non modificheremo di una virgola la realtà.

Venticinque anni fa veniva approvata la convenzione di Rio de Janeiro sull’ambiente che fissava obiettivi stringenti per tutte le autorità amministrative. Qual è stato il risultato delle politiche modenesi? Un dato ne evidenzia l’efficacia: la quota degli spostamenti non autoveicolari (trasporto pubblico, pedonalità e ciclabilità) è restata inchiodata al 25% sul totale.

I cittadini sono dunque succubi dell’auto e si rifiutano di cambiare stile di mobilità? Più realisticamente, hanno capito che non si fa sul serio. Non hanno tutti i torti: la manovra antismog interessa meno del 20% dei mezzi circolanti e un’area ristretta; le risorse pubbliche destinate al Novi Park ammontano ad oltre 2,5 milioni l’anno; le auto sostano a meno di 300 metri dalla Ghirlandina; il trasporto pubblico è in affanno. I proclami elettorali sulla mobilità sostenibile hanno rapidamente lasciato il campo alla più rassicurante “cura della gomma”. Non farà diminuire il particolato, ma nemmeno i voti.

Giuseppe Marano
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2 ruote - 8 gennaio 2017

2 ruote – 8 gennaio 2017

Blocco Euro 3: meno veleni per tutti

città inquinata

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Blocco Euro 3: meno veleni per tutti

Appena annunciato, il “piano anti smog” del Comune ha provocato un’alzata di scudi trasversale che ha unificato la politica contro le misure chiave previste dal provvedimento. In particolare, si critica l’inserimento dei veicoli Euro 3 nell’elenco di quelli esclusi dalla circolazione, portandone il numero da 12.800 a 22.200. Vale la pena di precisare che l’incremento delle auto escluse è di 9.400 unità su oltre 116.000 e che la maggioranza degli spostamenti urbani sono inferiori ai 2 km, percorribili con altri mezzi.

Quali sono le motivazioni sostenute? Il PD, FI e Cinque Stelle solidarizzano: troppi i cittadini penalizzati dal provvedimento, insufficienti e inquinanti a loro volta i mezzi del trasporto pubblico offerti come alternativa al mezzo privato.

Le contromisure proposte tendono tutte a lasciare invariato l’inquinamento: dalla «libera circolazione nell’anello interno le tangenziali» alla riduzione dell’ampiezza «delle aree interessate dalla limitazione», alla sospensione della manovra in attesa di chiarimenti dalla Regione.

Nessuno degli oppositori ha avanzato proposte alternative né ha accennato alla ciclabilità, che è la seconda modalità di spostamento (oltre il 10% sul totale). La bici è già posseduta da tutti i cittadini e ha costi di gestione bassissimi.

Nel presentare il Piano della Mobilità Ciclabile il 15 gennaio scorso, il Sindaco Giancarlo Muzzarelli dichiarò che esso si propone di «ridurre la quota di spostamenti con l’automobile privata». È evidente che ciò è possibile promuovendo il trasporto pubblico, la ciclabilità e la pedonalità. Proprio gli argomenti emersi da parte dei detrattori del “piano anti smog”, ivi compreso il suo (pentito?) presentatore, l’Assessore Guerzoni.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Quell’aria che logora la vita …

città inquinata

città inquinata

Dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione europea, anche il Ministero della salute italiano conferma che la miscela di polveri sottili, biossido di azoto e ozono provocano più di 30.000 vittime all’anno. I dati sono stati elaborati nel corso del progetto VIIAS che ha fotografato l’inquinamento dell’aria in Italia e il suo impatto sulla salute pubblica nelle varie aree del Paese.

Gli effetti dell’inquinamento sono particolarmente gravi nel Nord Italia, dove l’aspettativa di vita (solo per l’effetto del PM2.5) si riduce di 14 mesi, contro i 6,6 del Centro e i 5,7 del Sud e delle Isole. Situazione critica in Pianura Padana, dove si stimano 164 decessi ogni 100.000 residenti. L’Emilia-Romagna presenta un tasso di 124 decessi ogni 100.000 abitanti.

Se non interverranno iniziative di riduzione del traffico motorizzato, il progetto VIIAS prevede anche un peggioramento nel tempo: nel 2020 si stimano oltre 38.000 morti per inquinamento.

Mentre si riconosce la dimensione enorme del fenomeno, gli enti locali mettono in campo misure destinate a lasciare inalterata la situazione. Questo atteggiamento trova purtroppo conferma nel Piano della Mobilità ciclistica presentato dalla Giunta comunale di Modena: a fronte dell’obiettivo dichiarato di ridurre gli spostamenti autoveicolari a favore del trasporto pubblico, della ciclabilità e della pedonalità, l’elenco degli interventi che dovrebbero perseguire tale obiettivo risulta caotico e squilibrato (mancano ciclabili essenziali e le zone a 30 km/h sono irrilevanti), senza copertura finanziaria e indicatori di verifica dei risultati.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it