Sardegna in tutti i sensi: tra spiagge bianche, miniere abbandonate e nuraghi

IN SARDEGNA TRA SPIAGGE BIANCHE, MINIERE ABBANDONATE E NURAGHI

1-12 MAGGIO 2014

Primo, l’olfatto: i nasi, liberi dalle puzze cittadine, inalavano beati il profumo dei fiori . Portato dal vento, il rumore del mare (per 600 km non lo abbiamo quasi mai lasciato) deliziava le orecchie. Quanto al tatto, beh, il sellino l’abbiamo sentito, in 5500 m di dislivello; un giorno ci siamo infradiciati di pioggia, poi abbiamo sempre goduto la carezza del sole, e alcuni anche quella, rude, del mare di maggio.

Per il gusto occorre citare le cene, dove si testava la nostra capacità di spazzolare quantità enormi degli squisiti cibi sardi.

Superfluo menzionare la gioia della vista perché si sa – e chi ne percorre la costa lentamente, in bici, lo sa ancora di più – che il mare della Sardegna è unico al mondo. Come lo è la sua gente, di cui abbiamo apprezzato l’ospitalità e la fiera dignità di chi ha pagato e ancora paga nella storia del nostro Paese un prezzo alto: la durezza delle miniere, ma anche della loro dismissione, il giogo pesante delle basi militari. Alghero, i nuraghi, le miniere abbandonate, Piscinas, Porto Pino, Carbonia, Cagliari, Arbatax …

Impossibile una graduatoria di bellezza in giorni intensi, vissuti nella condivisione di un gruppo super-affiatato, che gemella Modena, Pordenone, Padova, Bologna. Grazie di nuovo agli organizzatori, e aspettiamo compatti il programma del prossimo viaggio.

Maria Chiara Marchiò