L’elettrico che piace di più ha due ruote

Autoritratto 2022, la pubblicazione statistica dell’Aci, mostra che le auto elettriche continuano a non sfondare nel mercato italiano: le solo elettriche sino al dicembre scorso rappresentavano appena lo 0,4% del parco auto nazionale. Non solo, ma Acea (l’Associazione europea dei produttori di automobili) ha osservato che le elettriche pure immatricolate nel nostro Paese nel 2022 sono state 49.179 contro le 67.284 del 2021 con un calo del 26,9% rispetto all’anno precedente. E’ l’unico caso di flessione registrato nel mercato europeo, ma anche oltralpe non sembra che l’auto a spina abbia ottenuto il successo sperato: una ricerca di Deloitte ha evidenziato ad esempio come i cittadini tedeschi fossero più propensi ad acquistare nuove biciclette elettriche che auto a zero emissioni.

La barriera principale all’acquisto è sicuramente il prezzo elevato, che mediamente è il 30 per cento in più dello stesso modello a motore endotermico: e infatti pare che a vendere bene siano auto elettriche di gamma medio-alta, pensate per chi non ha problemi economici, mentre le utilitarie stentano. Del resto, se le auto elettriche non emettono localmente sostanze inquinanti, lasciano però irrisolti gli altri problemi: le polveri sottili dovute a freni e usura degli pneumatici, la congestione da traffico, la necessità di parcheggi, la potenziale pericolosità, la sedentarietà e lo stress di chi è al volante. Quel 30% in più di spesa evidentemente appare poco giustificabile per l’italiano medio in termini di benefici sperati.

A brillare in questo scenario invece è un’altra elettrica: la bici. Le proiezioni dicono addirittura che presto le bici elettriche in Europa venderanno più delle auto: la Confederation of the European Bicycle Industry è convinta che le e-bike in Europa, che al momento sono 5,5 milioni, possano toccare quota 7 milioni entro il 2025, mentre Bike Europe parla di un traguardo di 10 milioni di esemplari. Una tendenza presente anche in Italia: secondo ANCMA, l’associazione italiana costruttori di bici e moto, solo nel 2022 il volume delle vendite di e-bike è aumentato del 14%, con una crescita del 72% dal 2019.

Le ragioni del loro successo? Sono molto meno costose di un’utilitaria (elettrica o meno), ricaricabili con pochi euro all’anno, non hanno grandi costi di mantenimento, sono agili anche nel traffico, riducono la fatica di una bici muscolare e occupano meno spazio di parcheggio. In una città a 30 km/h non ci sarebbero davvero più barriere per l’uso di una e-bike.

Green deal?

E così nei piani della Commissione Europea dal 2035 saranno vietate le vendite di auto endotermiche. Le reazioni stizzite delle case costruttrici non si sono fatte attendere. Più curiosa quella del Ministro alla transizione ecologica, più preoccupato per il futuro dell’ automotive che non per quello del pianeta.

In realtà secondo noi ai piani alti automobilistici hanno stappato le bottiglie di champagne, perché si prospettano decenni in cui dovremo tutti cambiare l’auto senza nessuna garanzia che cambieremo il fallimentare modello di mobilità.

Se l’auto elettrica ha indubbi vantaggi sul piano del rumore e dell’inquinamento locale (su quello globale la discussione è ampia), nulla risolve in termini di occupazione dello spazio pubblico, traffico, peso ed usura delle strade, costi di gestione, incidentalità, e relative conseguenze sociali.

Infatti se davvero il Sindaco Muzzarelli pensa che Modena nel 2040 dovrebbe avere “un’attenzione alla dimensione del piano terra dove ripensare e aumentare le relazioni tra le persone”, deve ammettere che è stata proprio una politica completamente asservita alle necessità della motorizzazione privata, e dei relativi modelli di sviluppo, a desertificare le economie e le relazioni sociali del “piano terra”.

La ricetta è semplice: meno auto (la metà ed elettriche), meno servizi (parcheggi e strade) per le auto private, infrastrutture di livello europeo per trasporti pubblici e mobilità attiva. Una città che torni a pensare alla mobilità come un bene necessario, economico ed alla portata di tutti, moderno e semplice (Mobility As A Service) senza obbligare tutte le famiglie a possedere due o più auto. Anche se elettriche.

I tre problemi della mobilità

Tre sono i gli evidenti problemi direttamente creati da uno sviluppo urbanistico che ha trasformato le città in favore dell’auto privata: l’inquinamento atmosferico, quello acustico e l’occupazione selvaggia dello spazio pubblico.

Nel valutare la rilevanza di questi tre problemi, i cittadini puntano il dito sull’ultimo aspetto: almeno quando io sento chiacchere da bar o tra amici, i problemi veri sono il TRAFFICO (cioè l’occupazione dello spazio pubblico in movimento) ed il PARCHEGGIO (cioè l’occupazione dello spazio pubblico delle auto ferme).

Gli amministratori pubblici (e le case automobilistiche) sono orientati invece a dare una soluzione ai primi due (inquinamento atmosferico ed acustico) proponendo piani di investimento sull’auto elettrica, ma difficilmente proponendo piani di “dieta” delle auto in circolazione o di “eliminazione” di parcheggi (fosse mai!) per restituire spazio alle persone o agli altri mezzi di spostamento.

Ed i motivi “politici” sono evidenti: cambiare un’auto diesel con un’auto elettrica mette a posto la coscienza ecologista di amministratori ed amministrati, senza imporre (od imporsi) impopolari e faticose ricette di limitazione dell’(ab)uso dell’auto privata.

Peccato che sostituire un’auto tradizionale con una elettrica, non risolva nessuno dei problemi veri degli automobilisti (traffico e parcheggio) ed anche la politica di aumento dello spazio dedicato alle auto private (più strade e parcheggi per tutti!) sempre promessa dalla politica come semplicistica panacea, in 120 anni di presenza dell’auto su questo pianeta NON ha mai risolto.

In Germania (dati ECF 2016) per avere 25.500 auto elettriche in circolazione è servito l’aiutino di circa 2,3 miliardi di euro complessivi per incentivi, detassazioni, sconti, colonnine di ricarica. Nello stesso periodo giravano per strada già 2.500.000 biciclette elettriche a costo e sussidi praticamente ZERO: non è che una delle soluzioni più facili ai problemi di inquinamento atmosferico, acustico e soprattutto di traffico e parcheggio, ha due ruote e spesso sta arrugginendo nelle nostre cantine?

Per FIAB le vere battaglie dei prossimi anni saranno quelle sul diritto allo spazio pubblico cittadino, vivibile e sicuro, che solo la promozione di veri mezzi sostenibili come la bicicletta possono garantire.

Ermes Spadoni
www.modenainbici.it

Mobilità ecologica: l’opzione elettrica

ebike a castelvetro

ebike a castelvetro

Good news nel settore della mobilità elettrica. Il Comune di Milano ha realizzato un piano per moltiplicare le colonnine per la ricarica veloce dei mezzi elettrici: 12 delle 34 esistenti gestiste dalla società elettrica cittadina possono effettuare ricariche dell’80% degli accumulatori in dotazione ai veicoli elettrici in 20 minuti, al costo di 60 euro l’anno (ricariche illimitate).

Il campionato ufficiale FIA di Formula E(lettrica) ha acquisito la collaborazione di Enel per produrre l’energia necessaria alle gare. La società pubblica italiana realizzerà per i gran premi elettrici una mini-grid per monitorare i consumi dei vari team, fornirà l’illuminazione a led per le zone limitrofe al percorso di gara e installerà le colonnine di ricarica elettrica.

La cooperativa modenese Insieme, supportata da Itas Assicurazioni e My-Close, ha lanciato un kit composto da lucchetto intelligente e polizza assicurativa contro i furti delle bici elettriche. Il dispositivo comunica al proprietario i tentativi di furto e localizza la posizione della bici. Inizialmente, la polizza viene offerta a organizzazioni professionali, ma è facile immaginare che presto sarà estesa a tutti i cittadini.

Per i veicoli elettrici, valgono sempre gli incentivi del Comune di Modena: per l’acquisto il premio ammonta al 14% del prezzo fatturato (con alcuni massimali); i possessori di tali veicoli possono richiedere l’accesso alla ZTL e l’esenzione del pagamento della sosta.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Inquinamento: ininfluenti le «cure palliative»

auto ibrida

auto ibrida

Il 2015/16 passerà alla storia come il primo anno senza un vero inverno. Questo incredibile primato è la conseguenza di un cambiamento climatico che è stato ribadito nella Conferenza ONU di Parigi (dicembre 2015), conclusasi con l’impegno a limitare a 2 gradi l’incremento della temperatura nei prossimi decenni per prevenire una situazione ingovernabile.

A tale scopo, è indispensabile «fare i compiti a casa». Per salvaguardare la salute e il futuro della biosfera (il posto in cui viviamo), è necessario ridurre le emissioni dei gas climalteranti (biossido di azoto, anidride carbonica ecc.). A questa misura, ne dev’essere associata un’altra, finalizzata a tutelare la salute umana: contenere le polveri sottili prodotte dal riscaldamento, dall’industria pesante e dal traffico.

Di fronte a questa esigenza, come reagiscono i decisori politici nostrani? Invece di attuare interventi commisurati alla gravità della situazione ambientale e sanitaria (in provincia di Modena sono circa 30mila su 700mila abitanti le persone colpite da patologie alle vie respiratorie collegate all’inquinamento dell’aria), lanciano iniziative capaci di conquistare l’attenzione dei media ma del tutto inefficaci per risolvere i problemi. Adottano le «cure palliative» per illudere l’ammalato, piuttosto che combattere le cause all’origine dei suoi mali.

L’ultima misura assunta dalla Regione Emilia Romagna, l’esenzione dal pagamento del bollo per tre anni per chi acquisti auto ibride (motore a benzina associato a elettrico o idrogeno), rientra in questa classe di annunci surreali. Le lobby dei produttori di veicoli ibridi, come già quelle degli impianti a metano e gpl, continuano a spolpare il bilancio pubblico in nome di una presunta «mobilità sostenibile» dietro cui si celano vistosi interessi privati. Solo chi vive sulle nuvole può fingere che questi veicoli, destinatari di incentivi a vario titolo, siano «ecologici», nonostante emettano gas velenosi per l’ambiente (bruciano derivati del petrolio per produrre elettricità). La verità è che, a Bologna come a Modena, l’auto continua a restare l’unica vera opzione per la mobilità urbana.

Giuseppe Marano
www.modenainbici.it

Mobilità elettrica: UE corre, Modena ci ripensa

auto elettrica

Il rapporto “Ecosistema urbano 2012” di Legambiente collocava Modena al 19° posto nella graduatoria delle città capoluogo per gli interventi di tutela ambientale e risparmio energetico. In quello sulla “Mobilità sostenibile”, presentato da Euromobility nel 2013, la ritroviamo al 23° posto (su 50 centri monitorati). Non c’è da stare allegri: sprechiamo troppa energia e ci muoviamo troppo in automobile.

Nell’ inerzia letargica dell’Amministrazione comunale sulla mobilità sostenibile, che dura da almeno un quinquennio, i cittadini possono comunque adottare misure più amiche dell’ambiente e di se stessi. L’opzione dei mezzi elettrici (bici e auto), ad esempio, è ormai alla portata di tutti, grazie alla maggiore efficienza degli accumulatori e al contenimento dei prezzi. Peraltro, fin da 2001 il Comune meritoriamente eroga contributi per l’acquisto dei veicoli elettrici.

L’orientamento a favore della mobilità elettrica trova ora anche l’alleanza dell’Europa, ben più lungimirante dell’Italia: sarà approvato nel 2014 un ambizioso piano per realizzare entro il 2020 una rete di colonnine di ricarica dei mezzi elettrici (72.000 punti solo nel Bel Paese). L’obiettivo è di sostituire nel tempo i veicoli funzionanti a idrocarburi. Sulla carta è un ottimo progetto, ma richiederà un forte impegno promozionale per favorirne la fruizione, se non si vuole assistere allo stesso fallimento cui è andato incontro il progetto di Hera (che ha dislocato in città 10 colonnine, abbandonate a se stesse, pressoché sconosciute e inutilizzate!).

Nel campo delle politiche a sostegno della mobilità elettrica, dobbiamo infine riportare la notizia che il Comune di Modena -sorprendendoci una volta tanto per la sua prontezza decisionale- ha riscoperto … l’acqua calda. Con una specifica ordinanza nel 2013, infatti, ha aperto la ZTL ai veicoli elettrici e ha concesso loro la sosta gratuita nelle aree tariffate. Peccato che queste stesse decisioni fossero state assunte già nel 2001, per poi essere fatte colpevolmente decadere negli ultimi anni. Ma va bene così: meglio ri-tardi che mai!

Giuseppe Marano
Gazzetta di Modena, 22-12-2013