La cultura nei parcheggi

Immaginiamo di entrare in centro storico da largo S, Agostino, insieme ad un amico d’oltralpe in visita.
– Quello a destra è il Palazzo dei Musei. Dentro ci sono le raccolte dei musei civici, la pinacoteca estense, la gipsoteca dello scultore Graziosi, il lapidario, una biblioteca e gli uffici del famoso Festival della Filosofia. Il palazzone di fronte è l’ex ospedale, è in ristrutturazione. Lì sorgerà AGO, un polo della cultura a Modena e…

– Oh, schön! Interezante … ma perke voi tenere luogo di kultura importante dentro un parkeggio? Perke voi non uzare piazza per riposo, inkontro, con… come zi dice… pankette?

-Panchine, dici?

– Ya, pankine … e alberi? Kvesto modo dopo è ankora più shön!

– Mah, c’era l’ospedale, ci voleva il parcheggio per i medici… però le toglieranno un giorno le auto, ci sono già le sperimentazioni… ma non è micca tot acsè, non è tutto così! Vieni, guarda: questo è largo San Barnaba, la chiesa è un gioiellino barocco e…

– Niente zagrato? Anke kvesta in mezzo a parkeggio?

– Sai i residenti, il posto auto… Dai ti porto in piazza Grande!

– Oh, kvesto kattedrale, Duomo come dite voi, è wunderbar! MERAVIGLIOSO! E torre, come kiamare torre? Ghirlandina, ya. Einmalig, unica! Ma è 11 di mattino, perke camion parkeggiati davanti patrimonio UNESCO? Nicht schön.

– È per le consegne…

– Korrieri non fare konzegne in zentro historico con kargo bike? Nein? E kvesta biblioteca, “Delfini”: anke c’è makine davanti, haha, prezto finire che voi fare parkeggi anke intorno a skuole, haha…

– Ehm…veramente quelli ci sono già…

– Nicht gut, grande pekato mettere kultura nei parkeggi.

– Già, grande pekato…

Inquinamento volumetrico

Ha avuto molte reazioni un nostro post dove mostravamo lo stato di un marciapiede modenese, non transitabile perché occupato dai musi delle auto. La situazione è così endemica che induce a pensare che chi governa non riesca a vedere quello che è un vero e proprio vulnus democratico: come è possibile che l’automobile, una “proprietà privata”, possa occupare senza conseguenze “uno spazio pubblico” sottraendolo a tutti i cittadini? Non è forse lo spazio, la cosa più importante che abbiamo dopo il tempo?

Monopolizzando lo spazio con auto di dimensioni, peso e velocità sempre maggiori, si impedisce libertà di movimento ed autonomia soprattutto ai più deboli, anziani e bambini. Infatti, tutte le città del mondo avanzato stanno togliendo parcheggi a bordo strada fino a dimezzarli od addirittura eliminarli, per creare lo spazio per marciapiedi più ampi, piste ciclabili, aree verdi, e corsie riservate a TPL. E liberare quegli spazi è la precondizione per fornire ai cittadini reali alternative alla mobilità privata automobilistica, nonché il modo più efficace per togliere servizi e benefit che adesso distorcono il libero mercato della mobilità.

È solo uno dei meccanismi che rendono surrettiziamente concorrenziale un modello di mobilità autocentrico, come la norma che obbliga strutture residenziali e commerciali ad avere dotazione minima di parcheggi. Lo spazio occupato per il nuovo Conad alla Madonnina, ad esempio, sarà destinato in gran parte a parcheggio e strade di accesso, piuttosto che per la struttura di vendita vera e propria. Parcheggi sempre sovrastimati in base al picco d’utilizzo settimanale, e praticamente semivuoti gli altri giorni. Peccato che quel terreno abbia quell’unica (brutta) destinazione d’uso 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. E che la riqualificazione, a vederla bene, sia solo un nuovo paesaggio fatto di un triste parcheggio ed un parallelepipedo prefabbricato, del quale tra 30 anni saremo di nuovo a chiederci cosa farne.

Maledetti ciclisti della domenica

Sono sempre tutti pronti a scagliarsi contro i ciclisti che viaggiano affiancati, invece che in fila come prevede il CdS. L’accusa è sempre quella: occupare mezza carreggiata ed intralciare la circolazione delle auto.

Come Associazione non possiamo che esortare i ciclisti a rispettare il Codice, ma non notiamo lo stesso astio verso le centinaia di migliaia di mezzi che tutti i giorni in Italia sono parcheggiati in carreggiata: 2 minuti per consegnare un pacco, 5 minuti per prendere un caffè, 1 ora per fare la spesa, ma anche tutto il giorno per andare in spiaggia o in ufficio.

Eppure ci sembra che mezza auto in strada occupi lo stesso spazio di due ciclisti, oltre a rappresentare una situazione pericolosa per la visibilità e riducendo la carreggiata quel tanto che basta perché le auto di passaggio siano costrette ad invadere l’altra corsia.

Però non sentiamo mai strombazzare od inveire gli automobilisti in transito. Anzi, di solito rallentano e viaggiano con più circospezione, come è giusto che sia quando ci sono situazioni di pericolo in carreggiata, e come dovrebbe essere anche quando si incrociano pedoni e ciclisti in fila o affiancati.

Per non parlare delle altre centinaia di migliaia di auto che ogni giorno sono parcheggiate sulle strisce pedonali, sulle aiuole, sulle corsie dei bus, sui marciapiedi, sulle ciclabili, invadendo gli spazi dedicati alla mobilità sostenibile: mai visto nessun automobilista arrabbiarsi. A meno che non siano in sosta sul passo carrabile di casa propria, ovviamente.

Dove avrebbe parcheggiato Gesù?

bicicletta presepe

Nel 2002 la Rete degli Ambientalisti Evangelici (EEN) aveva lanciato negli USA una dinamica campagna chiamata appunto “Dove avrebbe parcheggiato Gesù?” sostenendo che la scelta di come muoversi fosse una scelta morale. La domanda non era altro che la versione della famosa domanda “Cosa farebbe Gesù se…?”

La domanda rapportata alla mobilità soprattutto urbana è diventata quindi “Signore, che mezzo vorresti che io guidassi?”…L’inquinamento veicolare ha un grande impatto sulla salute umana e sul creato, contribuisce enormemente al riscaldamento globale ed al cambiamento climatico. La nostra dipendenza sulle importazioni di petrolio minaccia la pace, provoca guerre e incide sulla sicurezza di intere regioni e paesi. Obbedire a Gesù nelle nostre scelte di trasporto è uno dei grandi obblighi ed una meravigliosa opportunità per i Cristiani nel ventunesimo secolo.

Al di là di ogni appartenenza religiosa la scelta del nostro modo di trasporto influenza ed incide su altre persone, ed il mondo sarebbe senz’altro migliore se ognuno di noi guidasse un mezzo di trasporto meno inquinante, più energo – efficiente che una automobile, specialmente nelle aree urbane dove la bici, il trasporto pubblico (dove esistente ed efficiente) ed i piedi sarebbero la scelta morale e logica migliore.

Lorenzo Carapellese
www.modenainbici.it

La commedia quotidiana

rossella-papa-bici

papa-bici

Ogni giorno nelle nostre strade diversi attori recitano la stessa commedia: i pedoni girano faticosamente su marciapiedi troppo stretti e rovinati, ingombrati dalle auto; i ciclisti per sopravvivere schivano i pedoni, gli altri veicoli e le portiere delle auto in sosta; gli automobilisti, spesso al telefono, schivano nervosi i pedoni, i ciclisti e i furgoni per contendersi la strada e si lamentano del traffico e degli ingorghi; gli autisti guidano lentamente i bus nel tentativo di rispettare l’orario; i commercianti dalla propria vetrina chiedono parcheggi e si lamentano dei ciclisti che passano davanti ai loro negozi; i residenti osservano il traffico dalle proprie finestre e si lamentano del rumore, dello smog e della difficoltà di parcheggio.

I registi dello spazio pubblico, più attenti al consenso che ai risultati, proseguono come Sisifo: il Comune, cerca di allargare le strade, di aumentare i parcheggi, di togliere i pedoni e i ciclisti dalla strada; per “proteggerli” li ammucchia assieme e manda i ciclisti su un’unica pista piena di transenne e li obbliga a scendere a ogni incrocio; la Regione, per evitare ulteriori sanzioni dell’Unione Europea, adotta una dubbia manovra antismog che limita la circolazione delle auto più inquinanti da ottobre a marzo; il Comune, per limitare le critiche e agevolare le attività cittadine, concede infinite deroghe (http://www.comune.modena.it/news-in-evidenza/manovra-antinquinamento-2015-2016).

Intanto le lobby dei costruttori guadagnano sempre di più sfornando auto con nuovi Euro.

Solo nel mondo più evoluto sceneggiatori più acuti riscrivono una commedia più salutare: riorganizzano lo spazio pubblico, riducono le sezioni stradali e i parcheggi, pedonalizzano porzioni sempre maggiori di città, favoriscono i mezzi pubblici e premiano chi si sposta in bicicletta.

Anche Papa Bergoglio, nell’ultima Enciclica Laudato si’, scrive: “La qualità della vita nelle città è legata in larga parte ai trasporti, che sono spesso causa di grandi sofferenze per gli abitanti. Nelle città circolano molte automobili utilizzate da una o due persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello d’inquinamento, si consumano enormi quantità di energia non rinnovabile e diventa necessaria la costruzione di più strade e parcheggi, che danneggiano il tessuto urbano”. Lancia un forte appello ad “azioni quotidiane” e “a dare priorità ai trasporti pubblici, a proteggere la casa comune” e a cambiare modello di sviluppo “per i poveri e per uno sviluppo sostenibile e integrale”.

Cosa stiamo aspettando?

La fornace mangiasoldi del Novi Park

ingresso novi park

ingresso novi park

La tariffazione della sosta veicolare, come pure le sanzioni per le infrazioni alle norme del Codice della Strada, sono state concepite in origine come fattori di governo della mobilità, sia per il corretto utilizzo dello spazio pubblico che per la sicurezza della circolazione: le strade e le piazze non sono private e vanno rispettate e rese accessibili a tutti.

Tuttavia, nel corso del tempo, queste due importanti misure hanno cambiato notevolmente di significato: si sono trasformate in modalità di drenaggio di risorse finanziarie da parte degli enti locali per rimpolpare bilanci sempre più anemici e incerti.

Modena non sfugge a questa prassi ormai consolidata, ma non per questo più giustificata, in coerenza con la politica autocentrica dell’ultimo decennio. Ne sono un esempio lampante i prossimi incrementi (significativi) del miniticket per la sosta in ztl e delle tariffe per la sosta in alcune aree limitrofe alla ztl, di imminente esecuzione.

Questi interventi, unitamente alla trasformazione di Corso Cavour in corridoio agevolato fra centro e ingresso del Novi Park, rivelano la vera natura dell’operazione: trasferire risorse aggiuntive dalle tasche dei cittadini a quelle della società (privata) che gestisce il parcheggio, ancora in affanno per il mancato decollo della propria creatura (740 accessi auto al giorno sui 1.720 posti potenziali, con basso tasso di copertura oraria).

Proiettate nei 42 anni della concessione prevista dal contratto Comune-Gestore, queste manovre assicureranno alle casse del soggetto privato ben oltre gli 80 milioni di euro inizialmente previsti. Risorse preziose gettate in una voragine senza fondo, che avrebbero potuto essere destinate ad altri scopi, come promuovere la mobilità sostenibile o a iniziative di valore sociale e culturale.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it